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Cronaca

Banda dei bancomat, prime confessioni

BRINDISI - Hanno confessato tutti e quattro i colpi agli sportelli bancomat che sono stati loro contestati nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri i due brindisini detenuti a Taranto e raggiunti in carcere dal provvedimento restrittivo.

BRINDISI - Hanno confessato tutti e quattro i colpi agli sportelli bancomat che sono stati loro contestati nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri i due brindisini detenuti a Taranto e raggiunti in carcere dal provvedimento restrittivo, sentiti oggi per rogatoria dal gip del Tribunale del capoluogo ionico.

Pietro Leone, 41enne di Villa Castelli e Gianluca Giosa, 34 enne di Brindisi, difesi dagli avvocato Aldo Gianfreda e Luca Leoci sono stati i primi a sostenere l’interrogatorio di garanzia. Seguiranno gli altri tre che sono detenuti a Brindisi perché erano stati posti ai domiciliari lunedì (dopo l’arresto in flagranza a Monteiasi, dove stavano tentando di far saltare in aria il dispositivo del Monte dei paschi di Siena, l’8 agosto scorso) su decisione del Riesame e sono stati quindi riarrestati ieri.

Si tratta di Oronzo D’Urso, 33enne di Ceglie Messapica, Francesco Barnaba 37enne di Ceglie, e Cosimo De Rinaldis 30enne di Ceglie.

Leone e Giosa oggi hanno ammesso gli addebiti e negato però di aver fatto parte di un’associazione per delinquere, oltre che di essere i responsabili dell’intera serie dei 20 furti compiuti nelle province di Brindisi, Taranto, Bari e Lecce di cui l’intera banda è sospettata.

Secondo l’accusa i cinque nascondevano le autovetture rubate, utilizzate per raggiungere i bancomat da far saltare in aria con il gas, all’interno di trulli e masserie del Brindisino. Poi, nottetempo, si recavano presso le filiali degli istituti di credito e facendo filtrare una miscela di gas all’interno delle fessure degli sportelli provocavano delle esplosioni in grado di ridurre in pezzi i dispositivi e di far uscire il denaro.

Erano tutti stati catturati l’8 agosto scorso poco prima di danneggiare con il consueto metodo lo sportello del Monte dei Paschi di Siena di Monteiasi (Taranto). I carabinieri che hanno condotto le indagini hanno scoperto i nascondigli della banda e hanno piazzato sulle auto dispositivi gps oltre che microspie attraverso le quali sono riusciti a captare le loro conversazioni. Secondo gli investigatori sarebbero una ventina i colpi simili messi a segno nelle province di Brindisi, Lecce, Taranto e Bari, attribuibili al gruppo, su cui ad ogni modo vi sono ancora indagini in corso. Le indagini prendono il via dopo un assalto in cui vi fu anche l’esplosione di colpi d’arma da fuoco avvenuto a Cisternino (Brindisi) il 16 giugno scorso. Il gruppo era attivo dall’aprile precedente.

Tre i furti sventati dai carabinieri, uno alla Carime di Lizzano (Taranto), l’altro al Credito Cooperativo di Castellana Grotte di Noci (Bari) e infine l’ultimo alla Mps di Monteiasi (Taranto). Le accuse sono di associazione per delinquere, ricettazione, riciclaggio, furto, detenzione di esplosivi e di armi. Ulteriori accertamenti sono in corso riguardo a furti identici compiuti a Macerata e Napoli.

 

 

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