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Cronaca Francavilla Fontana

In memoria del partigiano che non si arrese, a 72 anni dalla morte

Ucciso in combattimento dai fascisti perché, assieme ai suoi compagni, aveva avuto pietà di un ragazzo di 16 anni delle SS italiane, risparmiato dopo la cattura e rimesso in libertà, il quale per riconoscenza guidò poi i suoi camerati sino al rifugio dei partigiani

FRANCAVILLA FONTANA – Ucciso in combattimento dai fascisti perché, assieme ai suoi compagni, aveva avuto pietà di un ragazzo di 16 anni delle SS italiane, risparmiato dopo la cattura e rimesso in libertà, il quale per riconoscenza guidò poi i suoi camerati sino al rifugio dei partigiani. Così cadde combattendo eroicamente a 22 anni, tra le fiamme di una baita incendiata dal nemico, Donato Della Porta, di Francavilla Fontana, vice comandante di una squadra della 54ma Brigata Garibaldi. Era una gelida mattina del 9 dicembre 1944.

E sabato prossimo, 17 dicembre 2016, Della Porta sarà ricordato dalla sua città con una cerimonia solenne cui parteciperà anche una delegazione del Comune di Cevo. Cevo, assieme al Comune di Saviore, in provincia di Brescia, sino al 1954 formava il Comune di Valsaviore, che fu appunto sciolto 62 anni fa sdoppiandosi nei due centri originari che lo componevano. La baita dove fu ferito a morte Donato Della Porta si trovava in località Baulè, nella zona dell’Adamello e nel territorio del Comune di Valsaviore. A Cevo c’è uno dei tanti musei della Resistenza che sono sparsi nei luoghi storici della lotta ai nazifascisti sulle Alpi e sull’Appennino.

Donato Della Porta 2-2Si potrebbe fare un film, sulle ultime ore di vita di Donato Della Porta, come quelle pellicole del Neorealismo che hanno lasciato una traccia indelebile nel cinema italiano, firmati da Rossellini, De Sica, Zampa, Lizzani, Blasetti, Vancini e tanti altri. L’8 dicembre i fascisti mandarono sui monti di Cevo, in esplorazione, un ragazzo sedicenne della zona, tale Lodovico Tosini, uno dei tanti arruolati dai repubblichini. Tosini aveva le mostrine delle SS italiane.

Tosini fu però catturato da una squadra di sei partigiani, che avevano rifugio provvisorio in una baita in località Baulè. Tra questi c’era Della Porta, un militare che dopo l’8 settembre 1943 aveva scelto la strada della montagna e della Resistenza piuttosto che piegarsi ai nazifascisti o finire in un campo di concentramento per soldati italiani. I partigiani discussero della sorte di Tosini, ma prevalse la decisione di rimandarlo a casa, data la giovane età, piuttosto che sopprimerlo. Una misericordia che quei partigiani della 54ma Brigata Garibaldi (i reparti partigiani costituiti dal Partito Comunista Italiano) pagarono duramente il giorno successivo.

Infatti il ragazzo, appena liberato, si diresse presso il comando più vicino della Guardia nazionale repubblicana, comunicando di aver localizzato un rifugio di partigiani. Nella notte scattò un rastrellamento organizzato dal maggiore della Gnr di Capodimonte e dal comandante di zona tedesco. Lodovico Tosini fece da guida sino alla baita, che fu circondata da una mezza compagnia di nazifascisti.

I partigiani, anche se solo in sei, rifiutarono la resa, riuscendo a bloccare il reparto che li circondava. Ma i fascisti ottennero ben presto rinforzi, e alcuni militi scivolarono alle spalle della baita, dove i difensori non avevano visibilità, e vi appiccarono il fuoco per stanare gli uomini della squadra garibaldina. Per non morire bruciati, deposero le armi, alla fine, due dei sei partigiani. Tre degli altri, il russo ex prigioniero di guerra Miscia, di cui si ricorda solo il nome di combattimento, il francese Gorge Martinelli, e l’armeno Mirtic Dascetoian, proprio colui che aveva preteso la liberazione di Todini, erano già spirati.

Donato Della Porta, gravemente ferito e ustionato, fu estratto in fin di vita dalla baita in fiamme, e morì sul tavolo della cucina della canonica di Valle, dove abitava il parroco don Francesco Sisti, che diede l’estrema unzione al giovane partigiano di Francavilla Fontana. Finita la guerra, il 16 ottobre del 1945 i resti di Donato Della Porta furono traslati a Francavilla Fontana, dove attualmente si trovano nella cappella di famiglia.

Questa volta, per commemorare Donato Della Porta, il Comune di Francavilla Fontana ha organizzato un incontro pubblico con gli studenti delle terze classi di scuola media inferiore. L’incontro si terrà alle ore 9 di sabato prossimo, come già detto, nella Sala del Lampadario del Castello Imperiali alla presenza del sindaco di Cevo: “E’ l’occasione per offrire a tutti, in particolar modo alle nuove generazioni, l’opportunità di riflettere sulla scelta di un figlio di questa città di sacrificare la propria vita per assicurare la libertà, la giustizia e la democrazia in Italia”, dice una nota dell’amministrazione comunale.

La manifestazione sarà aperta dai saluti del sindaco di Francavilla Fontana, Maurizio Bruno, e del sindaco di Cevo, Silvio Marcello Citroni. Seguiranno gli interventi di Katia Bresadola, Museo della Resistenza di Cevo), del prefetto di Brindisi, Annunziato Vardè, del comandante provinciale dei Carabinieri di Brindisi, Nicola Conforti, e del delegato Anpi, Alessandro Rodia. Modererà l’incontro il giornalista Valerio Nisi.

Successivamente, alle 11, le autorità civili e militari si recheranno in corteo presso il Monumento ai Caduti per la deposizione di una corona di alloro in memoria “di chi ha offerto la propria vita per un’Italia libera e democratica”. Alle 12, i sindaci di Cevo e Francavilla Fontana deporranno un fascio di fiori sulla tomba del partigiano Donato Della Porta  presso il cimitero comunale.

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