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Cronaca Ostuni

Spari contro il portavalori: arrestati gli autori dell'assalto armato

Eseguita un'ordinanza di custodia cautelare a carico di tre persone, già coinvolte nell'operazione Cani sciolti, per la rapina perpetrata il 13 maggio 2019 a Casalini

OSTUNI – Ora sono anche indagati per la rapina al furgone portavalori della Cosmopol, assaltato la mattina del 13 maggio 2019 a Casalini, i tre principali protagonisti dell’operazione Cani Sciolti del 15 maggio 2010, Mariano Barnaba di 28 anni, Giuseppe Santoro anch’egli 28enne, e Francesco Tanzariello di 57 anni, tutti di Ostuni e tutt’ora detenuti. I carabinieri della compagnia di Fasano gli hanno notificato altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, su richiesta del pm Gualberto Buccarelli, per concorso in tentato omicidio, concorso in rapina pluriaggravata (sia per l’assalto alo portavalori che per essersi impossessati della Beretta di uno dei vigilantes), detenzione e porto di armi e munizioni da guerra e comuni prive delle matricole, ricettazione delle stesse e di un veicolo rubato. I dettagli dell’operazione sono stati forniti dal comandante della compagnia di Fasano, capitano Daniele Boaglio, e dal comandante del Norm della medesima Compagnia, tenente Gerardo Manzolillo, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta stamattina presso la sede del comando provinciale Carabinieri Brindisi.

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Capitano Daniele Boaglio e tenente Gerardo Manzolillo-2

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Fu particolarmente cruento, l’assalto al furgone blindato della Cosmopol, avvenuto la mattina del 13 maggio 2019 davanti all’ufficio postale di Casalini, la frazione di Cisternino che si trova sulla provinciale per Ostuni.  I banditi erano arrivati attorno alle 10,40 nella piazzetta dove si trova l’ufficio postale della frazione, a bordo di un Fiat Doblò furgonato di colore bianco, risultato rubato nel mese di aprile a Locorotondo. E bianche erano le tute che i tre rapinatori indossavano, quando colsero di sorpresa la guardia giurata che era scesa dal portavalori (partito dalla sede di Lecce dell’istituto di vigilanza), immobilizzandola a terra dopo averle puntato alla testa una mitraglietta, ed averla privata dell’arma di servizio.

rapina portavalori casalini-2

L’altro vigilante rimasto a bordo azionò immediatamente la chiusura automatica dei portelli, incluso quello posteriore dove si trovavano i soldi, ma dal fucile d’assalto impugnato da uno dei malviventi, un Type 56 di progettazione cinese del calibro 7,62 (una versione derivata dall’Ak 47 Kalashnikov russo) partì una raffica di 19 colpi. I banditi riuscirono ad impossessarsi di 31mila euro solo perché si aprì accidentalmente uno dei portelli del blindato, poi si dileguarono sempre a bordo del Doblò furgonato. I carabinieri della compagnia di Fasano e quelli del Nucleo operativo provinciale, mentre venivano allertati tutti i reparti della zona, si misero subito alla ricerca del commando.

Tanzariello Francesco classe 1963-2

Grazie anche all’appoggio di un elicottero del nucleo di Bari, i militari riuscirono a localizzare il luogo dove il mezzo dei banditi era stato abbandonato, per essere probabilmente recuperato in un secondo momento, come lascia ritenere il fatto che anche le armi ed altri equipaggiamenti si trovavano poco distante da quel punto, in contrada Porcara lungo la Strada dei Colli, che da Ostuni termina proprio sulle colline verso Montalbano e Cisternino, e si congiunge a Casalini con una serie di strade comunali asfaltate. Un tragitto già impiegato più volte in passato per rapine nella zona.

Barnaba Mariano classe 1992-2

In una sacca, gli investigatori recuperarono oltre al fucile d’assalto Type 56, anche una mitraglietta Vz Skorpion calibro 7,62 parabellum, una vecchia doppietta da caccia calibro 12, varie cartucce (tranne che per il Type 56 evidentemente esaurite nell’assalto di Casalini), un grosso quantitativo di chiodi a quattro punte per coprirsi la fuga in caso di necessità ed altro. Fucile d’assalto e mitraglietta quasi certamente provenienti dai Balcani, attraverso i traffici gestiti dai gruppi criminali con la malavita albanese e montenegrina, visto il vasto impiego di queste armi nei conflitti nella ex Jugoslavia e in Kosovo.

Santoro Giuseppe classe 1992-2

Gli operatori del Ris, va detto, nel corso dei rilievi di polizia scientifica ebbero anche modo di repertare anche tracce ematiche che si sarebbero rilevate utili nel corso delle successive indagini per identificare i banditi. Ma una pista decisiva, che ha messo a posto tutti i pezzi del puzzle, è giunta con le intercettazioni condotte sul gruppo di Barnaba nel corso delle indagini della compagnia carabinieri di San Vito dei Normanni su altre rapine, sfociate poi il 15 maggio scorso nell’operazione “Cani Sciolti”, condotta dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni. 

Gli accertamenti tecnici, cristallizzando nell’aprile scorso colloqui svoltisi tra gli indagati o tra alcuni di essi, congiunti, fidanzate o altri interlocutori, secondo gli inquirenti e il gip, dimostrerebbero il coinvolgimento dei tre nell’assalto al furgone del maggio dell’anno precedente, il loro timore di essere arrestati e la consapevolezza di avere i carabinieri sulla loro pista.

Rapina portavalori Cosmopol casalini 2-2

Non è secondario neppure ciò che emerge sulla volontà, sempre secondo inquirenti e gip, di eliminare la guardia giurata rimasta nel furgone, scaricando contro il veicolo portavalori la prolungata raffica di proiettili calibro 7,62 contro la cabina di guida, nella consapevolezza della capacità di penetrazione degli stessi. Ma anche da un colloquio tra Barnaba si rileverebbe, dicono gli investigatori, la volontà di uccidere il vigilante. Da qui l’ipotesi di reato più grave, quella di tentato omicidio, che sovrasta quelle di concorso in rapina pluriaggravata, ricettazione e porto di armi da guerra e di armi comuni da sparo, e del veicolo usato per raggiungere e lasciare Casalini.

Articolo aggiornato alle ore 11.06

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