Sequestro di mezzo quintale di marijuana a Perugia: arrestati tre brindisini
Maxi operazione antidroga a Perugia con sequestro di mezzo quintale di marijuana: quattro arresti, tre sono del Brindisino. Si tratta di un fasanese e di padre e figlio di Brindisi, tutti già noti alle forze dell'ordine
BRINDIDISI – Maxi operazione antidroga a Perugia con sequestro di mezzo quintale di marijuana: quattro arresti, tre sono del Brindisino. Si tratta di un fasanese e di padre e figlio di Brindisi, tutti già noti alle forze dell’ordine. Il quarto è un cittadino albanese. Secondo quanto ricostruito il primo ha avuto il ruolo di corriere, gli altri due sono i “committenti” e l’albanese l’acquirente. L’operazione che poi si è conclusa con gli arresti è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Perugia e dai colleghi di Bologna.
Tutto ha avuto inizio dalla segnalazione alla polizia di Perugia di un trasporto di un ingente quantitativo di marijuana partito dalla Puglia e diretto a Ponte Felcino. La zona è stata immediatamente setacciata dai poliziotti, le ricerche si sono concluse nel parcheggio di un supermercato della frazione di Perugia quando è giunta un'auto “presa a noleggio nella provincia di Brindisi”, ha spiegato la Squadra Mobile in un comunicato stampa. Il conducente ha incontrato altre tre persone a bordo di un’altra auto, “anche in questo caso intestata ad una donna brindisina”.
“Le persone nel parcheggio erano l’acquirente perugino, il corriere della droga e i due committenti del trasporto, che avevano viaggiato a qualche chilometro di distanza dal corriere, facendogli da staffetta e contattando l’acquirente per le trattative”. Così è scattato il blitz: parcheggio circondato e soggetti bloccati e identificati. All’interno dell’auto del corriere, gli agenti hanno trovato 53 chili di marijuana. Sequestrati anche i cellulari dei quattro fermati. “I rapporti tra i tre uomini ed il corriere sono stati confermati dai contatti rinvenuti sui loro telefoni cellulari”. I quattro sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Capanne.
“Il presunto acquirente perugino è in realtà un pluripregiudicato albanese, con gravi precedenti penali in Puglia (per tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione etc.), già condannato a 5 anni di reclusione per tali reati; il corriere è un pregiudicato di Fasano, ed i committenti sono due brindisini, padre e figlio, con gravi precedenti anch’essi per reati vari (in particolare il padre ha un passato nel mondo del contrabbando)”.