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Cronaca

Nuovo centro commerciale a Brindisi, apertura a Natale

Tre strutture no food di fronte all'ospedale Perrino: aree per il bricolage e giardinaggio, elettronica e informatica e per abbigliamento sportivo. Personale ancora da selezionare, nome provvisorio BrinPark, proprietà della società leccese Aliotto

BRINDISI – Tre “dimensioni” per il nuovo centro commerciale a Brindisi, di fronte all’ospedale Perrino, da tenere a battesimo in corrispondenza delle festività di Natale: BrinPark, nome ancora provvisorio, dovrebbe aprire il prossimo dicembre e ospiterà un’area per il bricolage e il giardinaggio, un’altra per l’abbigliamento sportivo e l’ultima per i patiti di elettronica, informatica ed elettrodomestici.

L'area del futuro centro commerciale no food Aliotto 2-2-2La data del taglio del nastro della nuova struttura è stata comunicata negli ultimi giorni al Comune di Brindisi, settori Attività produttive e Urbanistica, dopo il rilascio del permesso a costruire che ha di fatto dato un altro aspetto agli scheletri presenti nella zona da anni. Dal 2001, tenuto conto della storia tribolata della società Aliotto di Lecce, appartenente allo stesso gruppo che ha realizzato il centro Le colonne.

Il cantiere, aperto agli inizi dello scorso mese di maggio, ha subito un’accelerazione di recente a conferma dell’intenzione della proprietà di aprire al pubblico, con cerimonia di inaugurazione, le strutture a metà dicembre. La volontà è questa. Ma i particolari dell’investimento restano ancora pochi, innanzitutto per una questione di riservatezza legata al fatto che a quanto pare, proprio in questi giorni, sarebbero in via di sottoscrizione i contratti definitivi con gli “utilizzatori” delle tre strutture, vale a dire i marchi che sbarcheranno a Brindisi, poi per scaramanzia alla luce delle traversie del progetto perché le ferite del passato si fanno ancora sentire nonostante la chiusura della vicenda penale imbastita dalla Procura del capoluogo parallelamente alla prima inchiesta sugli appalti indetti dal Comune di Brindisi.

Quel progetto finì nel fascicolo dei pm, gli stessi che nel mese di ottobre 2003 ottennero gli arresti che decapitarono l’Amministrazione cittadina: c’era il sospetto che potesse esserci stata una lottizzazione abusiva e la società ha dovuto attendere i tempi – lunghi – della giustizia prima di ottenere la pronuncia dell’assoluzione definitiva, con sentenza della Cassazione nel 2011, “perché il fatto non sussiste”.

Il nome provvisorio che risulta agli atti del Comune è “BrinPark”, definito come “un’area commerciale integrata, nella zona compresa tra la strada statale 7 Appia e via Caduti di via Fani, ricadente nel rione Sant’Elia”, per il quale gli uffici, sia quelli di Brindisi che quelli della Regione Puglia, si sono espressi con parere favorevole definitivo nel mese di giugno dello scorso anno dopo aver visionato il  “progetto esecutivo per le opere di urbanizzazione a scomputo del piano attuativo convenzionato per la realizzazione dell’area Brinpark”. L’investimento è stato attualizzato dalla Giunta con la delibera di approvazione, presentata dall’assessore all’Urbanistica.

Il progetto originario risale niente di meno che al 1998, la convenzione è del 2000: tre anni più tardi Aliotto diventa un caso sottoposto al vaglio dei giudici del Tar di Lecce, i quali annullano il titolo abilitativo edilizio per la “mancata previsione nella regolamentazione regionale di una grande struttura di vendita alla quale è stata equiparata la tipologia di cinque medie strutture commerciali oggetto del permesso a costruire in parola”.

Il Consiglio di Stato dichiara il ricorso “improcedibile per la sopravvenuta carenza di interesse anche per effetto della successiva programmazione da parte della Regione Puglia della realizzabilità di una grande struttura di vendita no food, allocabile nel bacino in cui ricade l’area di proprietà di Aliotto”. A Bari il progetto ritorna nel 2005, quando in sede di conferenza di servizi arriva l’autorizzazione, “tuttora vigente per effetto di provvedimenti di proroga adottati”. La nuova convenzione urbanistica risale al 28 ottobre 2008, tre anni più tardi, la conclusione dell’iter istruttorio e dodici mesi dopo il nulla osta del settore Lavori pubblici “anche con riferimento alla congruità dei prezzi”.

Per il Comune di Brindisi, “le opere di urbanizzazione da realizzare sono funzionali alla costruzione di tre plessi edilizi”, che saranno realizzati partendo dallo scheletro esistente”: quelle primarie ammontano a 1.959.719 euro, fra rete metano, illuminazione, percorsi pedonali, reti Telecom ed Enel, rete fognante e rete per le acque meteoriche; quelle secondarie si fermano a 666mila euro, tra verde attrezzato, parcheggi pubblici e illuminazione anche con torri faro.

Sul piano della spesa per il verde, l’amministrazione ha chiesto la creazione di “una fascia tampone a ridosso del viale Caduti di via Fani, al fine di attenuare l’inquinamento acustico e atmosferico, creato dall’inevitabile aumento del traffico connesso alla presenza del centro”. La proposta di piantumazione prevede “tre filari di macchia mediterranea, utilizzando le specie tipiche della zona, come Quercus Ilex, Carrubo, Olea europea, Viburno, Mirto, Lentisco, Phillirea e Corbezzolo”. Per “esaltare la scenografia delle costruzioni, si è previsto di utilizzare piante a forma verticale quali le palme”. Aliotto, inoltre, ha assunto l’onere aggiuntivo di “progettare ed eseguire a proprie spese una rotatoria di accesso all’area da edificare sull’asse urbano di viale Caduti di via Fani, su aree in parte della stessa società a in altre pare su suolo del Comune”, allo scopo di migliorare l’accessibilità e la viabilità.

A garanzia della corretta esecuzione delle opere di urbanizzazione, in sede di convenzione, è stata prevista la polizza fideiussoria della Unipol Assicurazioni di 780.043 euro. La società ha versato 257.301 euro quale prima e seconda rata del contributo concessorio dovuto e non restituito a seguito dell’annullamento del permesso a costruire nel 2001. “Tale importo ricapitalizzato, detratto dal totale dovuto a titolo di conguaglio da Aliotto, vede un salto di oneri di urbanizzazione pari a 300.882,95 euro da versare”. Stando ai conteggi fatti a palazzo di città, 233.216,50 euro sono necessari per la “sanatoria delle opere esistenti”.

Nulla, al momento, è stato riferito a proposito delle selezioni finalizzate alla ricerca del personale da assumere nelle tre aree commerciali no-food. Tenuto conto della tempistica e quindi dell’apertura prevista a Natale, si può ritenere che la procedura sarà attivata a breve. Non è escluso attraverso agenzie di lavoro interinale. Non c’è comunicazione neppure su numero degli addetti previsti, né sui profili professionali.

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