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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Fra Natale e Santo Stefano spesi quasi 300 milioni sulle tavole dei pugliesi

I dati raccolti dalla Coldiretti in Puglia: nove pugliesi su dieci hanno deciso di trascorrere le festività a casa con parenti e amici

Quasi trecento milioni di euro spesi per cibi e bevande per la cena della vigilia e pranzi di Natale e Santo Stefano in Puglia: è quanto emerge dai dati raccolti da Coldiretti. Nove pugliesi su dieci, ovvero il 91%, hanno deciso di trascorrere le festività a casa con parenti e amici.

Se nel menu della vigilia è stato scelto di servire soprattutto il pesce presente in 7 tavole su 10 (71%), a Natale ha prevalso la carne con bolliti, arrosti e fritti, ma anche paste ripiene, tortellini in brodo, pizze rustiche, calzoni e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 2,8 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dal quale si evidenzia il ritorno delle tavolate con in media 8 persone a condividere il menu più importante dell’anno, dopo le limitazioni imposte dalla pandemia.

Con il pranzo di Santo Stefano e l’immancabile lasagna o la variante della pasta al forno, verdure fritte e salumi e formaggi, si chiude la prima parte delle festività natalizie, in attesa del cenone di fine anno ed il pranzo di capodanno.

Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per oltre otto pugliesi su dieci (84%) assieme alla frutta locale di stagione (90%), mentre il panettone con il 78% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 74% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in più di quattro famiglie su dieci (41%).

Per la maggioranza delle tavole, il menù è stato scelto sulla base di prodotti o ingredienti locali con una spesa stimata in 98 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 57 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 31 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 53 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 21 per pasta e pane e 23 milioni di euro per formaggi e uova.

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