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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Canovari e la guerra di mala, cento sospetti mai una prova decisiva

FRANCAVILLA FONTANA – Vertici istituzionali e forze dell’ordine operanti sul territorio cercheranno di trovare il bandolo di una matassa, che a Francavilla più passano i giorni e più diventa intricata e complessa da sbrogliare, con omicidi che restano irrisolti non per incapacità degli investigatori ma perché nella realtà è molto più difficile e complesso rispetto ai serial televisivi mettere assieme le prove che contro qualcuno che reggano il processo. Stando alle indiscrezioni raccolte qua e là, i carabinieri hanno una visione ben chiara di cosa sta accadendo. Conoscono bene chi era il punto di riferimento di tutti i malavitosi che operano in questa città, una sorta di capo dei capi che non pestava i piedi a nessuno e non se li voleva far pestare. Non è mai entrato in rotta di collisione con i mesagnesi perché loro, almeno sino a questo momento, sono più forti. Ora qualcosa dovrebbe essere cambiato. La gestione del territorio, nuove alleanze, amici di un tempo diventati nemici.

FRANCAVILLA FONTANA – Vertici istituzionali e forze dell’ordine operanti sul territorio cercheranno di trovare il bandolo di una matassa, che a Francavilla più passano i giorni e più diventa intricata e complessa da sbrogliare, con omicidi che restano irrisolti non per incapacità degli investigatori ma perché nella realtà è molto più difficile e complesso rispetto ai serial televisivi mettere assieme le prove che contro qualcuno che reggano il processo. Stando alle indiscrezioni raccolte qua e là, i carabinieri hanno una visione ben chiara di cosa sta accadendo. Conoscono bene chi era il punto di riferimento di tutti i malavitosi che operano in questa città, una sorta di capo dei capi che non pestava i piedi a nessuno e non se li voleva far pestare. Non è mai entrato in rotta di collisione con i mesagnesi perché loro, almeno sino a questo momento, sono più forti. Ora qualcosa dovrebbe essere cambiato. La gestione del territorio, nuove alleanze, amici di un tempo diventati nemici.

L'agguato a Nicola Canovari, che ha portato alla morte il 18enne Francesco Ligorio, potrebbe rientrare in questi contrasti che ci sarebbero nei vari gruppi sulla gestione del territorio e dei traffici vari, soprattutto quello delle sostanze stupefacenti. Canovari, soprannominato “lu carnialu”, è entrato come sospetto nelle indagini sull’assassinio di Vincenzo Della Corte, cugino omonimo del sindaco di Francavilla, ex imprenditore edile, passato alle truffe, legato a Cosimo Rochira, condannato di recente in Appello a 14 anni per l’omicidio di Angelo Putignano, francavillese pure lui, libero per un errore procedurale in fase di indagini preliminari, ed  a Giancarlo Capobianco,  nome che ha sempre creato molto interesse negli investigatori locali: fu arrestato nel 2006 per estorsione assieme a Nazareno Ubaldini, il quale dopo vent’anni di carcere era tornato in libertà vigilata, ma nel 2005 dopo l’omicidio dei fratelli Rodia, siccome li frequentava, gli fu revocato il beneficio. Capobianco nel 2004 era stato arrestato per associazione mafiosa: accusa dalla quale fu scagionato.

Della Corte, Rochira, una ragazza e altri due giovani, la sera dell’8 ottobre si trovavano in un locale alla periferia di San Michele Salentino che avevano preso in affitto per avviare la vendita di prodotti per la casa. Arrivò una vettura, molto probabilmente una Opel Zafira, scesero in due, volti nascosti sotto i passamontagna, impugnavano fucili. Entrarono nel locale, inseguirono Della Corte e lo ammazzarono, sparandogli contro tre scariche di pallettoni, attraverso la porta del bagno nel quale aveva trovato riparo. I carabinieri hanno sempre ritenuto che Nicola Canovari sia uno dalla mano molto pesante, che si presterebbe a qualsiasi incarico. E per questo come persona sospetta nelle indagini sulla morte di Della Corte, come entrò, sempre come sospetto, nelle indagini per l’uccisione dei fratelli Luigi e Damiano Rodia, soprannominati “spezzafierru”,  avvenuta la sera del 12 settembre del 2005. Un duplice omicidio commesso sotto gli occhi di mogli e figli dei due. Gli assassini arrivarono a piedi, bloccarono tutti e spararono alcuni colpi in aria per spaventare i presenti. Presero Luigi e lo portarono dietro la casa. Lo picchiarono e lo ammazzarono. Era lui la vittima designata. Damiano fu ucciso perché intervenne in aiuto del fratello. Gli assassini non sono mai stati scoperti, è rimasto il sospetto che uno dei killer potesse essere Nicola Canovari.

Ma chi potrebbe avere mandato i killer a bloccare il camion sulla statale 7 per ammazzare Canovari? Certamente qualcuno dalla mano altrettanto pesante. Potrebbero essere stati gli stessi che hanno ucciso Della Corte? Non è da escludere anche se quelli agirono con molto più mestiere e freddezza: Della Corte si chiuse nel bagno, loro spararono attraverso la porta, quindi la sfondarono con un calcio e si assicurarono che fosse morto. Quelli che hanno sparato sulla statale 7, non solo hanno sbagliato bersaglio uccidendo il ragazzo che lavorava per “lu carnialu”, ma non si sono nemmeno preoccupati di accertarsi che Canovari fosse morto. Quindi, molto approssimativi per essere gli stessi. Se non sono gli stessi, è diversa anche la regia e potrebbe trattarsi di killer che sarebbero giunti alle stesse conclusioni degli investigatori, ritenendo Canovari uno dei responsabili della morte di Della Corte. Quindi avrebbero deciso di saldare il conto per mantenere inalterato l’equilibrio dei gruppi a confronto.

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