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Domenica, 28 Aprile 2024
Basket

Happy Casa: Sassari e Scafati, un disastro annunciato sull’asse Sakota-Jackson

Quattro minuti di "lucida follia" hanno condannato la New Basket a una sconfitta che ha dell'incredibile e che compromette la corsa salvezza

BRINDISI - Quattro interminabili minuti di lucida follia sono stati sufficienti per compromettere una partita già vinta e fors’anche il campionato. Sull’asse Sakota-Jackson si è consumata la più crudele e bruciante sconfitta come da tempo immemorabile non si vedeva (ma anche Sassari fa storia!). Una sconfitta da scrivere sul manuale del basket alla pagina “come perdere una partita già vinta” con 21 punti di vantaggio a meno di 4 minuti dalla fine dopo aver dominato e soggiogato Scafati.

In quei 4 minuti è accaduto tutto quello che in una partita di basket di serie A non si può proprio vedere, dalle 4 palle perse, alle scelte sbagliate in attacco, alle distrazioni difensive, alla rinuncia della più banale ed elementare opzione del mancato fallo a 8 secondi dalla fine, concedendo il facile tiro da 3 punti che ha segnato il risultato di parità. Ed allora, senza girare intorno ai veri problemi, rispondiamo alle dichiarazioni di coach Dragan Sakota rilasciate a fine partita perché se lui “un finale del genere lo ricorderà per molti anni”, è bene che sappia che anche per i presenti al PalaPentassuglia sarà un ricordo indelebile, forse il peggiore della recente storia degli ultimi 12 anni della New Basket, un ricordo che rimarrà a vita per non aver mai visto uno spettacolo di 4 terribili minuti di “antibasket” ìe lo spettro della retrocessione che si avvicina (Però, egregio signor Sakota, lei tornerà a girare il mondo del basket, come la sua carriera straordinaria merita, ma i tifosi e gli appassionati di basket resteranno sempre a Brindisi, forse privati della più prestigiosa realtà di cui da un secolo si è giustamente orgogliosi).

Loren Jackson: via subito da Brindisi con il primo volo

E si comincia dalla scelta finale, quella decisiva ed assurda, di mettere in campo Loren Jackson. Dopo aver compromesso la vittoria di Sassari, la società e lo stesso allenatore avrebbero dovuto mettere Jackson fuori roster, ma l’assenza di Tomas Kyzlink e il forfait di Jordan Bayehe, hanno aperto la possibilità di rimetterlo in gioco. Ed a questo punto emergono le responsabilità di coach Sakota. Non si sa chi ha scelto Jackson e perché, ma una volta visto in campo (ma anche prima di vederlo giocare) da questo giornale è partito un segnale chiaro, scritto e ripetuto “questo non è il giocatore che serviva alla squadra”. E perché non riconoscerlo anche un allenatore esperto e preparato come coach Sakota?

Jackson contro Scafati 2

E contro Scafati non era di certo obbligato a concedergli 19 minuti di presenza in campo, un minutaggio eccessivo ed ingiustificato per un giocatore che nel primo tempo era stato schierato per 11 minuti, con uno score pieno zeppo di 0. Come si poteva mai pensare che potesse risolvere una partita giocata alla grande da tutti gli altri compagni di squadra? Coach Sakota ci ha creduto, ma solo lui, perché appena rientrato in campo si è avuta la sensazione che dopo Sassari avrebbe compromesso anche la vittoria contro Scafati. È vero che in quei frangenti le regole più elementari del basket richiedono la presenza in campo due play, ma non vi era alcun motivo per ripresentare Jackson e coach Sakota ha scelto giusto la peggiore delle soluzioni pur avendo in panchina alternative certamente più valide (e non trova anche spiegazione logica la scarsa utilizzazione di Riisma). Ora dopo due partite che mister “air Jackson” si porta sulla coscienza due sconfitte, oltre ad una situazione sull’orlo del precipizio, per il presidente Marino è quasi un obbligo mettere Loren Jackson sul primo aereo in partenza da Brindisi. 

