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Cronaca

Anziana uccisa, l'omicida si è scatenato

MILANO – Le ipotesi degli investigatori della polizia milanese ad oggi camminano su due strade: la rapina o il rancore. Per uno di questi due moventi, Lucia Scarpa, la 70enne brindisina che viveva a Milano, è stata uccisa con una decina di coltellate tra lunedì e martedì scorso nella sua abitazione di via Gessi 53. Il suo assassino non si è controllato: ha dilaniato la povera anziana colpendola sul volto, collo e torace con più di dieci coltellate.

MILANOLe ipotesi degli investigatori della polizia milanese ad oggi camminano su due strade: la rapina o il rancore. Per uno di questi due moventi, Lucia Scarpa, la 70enne brindisina che viveva a Milano, è stata uccisa con una decina di coltellate tra lunedì e martedì scorso nella sua abitazione di via Gessi 53. Il suo assassino non si è controllato: ha dilaniato la povera anziana colpendola sul volto, collo e torace con più di dieci coltellate.

“Tanta violenza – spiega un investigatore della mobile di Milano – si può spiegare in tanti modi. Il primo è quello di una persona che l’anziana conosceva già, la stessa a cui Lucia quel giorno ha aperto la porta di casa. Un individuo che aveva dei motivi di rancore nei confronti della 70enne e che dopo un breve e violento colloquio ha perso la testa e l’ha colpita con più coltellate. La seconda ipotesi, invece – continua l’investigatore – forse meno percorribile, ma non l’abbiamo esclusa del tutto, e se la pensionata si fosse trovata in casa un ladro, un rapinatore e avesse reagito? Il malvivente avrebbe potuto sentirsi perso e l’ha colpita a ripetizione”.

Questi i due moventi su cui la mobile di Milano, sezione investigativa, sta lavorando in queste ore. Tanti gli accertamenti in stato di svolgimento nell’indagine. Elemento molto importante su cui si sta lavorando è il mazzo di chiavi di Lucia Scarpa, queste sono sparite dall’appartamento. La polizia ha trovato la porta chiusa ma non a chiave: l’anziana donna è stata trovata a terra nel corridoio davanti all’uscio dell’ingresso, priva di vita e in una pozza di sangue. Lucia Scarpa, al momento del ritrovamento indossava una vestaglia da casa e per quanto riservata fosse, la donna, in quelle condizioni non avrebbe mai aperto la porta ad uno sconosciuto.

La colf che ogni quindici giorni andava nell’abitazione di via Gessi 53 per sbrigare le faccende domestiche è stata ascoltata dai pm ma poi rimandata a casa  perché i poliziotti su di lei non hanno sospetti, anche se la ecuadoriana aveva un mazzo di chiavi dell’appartamento della vittima. Rimane ora, da ascoltare – o forse ancora da identificare – gli investigatori non si sono espressi su questo – quell’uomo che secondo i parenti della vittima e alcuni vicini, aveva accesso all’appartamento di Lucia per innaffiare i fori.

Il quadro della polizia di Milano è ancora scomposto, bisognerà ancora attendere altri risultati per ricomporre il puzzle insidioso di questa brutta vicenda.

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