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Cronaca Ostuni

Carte false per incassare l’eredità altrui: per tre “discendenti” scattano le manette

OSTUNI - Avrebbero millantato per anni di essere i legittimi eredi di un gran numero di beni immobili: suoli agricoli, palazzi d’epoca, antiche masserie. Un ricco patrimonio quello sul quale sarebbero riusciti a mettere le mani, puntando tutto sul loro cognome: Tanzarella. Omonimia funzionale allo stratagemma studiato ad arte. Possedere lo stesso cognome di un paio di facoltosi defunti sarebbe stato più che sufficiente per montare l’imbroglio e rivendicare, alla morte dei due benestanti omonimi, falsi legami di parentela. Scoperto il giochetto, sono scattate le manette ai polsi dell’imprenditore Cataldo Tanzarella Tanzarella (63 anni, titolare di un complesso turistico lungo la costa della Città bianca), di suo cugino Romolo Giuseppe Tanzarella Belvedere (56 anni) e del figlio di quest’ultimo, Antonio Tanzarella D’Amico (29 anni).

OSTUNI - Avrebbero millantato per anni di essere i legittimi eredi di un gran numero di beni immobili: suoli agricoli, palazzi d’epoca, antiche masserie. Un ricco patrimonio quello sul quale sarebbero riusciti a mettere le mani, puntando tutto sul loro cognome: Tanzarella. Omonimia funzionale allo stratagemma studiato ad arte. Possedere lo stesso cognome di un paio di facoltosi defunti sarebbe stato più che sufficiente per montare l’imbroglio e rivendicare, alla morte dei due benestanti omonimi, falsi legami di parentela. Scoperto il giochetto, sono scattate le manette ai polsi dell’imprenditore Cataldo Tanzarella Tanzarella (63 anni, titolare di un complesso turistico lungo la costa della Città bianca), di suo cugino Romolo Giuseppe Tanzarella Belvedere (56 anni) e del figlio di quest’ultimo, Antonio Tanzarella D’Amico (29 anni).

Nella giornata di oggi i carabinieri della Compagnia di Fasano, insieme al personale della stazione di Ostuni, hanno dato esecuzione alle tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del Tribunale di Brindisi, Eva Toscani. Accogliendo le richieste dei Sostituti procuratori della Repubblica, Silvia Nastasia e Valeria Farina Valaori, il Gip ha ravvisato nei confronti dei tre ostunesi, a vario titolo, ed in concorso tra loro, svariate ipotesi di reato: “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale con l’altrui inganno, tentata estorsione, danneggiamento, invasione di terreni o edifici, atti persecutori,violazione di domicilio, calunnia”.

Complessa ed articolata l’attività investigativa curata dai militari della Stazione di Ostuni, guidati dal maresciallo Domenico Barletta. L’azione investigativa mosse i suoi primi passi diversi mesi addietro, a seguito di una gran mole di denunce querele. A depositarle una ventina di persone, le quali si erano viste sottrarre lasciti testamentari, consistenti in beni immobili di grande valore (appezzamenti di terreno e costruzioni), in favore di Tanzarella Belvedere Romolo Giuseppe.

Operazioni e falsificazioni rese agevoli grazie alla complicità del figlio Antonio Tanzarella D’Amico e di Cataldo Tanzarella Tanzarella. Nell’arco di un decennio, il trio avrebbe fatto pubblicare dai notai, falsi testamenti di un paio di deceduti. Due tenutari, ed un cognome in comune: “Tanzarella”. Un’omonimia che i tre avrebbero sfacciatamente sfruttato, riuscendo a far risultare, falsamente, di essere eredi legittimi dei due facoltosi feudatari deceduti. Romolo Tanzarella, in particolare, avrebbe effettuato presso il Registro delle Entrate le relative dichiarazioni di successione, estromettendo di fatto i legittimi discendenti.

Lo stesso Romolo Tanzarella pur di far valere le sue ragioni, avrebbe in qualche caso minacciato le vittime del raggiro, al fine di appropriarsi abusivamente di alcuni terreni. C’è di più. Romolo Tanzarella avrebbe finanche intentato, nel tempo, azioni civili temerarie, fondate sugli atti falsi, finalizzate ad ottenere il riconoscimento del diritto di proprietà su beni immobili, occupando gli stessi arbitrariamente, modificando le costruzioni mediante abbattimenti di muri o aperture di porte e innalzamenti di recinzioni. Avrebbe molestato a tal punto i legittimi successori da cagionare loro un perdurante stato d’ansia, costringendoli a subire per anni giudizi civili e a non accedere alle loro proprietà costringendoli, in tal modo, a modificare le loro abitudini di vita.

Non contento avrebbe persino denunciato, pur sapendola innocente, una vittima dei suoi stessi raggiri alla polizia municipale di Ostuni, affermando, contrariamente al vero, che la stessa stava realizzando opere abusive in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. I tre arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati alla Casa circondariale di Brindisi, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Tra domani e venerdì previsti gli interrogatori di garanzia.

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