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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Conosci previeni cura": in Puglia controlli gratuiti per le donne, ma non a Brindisi

Dal 17-22 aprile. L'iniziativa promuove informazione, prevenzione e cura nella popolazione femminile. Asl Brindisi non ha aderito all'iniziativa

BRINDISI - "Conosci, previeni, cura", Open week 17-22 aprile per promuovere informazione, prevenzione e cura nella popolazione femminile ma la sanità territoriale di Brindisi e provincia "assente ingiustificata". L’Adoc di Brindisi (Associazione difesa orientamento consumatori), in occasione della campagna promossa dalla Regione Puglia Conosci, Previeni, Cura dedicata alla salute delle donne con la quale le aziende sanitarie pugliesi promuovono iniziative ed eventi gratuiti per l’informazione, la prevenzione e la cura per le donne registra, "per l’ennesima volta, il ritardo, il disinteresse, la totale assenza della sanità di prossimità del territorio che non ha ritenuto, con le sue strutture, di aderire all’iniziativa". 

Da quanto si legge sul portale "Puglia Salute" che promuove l'iniziativa, verranno offerti gratuitamente servizi clinici, diagnostici e informativi nelle aree specialistiche di cardiologia, colonproctologia, dermatologia, diabetologia, dietologia e nutrizione, endocrinologia e malattie del metabolismo, ginecologia e ostetricia, medicina della riproduzione, neurologia, oncologia ginecologica, oncologia medica, pneumologia, psichiatria, reumatologia, senologia, urologia e nell’ambito dei percorsi dedicati alla violenza sulla donna.

"In anni in cui si scontano disservizi, carenze tecnologiche, interminabili liste d’attesa, carenze di personale, criticità nel pronto soccorso del capoluogo di provincia e una serie infinita di disagi e carenze che questa associazione ha auto modo di segnalare numerose volte e rispetto alle quali ha relazionato altresì nel dicembre 2021 in sede di convocazione presso la Commissione Consiliare della Regione Puglia anche in questa importante occasione ci dogliamo di apprendere come le donne brindisine, pur abitando un territorio ad alto rischio ambientale e con una sanità al collasso, perdano anche l’occasione di partecipare ad un progetto di prevenzione e cura, gratuito, che non solo ne avrebbe fatto crescere la consapevolezza rispetto all’attenzione al proprio corpo ma avrebbe altresì consentito a tante donne, che non hanno possibilità di accesso alla sanità privata o che sono ad oggi in coda in lunghissime liste d’attesa, di potersi sottoporre a screening di prevenzione di eventuali gravi patologie, con beneficio delle stesse ma anche del complesso della sistema sanità. Per le motivazioni di cui sopra l’Adoc di Brindisi condanna fermamente una gestione della sanità locale inadeguata e lontana dai bisogni delle persone". Si legge nella nota Adoc. 

Le strutture in Puglia che hanno aderito all'iniziativa sono:

Ospedale della Murgia Fabio Perinei - Altamura (Bari)

Ospedale Di Venere - Bari

Ospedale Umberto I - Corato (Bari)

Ospedale San Paolo - Bari

Ospedale Santissima Annunziata -Taranto

Casa sollievo della sofferenza - San Giovanni Rotondo (Foggia)

 Policlinico - Bari

 Casa di Cura Monte Imperatore - Noci (Bari)

 Ospedale Miulli - Acquaviva delle Fonti (Bari)

 Ospedale Santa Maria - Bari

 Istituto Tumori Giovanni Paolo II - Bari

Gli ospedali con i Bollini rosa che hanno aderito all'iniziativa offrono gratuitamente servizi clinici, diagnostici e informativi in varie aree specialistiche.

Il commento di Elena Marrazzi (Fials)

Ancora una volta, l’Azienda sanitaria di Brindisi ha perso una ghiotta occasione per far parlare (bene) di sé ma, soprattutto, di dimostrare la propria attenzione verso la salute dei cittadini e, nel caso specifico, delle donne. Spiace constatare, infatti, come quella brindisina sia tre le pochissime Asl pugliesi a non avere aderito alla campagna promossa dalla Regione Puglia dal titolo “Conosci, Previeni, Cura”. Si tratta di un mero errore? Una ‘svista’ da parte di chi aggiorna il Portale della salute della Regione Puglia che non ha provveduto ad inserire l’Asl brindisina tra quelle aderenti alla campagna? Vorremmo tanto fosse così, ma temiamo che le cose stiano in maniera differente. Ed allora mi chiedo - da donna prima ancora che da responsabile del coordinamento donne di Fials – come è possibile che, nonostante ci siano tantissime donne che non hanno la possibilità di accedere al privato e che sono costrette ad attendere il proprio turno nelle lunghissime liste d’attesa, si è persa l’occasione di partecipare a questo progetto di prevenzione e di cura gratuito? Cosa lo ha impedito? Di chi sono le responsabilità? In un momento in cui accedere al sistema sanitario è una prerogativa di pochissimi, a causa delle interminabili liste d’attesa e della contrazione di servizi offerti alla cittadinanza, è mai possibile registrare una gestione della sanità sempre più lontana dai bisogni delle persone?

Articolo aggiornato alle 16:50 (Commento di Elena Marrazzi)

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