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Cronaca Mesagne

Aggredita e ferita in casa l'ex moglie del ricercato Sandro Campana, forse una vendetta

MESAGNE – Non c’è ancora traccia del malvivente che la notte scorsa è penetrato nella casa di Stefania Monte, 32 anni, di Mesagne, moglie separata di Alessandro Campana, arrestato l’altro giorno dalle parti di Porto Cesareo, esattamente in una villetta in contrada Bonocore. Il malvivente era a viso scoperto e dovrebbe essere di Mesagne, stando alle indicazioni fornite dalla giovane ai carabinieri della locale stazione e della compagnia di San Vito dei Normanni comandata dal capitano Ferruccio Nardacci. Era un giovane, di corporatura robusta e, sebbene fosse a viso scoperto, l’aggredita non l’ha riconosciuto: il viso non le ha ricordato nessuno in particolare.

MESAGNE – Non c’è ancora traccia del malvivente che la notte scorsa è penetrato nella casa di Stefania Monte, 32 anni, di Mesagne, moglie separata di Alessandro Campana, arrestato l’altro giorno dalle parti di Porto Cesareo, esattamente in una villetta in contrada Bonocore. Il malvivente era a viso scoperto e dovrebbe essere di Mesagne, stando alle indicazioni fornite dalla giovane ai carabinieri della locale stazione e della compagnia di San Vito dei Normanni comandata dal capitano Ferruccio Nardacci. Era un giovane, di corporatura robusta e, sebbene fosse a viso scoperto, l’aggredita non l’ha riconosciuto:  il viso non le ha ricordato nessuno in particolare.

Gli investigatori non si pronunciano nemmeno sul movente di questa intrusione del giovane nella casa di Stefania Monte, al numero 24 di via Puccini, nel rione periferico Materdomini. Dicono: potrebbe essersi trattato di un ladro sorpreso dalla padrona di casa, o magari anche di altro. Nelle altre ipotesi è compresa quella legata alla cattura del suo ex marito: i “colleghi” di Alessandro Campana e del fratello maggiore Francesco, che attualmente è ancora uccel di bosco, potrebbero avere deciso di dare una lezione alla Monte ritenendola responsabile di una qualche soffiata che possa avere portato i poliziotti sulle tracce dell’ex marito, magari per vendetta, dopo avere saputo che l’ex coniuge viveva assieme alla ragazza di Torre Santa Susanna. Ipotesi che, al momento, non trovano conforto nelle dichiarazioni ufficiali degli investigatori.

L’aggressione è avvenuto verso l’1. Nella casa con giardino situata al piano stradale di via Puccini c’erano Stefania Monte e i figli Gabriele, 14 anni, e Alessio, 13 anni. La donna ha raccontata ai carabinieri che verso l’1 ha sentito dei rumori provenienti dal giardino. E’ andata a controllare e si è trovata di fronte l’intruso. Lei non si sarebbe persa d’animo. Ha reagito scagliandosi contro e lui le avrebbe sferrato un pugno in pieno volto. Quindi il malvivente avrebbe estratto un coltello o un taglierino e le avrebbe provocato dei tagli ad una gamba. Nel frattempo, per il trambusto, si sono svegliati i ragazzi e l’intruso si è allontanato precipitosamente. Uno dei figli di Stefania Monte ha chiamato il 118, da dove l’allarme è rimbalzato ai carabinieri. La donna è stata portata in ospedale. I medici l’hanno medicata e dimessa. Le ferite riportate guariranno in una decina di giorni.

Stefania aveva sposato Alessandro Campana il 10 maggio del 1997. Uno zio della giovane donna, Fabrizio Monti, soprannominato “Pisieddu”, commerciante di materiale per l’edilizia, sul finire degli anni Ottanta fu ammazzato a colpi di arma da fuoco mentre si trovava nel proprio deposito poco distante dal vecchio campo sportivo di Mesagne.  Matrimonio andato bene nei primi anni. Nascono i due figli. Poi le cose cambiano. Sandro Campana conosce Antonella L., 28 anni, nativa di Mesagne, residente a Torre Santa Susanna. I due si frequentano. Tra Stefania e Sandro la rottura è definitiva e decidono di separarsi. Nel maggio scorso Sandro Campana si sottrae alla sorveglianza speciale e si dà alla macchia, trovando rifugio in una villetta in contrada Bonocore, territorio di Porto Cesareo. Antonella L. si trasferisce da lui. La loro vita coniugale viene interrotta lunedì scorso dai poliziotti della Squadra mobile di Brindisi e del commissariato di Mesagne. Lui viene arrestato per inosservanza agli obblighi, lei viene denunciata a piede libero.

Sul conto di Alessandro e del fratello Francesco, indicato dalle forze dell’ordine come una delle persone di maggiore fiducia del capo della Sacra corona unita, Giuseppe Rogoli, pende il sospetto che possano essere stati gli autori del tentativo di omicidio compiuto l’1 luglio in danno di Vincenzo Greco, mesagnese di 35 anni, ferito alla spalla e all’addome. Secondo le testimonianze acquisite dai poliziotti a sparare sarebbe stato Francesco, mentre alla guida della maxi-moto sulla quale arrivarono e si allontanarono i due sicari, ci sarebbe stato Alessandro. La motocicletta fu descritta da Greco come una Yamaha di colore nero. Mezzo che gli agenti hanno rinvenuto, assieme a due caschi, nella villetta in cui è stato trovato Alessandro Campana. La Yamaha non è rubata. Alessandro l’ha acquistata tempo fa da un facoltoso commerciante di Mesagne che però non si è preoccupato di far effettuare il passaggio di proprietà. E ovviamente questo procurerà qualche problema al commerciante.

Stamattina Sandro Campana è comparso dinanzi al giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati per la convalida dell’arresto relativo alla violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Il pubblico ministero Alberto Santacatterina ha chiesto l’emissione del provvedimento di custodia cautelare in carcere, mentre il difensore, avvocato Pasquale Annicchiarico, ha sollecitato la rimessione in libertà. Il giudice si è riservato di decidere ed al momento non ha ancora depositato.

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