rotate-mobile
Cronaca Mesagne

Bruciate a Mesagne le auto di carabiniere e dello zio del pentito

MESAGNE – Il primo contro un brigadiere dell’Arma dei carabinieri, il secondo contro un ristoratore, zio di Giuseppe Panìco, il nipote del boss Massimo Pasimeni, che con le sue rivelazione ha fatto ritornare in carcere proprio “Piccolo Dente”. Notte di fuochi a Mesagne con due attentati incendiari di chiara origine dolosa, a distanza di un paio d’ore l’uno dall’altro, con la criminalità che alza il tiro proprio all’indomani dell’operazione dei carabinieri che ha assicurato il latitante Tobia Parisi alla giustizia. Un messaggio diretto alle forze dell’ordine che stanno mettendo sottopressione la malavita locale?

MESAGNE – Il primo contro un brigadiere dell’Arma dei carabinieri, il secondo contro un ristoratore, zio di Giuseppe Panìco, il nipote del boss Massimo Pasimeni, che con le sue rivelazione ha fatto ritornare in carcere proprio “Piccolo Dente”. Notte di fuochi a Mesagne con due attentati incendiari di chiara origine dolosa, a distanza di un paio d’ore l’uno dall’altro, con la criminalità che alza il tiro proprio all’indomani dell’operazione dei carabinieri che ha assicurato il latitante Tobia Parisi alla giustizia. Un messaggio diretto alle forze dell’ordine che stanno mettendo sottopressione la malavita locale?

L’attentato al brigadiere - I piromani entrano in azione intorno alle 22.15. In via Giuseppe di Vittorio è parcheggiata la Fiat Panda, di colore bianco, del brigadiere Francesco Macrino, 45 anni, da quasi otto in servizio in “prima linea” alla stazione di Mesagne guidata dal maresciallo Gabriele Taurisano. Gli attentatori si servono di una lattina metallica di gas di quelle utilizzate per la ricarica degli zippo per appiccare le fiamme. Arrivano, svuotano il combustibile all’interno dell’abitacolo, innescano il rogo e scappano mentre la Panda viene avvolta dalle fiamme.

Sul posto i vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi ed i militari della locale stazione che indagano per risalire agli autori. Gli investigatori guidati dal maresciallo Gabriele Taurisano e dal comandante della compagnia di San Vito dei Normanni, Ferruccio Nardacci, seguono la pista legata all’attività professionale del militare. “Solidarietà” è quanto esprime il colonnello Ugo Sica, comandante provinciale dell’Arma, “andiamo avanti con decisione senza paura”. Nessuna indiscrezione circa la mano che agito approfittando del buio della notte: “Indaghiamo a 360 gradi, potrebbe anche essere un dispetto legato ad una multa”, conclude Sica.

Di certo i carabinieri, così come la polizia non fanno dormire sonni tranquilli agli epigoni della Scu che rispettivamente con le operazioni “Calipso” (29 settembre 2010 ndr, 11 ordinanze d’arresto) e Last Minute (28 dicembre 2010, 28 fermi della squadra mobile sulla base delle dichiarazioni del pentito ercole Penna arrestato proprio nell’operazione Calipso ) hanno inferto dei colpi durissimi alla criminalità organizzata.

L'attentato al ristoratore - E’ quasi mezzanotte e mezza quando i vigili del fuoco del comando provinciale sono costretti nuovamente a tornare a Mesagne. In piazza Sandro Pertini c’è la Citroen Xara di Tiziano Panico, che sta bruciando. Non ci sono segni evidenti di un innesco, ma secondo gli agenti del commissariato di Mesagne – diretto dal vice questore aggiunto Sabrina Manzone – l’origine è dolosa: 52anni, ristoratore, Panìco ha da poco aperto il ristorante “Da Tiziano” sulla via per San Pancrazio Salentino.

L’esercente ha una parentela “scomoda” è lo zio di Giuseppe Panico, il nipote del boss Massimo Pasimeni, che con le sue rivelazioni ha fatto ritornare in carcere proprio “Piccolo Dente” nell’operazione “Codice Da Vinci” (era il 25 febbraio scorso). Gli agenti del commissariato escludono al momento una vendetta trasversale e propendono più per un gesto riconducibile al racket delle estorsioni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bruciate a Mesagne le auto di carabiniere e dello zio del pentito

BrindisiReport è in caricamento