rotate-mobile
Cronaca Ceglie Messapica / Via Votano

"Grande lavoratrice e brava persona". La storia di Mara

Il ricordo di Maricica Taran nelle parole delle sue amiche: "Sempre sorridente e disponibile con tutte". Tra le testimonianze anche quella del responsabile della Caritas della parrocchia Maria SS Assunta

CEGLIE MESSAPICA - Dietro il duplice omicidio che si è consumato ieri (sabato 25 gennaio) a Ceglie Messapica, in una piccola casa ai piedi di Piazza Plebiscito, ci sono le storie di vita delle due vittime di nazionalità rumena, quelle della 53enne Maricica Taran e del 41enne Gheorghe Nechita. Un pastore che si divideva tra la Puglia e la Sicilia, che nessuno a Ceglie conosceva, tranne la coppia di amici che lo ospitava. Comune, invece, a tante altre la storia di Maricica e del suo “viaggio della speranza” in Italia per trovare qui quello che, forse, il piccolo paese della Romania dell’Est non poteva più garantirle. Pochi bagagli ma tanto dolore nel lasciare a casa un figlio, ancora bambino ed arrivare a Ceglie Messapica per lavorare come badante. E’ partito otto fa questo suo “sacrificio italiano”. Anni di lavori perché alternava quello di assistenza agli anziani a quello di bracciante nelle campagne del barese insieme al compagno di vita ma, anche, a tante amiche con le quali condividere risate e caffè.

Mara Taran 1-2

 Il ricordo nelle parole della connazionale Elena

“Mara era una persona bravissima – racconta Elena, sua connazionale ed ex compagna di lavoro - si comportava bene, lavorava tutti i giorni. Per un po’ di tempo siamo, anche, state vicine di casa. Le nostre strade si sono interrotte ad agosto perché lei è andata a prestare servizio per un’altra azienda ma era una donna eccezionale.”

Lucia, ex compagna di lavoro

Anche Lucia ne conserva un ricordo positivo: “Ci siamo conosciute perché ha assistito mia madre per qualche tempo poi, per caso, ci siamo ritrovate a lavorare per la stessa ditta che si occupava della raccolta ortofrutticola. Era una donna dolce, lavoratrice, una buona, glielo si leggeva negli occhi. Era sempre disponibile con tutti, simpatica e sorridente. Con lei mi trovavo a mio agio. Si era, comunque, ambientata bene a Ceglie nonostante la lontananza da casa. C’era un velo di malinconia sul suo viso quando si trattava questo argomento. Comunque, non aveva problemi a fare amicizia, anche, perché il nostro lavoro di bracciante comporta stare tante ore a contatto con tante persone. Fuori da quel contesto ci incrociavamo, spesso, ad un discount e quasi sempre le davo un passaggio a casa. La notizie della sua morte è arrivata mentre ero a lavoro e mi si è ghiacciato il sangue. Una giornata che non voleva finire”.

Mara Taran 2-2

La Caritas della parrocchia Maria SS Assunta dava aiuto a Maricica

Tra i primi ad accorrere ieri pomeriggio in via Votano, anche, Cosimo Gianfreda, responsabile della Caritas della parrocchia SS. Assunta, che aveva preso in carico la situazione economico-familiare della donna e alla quale, ogni mese, veniva donato un pacco con  generi alimentari di prima necessità. “Come tanti suoi connazionali – racconta Cosimo – anche quella di Maricica non era una vita semplice. Come Caritas facciamo fronte a tante situazioni spiacevoli cercando, anche, di dare una parola di conforto e di sostegno. Era una brava persona che non meritava quella fine atroce”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Grande lavoratrice e brava persona". La storia di Mara

BrindisiReport è in caricamento