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Cronaca

A lezione di Shoa con un sopravvissuto ad Auschwitz

FASANO – Samuel Modiano, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, in mattinata ha incontrato i ragazzi della scuola media “Pascoli” e delle quinte classi del liceo “da Vinci” nell'auditorium dell'Itc “Salvemini”. Ottant’anni, nativo dell’isola di Rodi, nel 1938 a causa delle leggi razziali, fu espulso dalla scuola (frequentava la terza elementare) perché ebreo.

FASANO – Samuel Modiano, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz,  in mattinata ha incontrato i ragazzi della scuola media “Pascoli” e delle  quinte classi del liceo “da Vinci” nell'auditorium dell'Itc “Salvemini”. Ottant’anni, nativo dell’isola di Rodi, nel 1938 a causa delle leggi razziali, fu espulso dalla scuola (frequentava la terza elementare) perché ebreo.

Nel 1944 gli ebrei di Rodi furono internati nel campo di concentramento polacco. Un viaggio per raggiungere il campo di oltre un mese. Nessuno sapeva dove si stesse andando, ha raccontato Modiano. Molti morirono e quando si arrivò ad Auschwitz si comprese quale tragedia si stava per affrontare. Molto ma molto peggiore di quel viaggio che a un ragazzino era sembrato un inferno.

Sulle loro braccia vennero tatuati dei numeri. “La nostra vita per l'esercito tedesco era ridotta ad un numero” ha ricordato Modiano. Orfano di madre (l’aveva persa nel 1941), nei campi di concentramento perse la sorella Lucia e il padre Giacobbe. Destinato alla camera a gas, riuscì per circostanze fortuite ad evitare l’orrenda fine. Si salvarono solo quaranta uomini e cento donne, dei duemila e cinquecento ebrei di Rodi internati ad Auschwitz.

"Alla fine della guerra ero vivo – ha detto Modiano -, ma non ero felice. Mi sono sentito un privilegiato, volevo essere dalla parte di mia sorella e di mio padre. Non ero felice. Io ho visto ragazzi come me, come voi che hanno fatto quella fine nelle camere a gas. Quando siamo usciti vivi da quella tragedia ci siamo portati un grande punto interrogativo: ma perchè?

Per tutta la vita mi sono chiesto il motivo di questo privilegio, di aver sfiorato la morte e oggi grazie a Dio posso darvi la risposta: sono stato destinato ad essere davanti a voi per trasmettere e raccontarvi quello che i miei occhi hanno visto e che né voi e né i vostri figli potranno vedere. Siete la speranza  affinché questo non accada mai più».

A conclusione della cerimonia nel cortile della scuola Pascoli è stata piantana una quercia. Un alberello che crescerà, diventando forte e grande e sarà il simbolo della pace e delle sofferenze di tanti Samuel Modiano uccisi dalla ferocia e dalla barbarie nazista e fascista. Ai piedi della quercia una targa: “Fate che questo non accada mai più. B7456”.  Il numero impresso dai nazisti sul braccio di Samuel Modiano.

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