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Cronaca Via Cappuccini

Ambulante senegalese pestato a sangue: denunciati due fidanzati brindisini

E' stato notificato un avviso di conclusione indagini ai due brindisini che lo scorso 7 giugno avrebbero aggredito brutalmente in via Cappuccini un commerciante ambulante del Senegal, il 43enne S.D., dopo avergli tentato di rifilare una banconota falsa

BRINDISI – E’ stato notificato un avviso di conclusione indagini ai due brindisini che lo scorso 7 giugno avrebbero aggredito brutalmente in via Cappuccini un commerciante ambulante del Senegal, il 43enne S.D., dopo avergli tentato di rifilare una banconota da 50 euro falsa. Si tratta di un uomo e una donna che convivevano all’epoca dei fatti. Lui è 39enne C.M. Lei è la 47enne A.S.

Sono stati i poliziotti della squadra mobile al comando del vicequestore Alberto Somma a risalire all’identità degli aggressori, nel corso di una meticolosa attività investigativa in cui preziosissima si è rivelata la collaborazione della vittima e di altre persone che hanno assistito ai fatti. Fu inaudita, del resto, la violenza con cui la coppia si accanì sul migrante.

Questi stava vendendo i suoi prodotti all’esterno del supermercato Dimeglio, nei pressi dell’ufficio postale del quartiere Cappuccini. I due si finsero degli acquirenti interessati all’acquisto di alcuni oggetti. Il commerciante si accorse immediatamente che la banconota da 50 euro che gli era stata consegnata dai fidanzati era falsa. Alle composte rimostranze verbali dell’extracomunitario, il 39enne e la 47enne reagirono con un’aggressione a calci e pugni. Al culmine del pestaggio, la vittima venne più volte colpita al volto con una cinta che gli aggressori si arrotolarono intorno alla mano, utilizzandola come “cazzottiere”.

I balordi riuscirono a dileguarsi a piedi per le vie limitrofe, pochi istanti prima dell’arrivo degli agenti della sezione Volanti e della Squadra Mobile. Il senegalese dovette ricorrere alle cure dei medici presso l’ospedale Perrino. Ascoltato dai poliziotti, l’uomo fornì un identikit dei due aggressori. Non solo, importanti elementi vennero ricavati anche dalle visione delle immagini riprese dalle telecamere presenti in zona. Dopo aver ristretto il cerchio dei sospettai, gli investigatori sono arrivati ai due fidanzati.

Lui fra l’altro all'epoca dei fatti era sottoposto dal 2014 a regime di sorveglianza speciale. Lei invece era già nota alle forze dell’ordine per un episodio di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale risalente all’estate del 2014. L’informazione di garanzia notificata ai due indagati porta la firma del pubblico ministero Antonio Costantini. Il prossimo passo dovrebbe essere la richiesta di rinvio a giudizio, sulla quale poi si esprimerà il giudice. 

Tale episodio si innesta in un clima di odio razziale che purtroppo pervade l'intero Paese. E' ancora fresco, infatti, lo choc per la morte del migrante nigeriano ucciso martedì scorso, 5 luglio, per le vie di Fermo (Marche), dopo aver preso le difese della compagna, alla quale, da quanto appurato dagli investigatori, era stato dato della scimmia dall'uomo successivamente sottoposto a fermo per l'omicidio. Anche Brindisi, del resto, non è nuova a episodi di intolleranza razziale. Basti ricordare l'incendio doloso appiccato la notte fra il 20 e il 21 gennaio 2015 in una palazzina di via Bastioni Carlo V abitata da un gruppo di migranti, di cui quattro rimasero intossicati. 

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