Sentenza del Tribunale a conclusione del processo scaturito dall'inchiesta del Noe sull'area ex Belleli: assolti gli imprenditori Campana di Mesagne, disposta la restituzione di 15 ettari posti sotto sequestro. Risarcimento danni in favore di un agricoltore e del Ministero dell'Ambiente, rigettate le altre richieste
Tredici imputati, fra cui 10 persone fisiche e tre società, si sono presentati stamani davanti al giudice monocratico del tribunale di Brindisi, Genantonio Chiarelli, per la prima udienza del processo sull'interramento negli uliveti del Brindisino dei fanghi provenienti dal porto di Taranto e in particolare dalla dismissione del sito Belleli
MESAGNE – Il Comune di Mesagne sarà parte civile nel processo che nascerà dall’indagine dei carabinieri del Noe di Lecce e della procura di Brindisi sullo smaltimento illecito dei fanghi provenienti dall’area di bonifica del sito ex Belleli, nel porto di Taranto, e sparsi in un oliveto dell'agro.
BRINDISI - Sono autotrasportatori, proprietari dei terreni già sequestrati lungo la Brindisi – Mesagne e imprenditori, questi ultimi di Mesagne, che avrebbero concorso a impastare la terra delle campagne brindisine con i fanghi del dragaggio del porto di Taranto.
MESAGNE - E’ un’azienda di un imprenditore di Mesagne, Vincenzo Montanaro, quella sottoposta a sequestro con interdizione per sei mesi, dai carabinieri del Noe in esecuzione di un provvedimento del gip Maurizio Saso su richiesta della procura di Brindisi.
BRINDISI - Sigilli a 17 autotreni e a un impianto di smaltimento, 13 indagati, quattro società coinvolte tra Brindisi e Taranto: sono proseguite fino a raggiungere risultati importanti le indagini avviate circa un anno fa sui fanghi di dragaggio provenienti dall’area Belleli.