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Abusi su chierichetti, l'ex vescovo al pm: "Mai detto a nessuno di non denunciare"

Monsignor Rocco Talucci, arcivescovo emerito di Brindisi, nel pomeriggio di oggi (25 maggio) è stato ascoltato dal pm del tribunale di Brindisi Giuseppe De Nozza, come persona informata sui fatti riguardo alle indagini sui presunti abusi sessuali ai danni di due chierichetti minorenni di cui è accusato don Giampiero Peschiulli, 73 anni

BRINDISI – Monsignor Rocco Talucci, arcivescovo emerito di Brindisi, nel pomeriggio di oggi (25 maggio) è stato ascoltato dal pm del tribunale di Brindisi Giuseppe De Nozza, come persona informata sui fatti riguardo alle indagini sui presunti abusi sessuali ai danni di due chierichetti minorenni di cui è accusato don Giampiero Peschiulli, 73 anni, ex parroco della chiesa di Santa Lucia. Talucci, che non risulta indagato, è arrivato in procura intorno alle ore 16,30, dispensando sorrisi  e saluti ai cronisti che lo attendevano all’esterno di Palazzo di giustizia. Lo accompagnava l’avvocato Giancarlo Camassa. 

IL VIDEO DELL'ARRIVO DI TALUCCI IN PROCURA

Il confronto con il magistrato è andato avanti per  circa un’ora. Il nome dell’arcivescovo emerito compare nell’ordinanza di custodia cautelare in regime di domiciliari notificata lo scorso 20 maggio a don Giampiero. Fra le persone ascoltate dai carabinieri della compagnia di Brindisi durante le Talucci all'esterno del tribunale, insieme al suo avvocato-2indagini (partite nel settembre del 2014, a seguito di un blitz presso la chiesta di Santa Lucia dell’inviato della trasmissione delle reti Mediaset "Le Iene", Giulio Golia) vi sono due genitori che hanno riferito di essersi recati da Talucci per segnalare presunti abusi subiti dai rispettivi figli (di cui uno minorenne) per mano di don Giampiero (si tratta di fatti risalenti a non meno di 11 anni fa, quindi coperti da prescrizione). Il vescovo, stando alla testimonianza degli stessi genitori, “dopo aver espresso meraviglia sul fatto che i giovani avessero parlato delle molestie ricevute in casa, aveva invitato le vittime degli atti sessuali a non denunciare la vicenda e a non parlarne con altri”. (Nella foto a destra, Talucci all'esterno del tribunale insieme al suo avvocato)

Ma Talucci, da quanto appreso, ha riferito al pm di non aver mai detto a nessuno di non sporgere denuncia per gli episodi in questione. Nel corso di quel faccia a faccia con i genitori, il vescovo originario di Venosa (Potenza) ammise di aver ricevuto varie lamentele sul conto di don Giampiero Peschiulli, ma nulla che riguardasse la sfera sessuale. Talucci avrebbe quindi invitato i genitori a cercare di approfondire la questione, dando la propria disponibilità a riparlarne di persona in un secondo momento. Ma quell’incontro non ebbe alcun seguito. 

L’ex vescovo dell’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni viene menzionato più volte nelle conversazioni telefoniche intrattenute (e intercettate dai carabinieri) da Peschiulli con persone di sua fiducia. In alcune di queste si fa riferimento a vicende poco chiare che riguardano la curia di Brindisi. 
Nel corso di un colloquio si parla di esorcismi praticati in delle parrocchie di Brindisi, in cambio di una somma di denaro pari a 50 euro. Don Giampiero viene descritto da un amica dello stesso come "una persona che può dar fastidio". 

Questa conversazione risale al 6 novembre, nel pieno della tempesta mediatica che travolse il parroco dopo la messa in onda del servizio delle Iene. Quello stesso giorno, viene intercettata un’altra telefonata in cui si parla  di vicende riguardanti la curia, con riferimenti diretti a Rocco Talucci, definito "molto amico" di Peschiulli. 

Don Gianpiero PeschiulliDifeso dall’avvocato Roberto Cavalera, Peschiulli si trova tuttora presso la sua abitazione in regime di domiciliari. Il parroco è accusato di aver abusato sessualmente di due chierichetti. I fatti, da quanto appurato dagli investigatori, si sarebbero verificati all’interno della chiesa di Santa Lucia. 

La prima vittima avrebbe subito molestie per cinque anni, fino al 2012. Il prete, poco prima di servire messa o subito dopo la fine della funzione, pare costringesse il minorenne a sottostare a una serie di atti, fra cui: dare baci sulle guance; farsi baciare dal ragazzo sulle guance; abbracciarlo dopo averlo tirato con forza a sé; dargli la mano incrociando le sue dita con quelle della mano del ragazzo; accarezzargli le cosce e le braccia. 

In due occasioni (la prima mentre il ragazzo era seduto davanti a lui per confessarsi, la seconda mentre si accingeva a prelevare il calice e i paramenti sacri dal luogo in cui erano riposti), inoltre, il parroco avrebbe infilato le mani nelle mutande del chierichetto, palpeggiandogli il sedere. E poi avrebbe anche preso il capezzolo sinistro del malcapitato, stringendolo fino al punto da provocargli forte dolore.

La seconda vittima avrebbe subito abusi per quattro anni, fino all’ottobre del 2014. Anche in questo caso, subito prima o subito dopo la funzione religiosa, il prete dava baci sulle guancia del ragazzo, gli palpeggiava le cosce, lo tirava a sé con forza e gli accarezzava il petto dopo avergli messo le mani sotto alla camicia. 

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