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Cronaca SP41

A fuoco un altro bene confiscato, forse è dolo. Indagini in corso della polizia

Un incendio, sulla cui origine ci sono indagini in corso della polizia, si è sviluppato poco dopo le 14 di oggi nella villetta a due piani confiscata nel 1994 ai fratelli Antonio e Giuseppe Massaro per fatti legati alla Scu e al contrabbando, ed entrata nella disponibilità dello Stato solo nel maggio del 2011

BRINDISI – Un incendio, sulla cui origine ci sono indagini in corso della polizia, si è sviluppato poco dopo le 14 di oggi nella villetta a due piani confiscata nel 1994 ai fratelli Antonio e Giuseppe Massaro per fatti legati alla Scu e al contrabbando, ed entrata nella disponibilità dello Stato solo nel maggio del 2011. L'immobile si trova in contrada Giancola sulla litoranea Nord di Brindisi ed era disabitata.

Le fiamme si sono sviluppate al piano superiore e sono state spente dai vigili del fuoco giunti dal comando provinciale di via Nicola Brandi, con una la villetta andata a fuoco-2squadra. Il rogo sarebbe partito da un materasso e ha provocato la distruzione di alcuni suppellettili, il distaccamento dell'intonaco e ha danneggiato parte del solaio. L'impianto elettrico era disattivato e per questo si esclude che a scatenare l'incendio sia stato un corto circuito, i vigili del fuoco non hanno trovato tracce di liquido infiammabile o evidenti segni riconducibili a un'azione dolosa. La villetta era disabitata e probabilmente anche frequentata da senzatetto, sul caso indaga la polizia.

L'incendio di questo immobile si aggiunge a un altro rogo simile sviluppatosi lunedì scorso quando fu distrutto dalle fiamme il capannone che ospitava una sede della “Orovivo dell'Adriatico srl” , di Beniamino Mola, l'imprenditore brindisino, deceduto qualche mese fa, condannato a ottobre scorso in primo grado insieme alla famiglia per una truffa da 700mila euro consumata ai danni dello Stato perchè avevano percepito indebitamente finanziamenti per corsi di formazione professionale nel settore dell'acquacoltura. Anche questo bene era stato confiscato ed era inutilizzato da anni. (Le foto sono di Gianni Di Campi)

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