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Ascensore mal funzionante in alloggio popolare: disagi per donna invalida 

L'ascensore perennemente fuori servizio e le difficoltà di due sorelle nel raggiungere la propria abitazione. Questa storia, quasi anacronistica, stiamo parlando del corretto funzionamento di un semplice ascensore, ma purtroppo non tanto fuori dal comune, ci è stata segnalata dall'avvocato Marco Masi, legale delle due sorelle sopracitate

BRINDISI - L’ascensore perennemente fuori servizio e le difficoltà di due sorelle nel raggiungere la propria abitazione. Questa storia, quasi anacronistica, stiamo parlando del corretto funzionamento di un semplice ascensore, ma purtroppo non tanto fuori dal comune, ci è stata segnalata dall’avvocato Marco Masi, legale delle due sorelle sopracitate.

“Una situazione che va avanti da anni - dichiara l’avvocato Masi, raggiunto da BrindisiReport.it - resa ancora più problematica dai limiti fisici, un’invalidità al 100 per cento, di una delle sorelle”. Le due donne vivono al quarto piano di uno stabile (alloggi popolari, ndr) in via Felice Carena, quartiere Sant’Elia e da tempo convivono con la preoccupazione di trovare l’ascensore non funzionante, cosa che capita troppo spesso.avv.Marco Masi-2

“Anche ieri (9 luglio) le mie assistite si sono dovute arrangiare - continua l’avvocato - l’ascensore era rotto e raggiungere il quarto piano, come si può ben capire, diventa un’impresa, sopratutto con i problemi fisici di una delle donne. La cosa che infastidisce sono le risposte ricevute dall’amministrazione e da Arca Nord Salento, l’ex ente Autonomo Case Popolari, alle continue richieste di porre rimedio a questo disservizio: “non ci sono soldi”, una frase sentita troppe volte negli ultimi anni dalla mia assistita”.

Eppure la ditta incaricata di intervenire in questi casi ha più volte ribadito la necessità di sostituire completamente l’elevatore. “L’ultimo intervento è stato venerdì 3 luglio, due giorni dopo l’ascensore dava qualche segnale di malfunzionamento, oggi, come ho già detto, è completamente fermo” - spiega il legale delle due donne.

Oltre al danno la beffa, infatti l’ascensore ha tra i tanti difetti quello di non fermarsi al piano terra e al quarto piano, costringendo le donne ad un faticoso schema: salire a piedi al primo piano prendere l’elevatore fino al terzo per continuare a piedi per un altro piano, il quarto. Un percorso reso quasi impraticabile dall’invalidità di una delle due sorelle.

“Spero che questo articolo riesca a sensibilizzare chi di dovere, le due donne non chiedono molto, siamo nel 2015, ma a quanto pare non sembra così facile intervenire su un normale ascensore. Le mie assistite sono al limite, quanto durerà ancora questa situazione?” si domada l’avvocato Marco Masi.

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