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Castello di Oria, la proprietà: "Avviato un confronto con l'Amministrazione"

La famiglia Romanin-Caliandro: "Non si può prescindere da un accordo con noi". I consiglieri regionali Bruno e Pagliaro avevano proposto un procedimento per la dichiarazione di interesse eccezionale

ORIA - Anche la famiglia Romanin-Caliandro - proprietari del castello Federiciano di Oria - interviene nel dibattito. Dopo che i consiglieri regionali Paolo Pagliaro (capogruppo La Puglia Domani) e Maurizio Bruno (Pd) hanno presentato una richiesta di audizione in commissione regionale Cultura sul procedimento per la dichiarazione di interesse eccezionale del bene, affinché torni accessibile al pubblico, la proprietà ha diramato un comunicato, in cui si spiega che ha avviato un confronto con l'Amministrazione comunale di Oria.

Recita un comunicato della famiglia Romanin-Caliandro: "All'esito di un lungo periodo in cui si è discusso ampiamente dell'utilizzazione del Castello di Oria, la proprietà intende affidare a questo breve comunicato il proprio pensiero, volendo fare semplicemente chiarezza sulla situazione attuale senza alcuna vis polemica. Dopo un approfondito e serrato confronto, la proprietà ha avviato con l'Amministrazione comunale un procedimento amministrativo, di indubbia legittimità, convinta che si tratti dell'unico strumento teso a conseguire l'obiettivo, auspicato da più parti, che consenta non solo l'utilizzazione del bene anche in favore della collettività, ma anche uno slancio culturale e, soprattutto, economico per l'intera città di Oria".

I proprietari del castello Federiciano concludono: "Non senza rilevare, infatti, che anche le norme del Codice dei Beni  Culturali, invocate da più parti, non possono prescindere, per il loro  stesso dato testuale, dal raggiungere accordi con la proprietà, perché solo attraverso patti che determinano la reciproca soddisfazione degli interessi, costituzionalmente garantiti, della proprietà, da un lato, e del  patrimonio culturale, dall'altro, il castello e tutta la città di Oria potranno trarre un rilevante beneficio sotto ogni aspetto, turistico, culturale ed economico per primi".  

Per comprendere il comunicato della famiglia Romanin-Caliandro, occorre rileggere le parole dei consiglieri regionali: "Un gioiello sepolto: questo - avevano scritto Pagliaro e Bruno - è il castello di Oria, perla del Brindisino. Da ormai quattordici anni questo maniero monumentale, che ha avuto un ruolo centrale nella storia del Salento e della Puglia, è chiuso al pubblico. Una strada per garantirne la più ampia fruizione è avviare il procedimento per la dichiarazione d’interesse eccezionale, come previsto dall’articolo 104 del decreto legislativo 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Possono essere dichiarati d'interesse eccezionale le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico ed etnoantropologico particolarmente. Ed è proprio il caso del castello di Oria".

Bruno e Pagliaro intendono sollecitare l'assessore regionale al ramo Bray e tutti i soggetti istituzionali interessati, con il contributo prezioso delle associazioni locali, "ad attivarsi per la valorizzazione e promozione di questo bene straordinario. Il primo passo è l’avvio da parte della Soprintendenza del procedimento per la dichiarazione d'interesse eccezionale del castello di Oria, in modo da renderlo nuovamente fruibile al pubblico come avvenuto per circa settant'anni fino al 2007". 

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