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Cronaca

Attorno alla tendopoli spuntano le ronde, e il sindaco ne chiede la chiusura

MANDURIA - Mentre governo, Regione e Comune di Manduria si rimpallano le responsabilità su come e chi debba gestire l’emergenza profughi dirottata in Puglia, la gente si organizza e fa le ronde. Si tratta di vere e proprie squadre, composte da cittadini che non hanno chiesto il permesso a nessuno, mettendosi a caccia dei clandestini in fuga dal campo profughi allestito alle porte di Manduria, nei trentatremila metri quadri dell’ex aeroporto militare, dismesso dal secondo dopo-guerra. Lo scenario deve somigliare a quello di cinquant’anni fa, la stessa disperazione, la stessa paura. Se il governo non rassicura, se le forze dell’ordine non proteggono, la gente fa da sé.

MANDURIA - Mentre governo, Regione e Comune di Manduria si rimpallano le responsabilità su come e chi debba gestire l’emergenza profughi dirottata in Puglia, la gente si organizza e fa le ronde. Si tratta di vere e proprie squadre, composte da cittadini che non hanno chiesto il permesso a nessuno, mettendosi a caccia dei clandestini in fuga dal campo profughi allestito alle porte di Manduria, nei trentatremila metri quadri dell’ex aeroporto militare, dismesso dal secondo dopo-guerra. Lo scenario deve somigliare a quello di cinquant’anni fa, la stessa disperazione, la stessa paura. Se il governo non rassicura, se le forze dell’ordine non proteggono, la gente fa da sé.

Gruppi composti da cittadini della zona, ma anche provenienti dal vicinissimo comune brindisino di Oria, che entrano in azione nelle campagne non appena notano immigrati che sono riusciti a scavalcare la modesta recinzione della tendopoli. Bloccano i migranti e li riportano nella struttura dove li consegnano alle forze di polizia. Il senso civico deve c’entrare poco. A muovere le squadre spontanee, è altro. Già domenica mattina, con il primo sbarco, i residenti si sono visti i clandestini in fuga piombare nei terreni privati e allora qualcuno ha pensato anche di organizzare turni di guardia anche notturno lungo il perimetro della gigantesca tendopoli, allestita a tempo di record su una superficie di circa trentatremila metri quadri.

Tanto più che, la doccia fredda è arrivata questa mattina in consiglio comunale a Manduria, dalla viva voce del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano i manduriani hanno saputo: “Domattina arriveranno altri 837 profughi, ma nessuno deve preoccuparsi, perché il campo non ospiterà più di 1.500 persone”. Già. All’inizio dovevano essere non più 500. E poi un dettaglio, che non rassicura nessuno. Ieri mattina stessa sono state montate altre 350 tende da otto posti l’una, più le 120 del primo giorno fanno 470, per un totale di quasi tremila posti: a chi servono quelli che avanzano se migranti in arrivo non sono più di 1.500?

Per il sindaco Paolo Tommasino la soluzione è una, e una sola: “Sbaraccare subito”.  L’apertura dei lavori consiliari a Manduria, questa mattina, ha coinciso con l’imperativo categorico del sindaco Paolo Tommasino che ha dato voce a quella tanta parte della città che i tunisini in casa non li vuole. La diplomazia che si deve ai superiori, tanto più se dello stesso partito, non ha smorzato i toni. Per buona creanza il primo cittadino ha ceduto la poltrona al sottosegretario all’Interno ma il clima non era di certo conviviale, per quanto il sottosegretario abbia rassicurato: “La tendopoli è una soluzione dettata da un'esigenza assolutamente transitoria e non sarà l'unica”.

Quanto alla distinzione se potrà trasformarsi in Centro di immigrazione e di espulsione (Cie) oppure Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), Mantovano ha risposto che la tendopoli “è una estensione di Lampedusa, dove stiamo gestendo la prima accoglienza. Di certo non è un Cie, che è una struttura chiusa. Certo è che chi se ne andrà volontariamente perderà il diritto d'asilo e diventerà clandestino” ha aggiunto Mantovano, riferendosi al centinaio di tunisini che già sono fuggiti nelle campagne abbandonando la tendopoli che è ancora in allestimento.

L’amministrazione comunale, di rimando, ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro, composto dal sindaco e dai rappresentanti di ogni partito presente in consiglio comunale, per il monitoraggio continuo della situazione e per l’adozione di iniziative utili a gestire l’emergenza, istante per istante. Al governo invece sono state chieste risposte certe, “alla luce di eventi eccezionali per fronteggiare i quali servono aiuti, non solo economici, mirati a non sconvolgere la vita quotidiana della città, sia a scongiurare l’insorgenza di atteggiamenti di intolleranza”. Prese di posizione suggellate nero su bianco alla fine del consiglio.

La nuova ondata di clandestini è attesa per domani mattina alle 7 a Taranto, al molo Chiapparo della stazione navale di mar Grande della Marina militare. Gli 827 migranti giungeranno da Lampedusa a bordo di una nave della flotta Grimaldi. Dalla base navale gli immigrati saranno trasferiti in pullman alla tendopoli, ma non si sa se quando arriveranno saranno già state montate tutte le tende necessarie ad accoglierli, con relativi servizi e accessori. Oggi si è proseguito con il montaggio dei servizi igienici, delle docce munite di pannelli solari e di alcuni container.

Operazioni di allestimento affidate dalla prefettura alle ditte di fiducia del Comune di Manduria, cinque in tutto: la Calò Calcestruzzi, la Eden 94, la Pedone Scavi, la Smea e la Abete. Saranno presto coinvolte nei servizi di gestione “alberghiera”, anche una serie di aziende brindisine, che si occuperanno dei pasti e della gestione complessiva della mensa, per mezzo del consorzio Nuvola di Francavilla Fontana, una delle sigle attive sotto le insegne del Connecting people, il consorzio che gestisce il Cie e il Cara di Restinco.

Nel frattempo gli oritani organizzano la loro controffensiva. Convocata questo pomeriggio una assemblea pubblica presso il municipio della città dove molti dei migranti in fuga si sono riversati già domenica mattina, invadendo loro malgrado i terreni privati. “Crediamo che una prima iniziativa improcrastinabile sarebbe la chiusura al traffico non autorizzato della provinciale Oria – Manduria così da consentire un maggiore monitoraggio della zona”, hanno chiesto gli organizzatori dell’assemblea. Per tutti insomma, il problema è soprattutto, se non esclusivamente, di sicurezza.

Eppure, nessuno dei disperati della tendopoli manduriana sembra intenzionato ad “ammazzare, stuprare, rubare”, come paventava l’assessore all’Urbanistica, Francesco Ferretti. “Siamo tutti tranquilli, nessuno di noi vuole fare casino. Vogliamo solo sapere più o meno quanto tempo dovremo rimanere qui”, ha detto Hamady Ksouri rivolgendosi al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, in visita presso la tendopoli. Hamady si è fatto portavoce delle centinaia di migranti in fuga dal Nord Africa.

L'uomo ha spiegato a Vendola che solo una ventina di immigrati, e tra questi c'è anche lui, intende rimanere in Italia. Gli altri vogliono lasciare l'Italia per andare in Francia, Germania e Olanda soprattutto. “Posso solo svolgere un ruolo - ha risposto Vendola - per far capire alla popolazione chi siete, anche se non abbiamo apprezzato il modo con cui si è fatto tutto questo. Cercherò di alzare la voce col ministro dell'Interno. Noi - ha concluso - siamo sempre disponibili ad accogliere”.

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