Per coach Sakota: storia di coach e di play della città del basket

Forse coach Sakota per aver girato tutto il mondo non sa che Brindisi è stata, e lo è ancora, la città del basket e di maestri che hanno scritto ed insegnato la storia della pallacanestro nazionale, da Peppino Todisco, a Elio Pentassuglia, a Lillo Primaverili per passare a Piero Pasini, Rudy D’Amico, Giovanni Perdichizzi, Piero Bucchi, Frank Vitucci ed a tanti altri. Brindisi, si informi, è stata una fucina di play maker da Roberto Cordella, a Francesco Fischetto (paragone irriverente con Jackson, valido solo per l’altezza, ma per intelligenza tattica, personalità e carattere del play brindisino qualsiasi confronto è improponibile), Tonino Bray, per non parlare di altri fuori classe che negli anni da Gianni Donativi, Gianni Antonucci e fino ad un campione dalla classe pura come Claudio Calderari. 

Coach Sakota-2

Fischi sì, ma anche grandi applausi per la squadra

A fine partita in molti tifosi sono scappati via dal PalaPentassuglia alla ricerca di flaconi di Lexotan e per ricorrere ad over dose di melatonina pura per poter smaltire con il sonno la grande delusione dell’amara sconfitta. Altri, invece, sono rimasti a contestare e fischiare i giocatori colpevolizzandoli per la clamorosa ed inaccettabile sconfitta subita. Premesso che ogni tifosi è libero di esprimere il proprio dissenso e malcontento secondo la propria volontà in modo ugualmente comprensibile per la rabbia e la delusione accumulata, in realtà, però, avrebbero meritato solo applausi per le loro prestazioni superlative, Xavier Sneed, Jamel Morris, Nate Laszewsky, Jeremy Senglin ed il resto della squadra per quei fantastici 36 minuti in cui ha dominato Scafati giocando un buon basket e meritandosi ampiamente la vittoria. Il panico con cui sono stati giocatori gli ultimi 4 minuti e soprattutto il tempo supplementare, è figlio degli errori di valutazione compiuti dalla panchina e dalla paura di una sconfitta che visibilmente stava maturando sotto i colpi impietoso del solito David Logan ( 23 dei suoi 26 punti sono stati realizzati dal 20’ al 45’, ma durante la partita era stato marcato molto bene da Jamel Morris)

Delusione Happy Casa Brindisi

Clima avvelenato, polemiche e “processi” nocivi

Il clima velenoso che si avverte intorno alla squadra ed alla società non aiuta a superare momenti critici e delicati come questi che si stanno vivendo, da parte di tutti, tifosi, squadra, società. In questa stagione agonistica sono stati commessi molti errori che il presidente Nando Marino ed i suoi collaboratori hanno già riconosciuto e che, al momento opportuno si tireranno le somme. Ma 12 anni di prestigiosi risultati, ricchi di soddisfazioni, non si possono cancellare in pochi mesi con un campionato, sia pure il più deludente e disastroso. Fino a qualche settimana fa sono stati contestati giocatori che adesso, dopo aver superato delicati momenti di infortuni e malattie, stanno dimostrando il loro vero valore, vedi Jamel Morris, Nate Laszewsky, Xavier Sneed, Jeremy Senglin e lo stesso JJ Jhonson.

Nando Marino-4

Molti successi conseguiti vanno iscritti a pieno merito alla società ed alle scelte da questa effettuate, ai sacrifici compiuti dalla stessa tifoseria, sempre ed attiva in campagna abbonamenti e presente con orgoglio sulle gradinate di tutti i palasport italiani; si può discutere e contestare, come è nel pieno diritto di ogni tifoso appassionato e legato alla propria squadra, ma avvelenare un ambiente e “processare” una società significa compromettere l’immediato futuro, senza alcun appello. D’altra parte è anche da ingrati dimenticare che questa stessa società ha permesso al basket di Brindisi di raggiungere traguardi impensabili,  due finali di Coppa Italia, vittorie sui campi prestigiosi di Milano e Bologna, primi posti in classifica e l’opportunità di vedere schierati con la propria maglia fior di giocatori che sono fra i più apprezzati in Eurolega. Si tratta di Darius Thompson, Derek Willis, dal mitico “brindisino” John Brown ad Adrian Banks, a Phil Goss, Kemba Walker, Kelvin Martin e Tyler Stone, Jeremy Chappell e Nick Perkins per finire a D’Angelo Harrison e Ky Bowman e Jason Burnell tanti altri, ma anche italiani rigenerati e consegnati alla Nazionale o squadre d’alta classifica come Riccardo Moraschini all’Olimpia Milano e per ultimo Bruno Mascolo alla Virtus Bologna, e l’elenco potrebbe continuare.
 

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