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Cronaca Fasano

Botte al luna park: condanne a 18 mesi

LATIANO - Botte per regolare una lite sulla “precedenza” per un giro sull’autoscontro dello Zoosafari, botte di due adulti a un altro adulto.

LATIANO - Botte per regolare una lite sulla “precedenza” per un giro sull’autoscontro dello Zoosafari, botte di due adulti a un altro adulto per “difendere” le rivendicazioni di un ragazzino, quattordicenne, che voleva passare avanti. Botte che costano una condanna a due persone di Latiano, Cosimo Urso, 48 anni e Moreno Manni, 26 anni per i quali il giudice monocratico Genantonio Chiarelli ha deciso una pena di un anno e sei mesi e un anno per lesioni personali in danno un giovane di Napoli, costituitosi parte civile con l’avvocato Veronica Gentile.

Il danno dovrà essere risarcito in sede civile. Pena sospesa solo per Manni. I fatti risalgono al 17 agosto 2008. La vittima con altri amici si trovava allo Zoosafari. Era primo pomeriggio e stavano per accedere all’autoscontro. Avevano scelto una macchinina e avevano appena inserito il gettone. Il quattordicenne, che si trovava al parco insieme ai due adulti voleva assolutamente quell’auto.

Gli fu spiegato che avrebbe dovuto attendere. Una volta finito il giro - scrive il giudice Chiarelli nei motivi della decisione - Luca T. aveva lasciato il mezzo, non aveva ascoltato le parole del ragazzino che gli si era nuovamente avvicinato con fare arrogante, dicendogli di avvicinarsi a lui, e si era diretto verso l’uscita in direzione dei suoi compagni. Ma era stato avvicinato da due persone (poi identificate per gli odierni imputati), una sulla cinquantina, mentre l’altro aveva poco più di vent’anni”. Botte da orbi, perfino un tentativo di strangolamento.

Arrivarono i carabinieri, ci fu denuncia. Nel processo si è tentato di puntare sulla provocazione, come attenuante dell’atteggiamento violento dei due imputati. Ma non c’è stata storia. Il giudice li ha condannati. L’aggressione fu “il frutto di un atteggiamento culturale che antepone l’uso della violenza rispetto all’uso delle parole quale mezzo regolatore dei rapporti umani”.

 

 

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