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Cronaca Via Santa Teresa

Rimossi gli scarti di potatura che avevano ridotto il belvedere a discarica

Di nuovo libero dai rifiuti il piazzale antistante via Santa Teresa. L'area fino a ieri (19 maggio) era completamente occupata, come documentato dalle foto di BrindisiReport.it, dalle rimanenze di una potatura

BRINDISI - Di nuovo libero dai rifiuti il piazzale antistante via Santa Teresa. L’area fino a ieri (19 maggio) era completamente occupata, come documentato dalle foto di BrindisiReport.it, dalle rimanenze di una potatura. Da questa mattina (20 maggio) la vista era libera da uno spettacolo indecoroso protrattosi troppo nel tempo, nessun ramo, neppure una foglia e men che meno l’immondizia che nei giorni precedenti, complice il vento, aveva iniziato ad incastrarsi tra i mucchi.

E dire che per giorni e giorni, una zona del centro storico è stata ridotta di fatto in una piccola, ma poi neanche tanto, discarica. Senza che nessuno PIAZZA SANTA TERESA1-2se ne accorgesse, nessun sussulto di coscienza civile, nessun controllo da chi ha questo incarico; in questo caso sono due le possibili spiegazioni: o in quel lasso di tempo, parliamo come minimo di un periodo di 4 o 5 giorni, nessuno casualmente ha notato la trasformazione del belvedere, oppure in chi si è trovato davanti la discarica improvvisata ha prevalso il sempreverde istinto del menefreghismo. 

Qualcuno machiavellicamente dirà che l’importante è avere, alla fine, il piazzale pulito, una mentalità non adatta ad una città che ancora oggi sogna di fregiarsi dell’appellativo di città turistica. Purtroppo per quello bisogna sostenere determinati standard, bisogna in primis amare la propria città, non solo a parole, non solo prendendo posizioni forti nelle classiche discussioni da bar, non solo andando a esternare la propria appartenenza allo stadio o al palazzetto. Ci vuole un cambio di rotta totale, che parta innanzitutto dalle istituzioni. La frase “fatta l’Italia, bisogna fare l’italiani” si può declinare in ogni città della nostra penisola. Non basta inaugurare un parco e poi lasciarlo in balia dei vandali, perché spendere soldi pubblici per costruire una pedana in legno sulla litoranea, con l’intento di abbellire e valorizzare l’area, e poi lasciare che qualche idiota li dia fuoco, non potendo fare nulla successivamente perché il servizio di videosorveglianza c’è, ma non è attivo. 

Lo stato in cui hanno ridotto il belvedere non è un caso isolato, quanti piccoli angoli della nostra città sono abbandonati, quante vie, anche centrali, INTERNO NERVEGNA1-2dimenticate e sporche. Come ci si può lamentare se pure nel palazzo che ospita gli uffici del primo cittadino è possibile notare la mancanza di manutenzione? A che serve scandalizzarsi se il capitello della colonna romana, simbolo cittadino, deve dividere il suo spazio con il guano (anche se ci sarebbero parole più adatte) di piccione?

Queste foto scattate in due giornate differenti testimoniano come sono ridotti i pannelli del soffitto della sala di Palazzo Nervegna, sala che è separata dal capitello da un solo muro. Che immagine vorremmo trasmettere a chi visita la nostra città se neppure gli stessi uffici di rappresentanza sono esenti dagli escrementi? Ma spesso l’importante è stare zitti, esaltarci per una manifestazione, gridare spensierati il nome della nostra città in faccia al tifoso ospite di turno, tutto, ma l’importante è stare zitti per non rovinare la festa agli altri. 

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