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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Bucchi guarda avanti. E chiede pazienza

BRINDISI - «Mi brucia più la sconfitta rimediata in casa contro Varese, che quella subita a Cantù, contro una squadra che, non dimentichiamolo, gioca l'Eurolega, e quindi ha un organico diverso dal nostro». È il solito Bucchi quello che si è presentato in sala stampa questo pomeriggio: riflessivo, pacato, fiducioso. Il coach prova a dare la carica ai suoi ragazzi: «È giunto il momento di fare punti, magari anche giocando peggio ma vincendo. Comunque siamo consapevoli che l'impegno di domenica non è da sottovalutare».

BRINDISI - «Mi brucia più la sconfitta rimediata in casa contro Varese, che quella subita a Cantù, contro una squadra che, non dimentichiamolo, gioca l'Eurolega, e quindi ha un organico diverso dal nostro». È il solito Bucchi quello che si è presentato in sala stampa questo pomeriggio: riflessivo, pacato, fiducioso. Il coach prova a dare la carica ai suoi ragazzi: «È giunto il momento di fare punti, magari anche giocando peggio ma vincendo. Comunque siamo consapevoli che l'impegno di domenica non è da sottovalutare».

L'avversario di turno è Venezia (con diretta su La7d alle ore 12) e anche i lagunari sono fermi in classifica a quota due punti: «Sarà una partita difficile contro la squadra che l'anno scorso è stata la rivelazione del campionato». Poi Bucchi analizza i due temi-tormentone dell'inizio di stagione dell'Enel: l'inesperienza e Gibson playmaker che non rende quanto potrebbe.

«È evidente che la squadra deve avere una crescita generale. Sappiamo di avere un roster giovane e inesperto. Sicuramente ci mancano un po' di cinismo e la capacità di reggere alcuni momenti della partita, e non mi riferisco solo ai playmaker, ma a tutti. Dobbiamo essere più solidi. Però vi ricordo che abbiamo avuto di fronte le due squadre italiane che fanno l'Eurolega», riferendosi a Cantù e Siena.

Poi i malumori sul ruolo del californiano: «Quest'estate tutti i brindisini volevano Gibson ed il compromesso raggiunto con il giocatore, pur di farlo rimanere, era che lui giocasse play. Sapevamo che correvamo qualche rischio, ma Jonathan voleva fare un certo cammino nella sua carriera, ed ha accettato di farlo rinunciando ai molti soldi in più che gli erano stati offerti in Russia. Con ciò intendo dire che dobbiamo avere tutti pazienza: il ragazzo sta vivendo un processo di maturazione. Società, tifosi e staff tecnico erano d'accordo sul rischio da correre, ora però dobbiamo avere pazienza, non si può tornare indietro. Io sono possibilista, da parte sua c'è voglia e disponibilità. E poi vero che a Gibson qualcosa dobbiamo concedere, ma è anche vero che in campo ci dà molto indietro».

C'è spazio anche per le prestazioni non entusiasmanti di Viggiano: «I suoi alti e bassi sono normali, se si tiene conto che a causa della convocazione in nazionale non ha riposato durante l'estate. È alla ricerca della condizione migliore. Ma del resto chiunque giochi in nazionale, in campionato ha rendimenti altalenanti».

Dopo l'incontro con Bucchi, spazio al nuovo presidente Nando Marino e al vicepresidente vicario Luigi Bagnato, che ovviamente ringraziano il patròn Ferrarese e gli uscenti Antonio Corlianò e Pino Marinò. Il presidente ritorna sul tema palazzetto, il tormentone di sempre: «Questa città ha bisogno di un palasport da 5000 posti, che a noi garantirebbe maggiori incassi e ci consentirebbe di aprire le porte anche ai ragazzi e ai nostri figli, ma alla città darebbe finalmente un luogo per organizzare eventi, spettacoli, concerti, congressi. Mi rendo conto che investire in questo momento così delicato tanti soldi in un Palazzetto possa apparire indelicato, ma sperare non costa nulla».

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