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Cronaca

Abusi sessuali sull'educatrice, il pm chiede 2 anni e mezzo per l'ex presidente della coop

BRINDISI – Due anni e sei mesi di reclusione per atti di libidine. E’ la richiesta avanzata dal pubblico ministero Francesco Carluccio a conclusione della requisitoria nel processo a carico di Giuseppe Baldari, 56 anni, di Latiano, ex presidente della cooperativa latianese “Mondo Azzurro”, accusato di violenza sessuale continuata nei confronti di una educatrice della stessa cooperativa. Carluccio, sostituto procuratore che sta svolgendo l’uditorato a Brindisi, con il pm Milto De Nozza (che ha svolto la parte centrale della requisitoria), ha escluso la violenza sessuale ritenendo più verosimile gli atti di libidine e di conseguenza la richiesta di pena è stata di molto inferiore.

BRINDISI – Due anni e sei mesi di reclusione per atti di libidine. E’ la richiesta avanzata dal pubblico ministero Francesco Carluccio a conclusione della requisitoria nel processo a carico di Giuseppe Baldari, 56 anni, di Latiano, ex presidente della cooperativa latianese “Mondo Azzurro”,  accusato di violenza sessuale continuata nei confronti di una educatrice della stessa cooperativa. Carluccio, sostituto procuratore che sta svolgendo l’uditorato a Brindisi, con il pm Milto De Nozza (che ha svolto  la parte centrale della requisitoria), ha escluso la violenza sessuale ritenendo più verosimile gli atti di libidine e di conseguenza la richiesta di pena è stata di molto inferiore.

Al contrario dell’avvocato Gianvito Lillo, parte civile per conto della educatrice molestata, che ha sollecitato il Collegio (presieduta da Gabriele Perna) a considerare l’opportunità non solo di riconoscere il reato per il quale Baldari è imputato, ma anche l’aggravante. L’assoluzione, invece, è stata chiesta dagli avvocati Antonio Maurino e Cosimo Sarli, difensori di Baldari. Il processo è stato aggiornato all’8 febbraio. Ci sarà la replica dell’accusa e quindi la camera di consiglio. L’udienza di oggi, ovviamente a porte chiuse, è iniziata verso mezzogiorno e si è conclusa attorno alle 18. In un primo momento il presidente Perna aveva deciso di chiudere in giornata. Ma poi, data l’ora raggiunta, ha ritenuto, in accordo con le parti, di aggiornare a martedì 8 febbraio.

Baldari, agli arresti domiciliari dal dicembre 2009, è accusato dalla educatrice (una giovane di Latiano) di averle usato violenza in più occasioni. Secondo la versione della ragazza, che denunciò l’uomo alla Squadra mobile di Brindisi, era stata oggetto di attenzioni particolari (in tutto tre) che iniziano nel novembre del 2009, consistiti in palpeggiamenti, strofinamenti e apprezzamenti volgari. Baldari viene arrestato il 4 dicembre successivo in esecuzione del provvedimento di cattura emesso dal giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò, su richiesta del pubblico ministero Silvia Nastasia.

Il processo è stato un susseguirsi di colpi di scena, con quello finale consistito nella denuncia, lo scorso 21 dicembre, a margine di un’udienza, della ragazza per presunte molestie subite dall’uomo incontrato nel corridoio del primo piano del tribunale, a poca distanza dall’aula nella quale si sarebbe tenuto di lì a poco l’udienza per la violenza carnale. Nell’ultima udienza, infine, Baldari, chiamato a deporre, si rifiutò di rispondere alle domande preferendo rilasciare dichiarazioni spontanee, sostenendo di essere caduto in una trappola tesa da chi lo voleva far fuori. Stessa cosa per quanto la ragazza aveva sostenuto fosse avvenuto il 21 dicembre nel corridoio del tribunale.

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