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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Cessione quote del Brindisi: avvisi e smentite

BRINDISI – Le voci sono insistenti e le ha messe in circolazione “radio tifo”. Ma i tre diretti interessati, vale a dire il sindaco Mimmo Consales, l’assessore comunale allo Sport, Antonio Giunta, sentiti da BrindisiReport.it, e uno dei capi della curva – contattato da un collega di una tv locale – smentiscono.

BRINDISI – Le voci sono insistenti e le ha messe in circolazione “radio tifo”. Ma i tre diretti interessati, vale a dire il sindaco Mimmo Consales, l’assessore comunale allo Sport, Antonio Giunta, sentiti da BrindisiReport.it, e uno dei capi della curva – contattato da un collega di una tv locale – smentiscono di aver mai ricevuto avvisi di garanzia per la vicenda. Il caso che da stamane sta mettendo in agitazione la tifoseria del Città di Brindisi, la squadra di calcio biancazzurra che disputa il campionato di serie D, è quello del passaggio delle quote della stessa società dall’imprenditore alberghiero Annino De Finis e dall’altro socio dell’epoca, Giuseppe Roma, anch’egli imprenditore, prima al gestore del bar dello stadio Fanuzzi (collaboratore della società), Stefano Casale, il quale poi le girò all’attuale patron Antonio Flora. Il punto cruciale della vicenda è che quelle quote furono cedute gratis.

In seguito a ciò, nel marzo scorso, uno degli ex soci, De Finis, avrebbe presentato una denuncia alla Digos della questura di Brindisi sostenendo di aver dovuto lasciare quelle quote a costo zero solo perché sottoposto a pressione concussiva sia dalla politica che da alcuni esponenti degli ambienti ultras. L’episodio citato da De Finis sarebbe l’assemblea del 7 dicembre 2102 in municipio sulla crisi del Brindisi, dove il sindaco e Giunta incontrarono i tifosi e Consales affermò che bisognava trovare qualcuno in grado di gestire la squadra, ma che ciò sarebbe stato possibile se le quote fossero state cedute da parte dei soci che le detenevano, senza nulla pretendere in cambio.

Il giorno dell’assemblea, BrindisiReport.it riportò così le dichiarazioni di Consales: “Ogni anno siamo costretti a prendere atto delle crisi societarie che mettono a rischio il futuro del calcio a Brindisi. Tutto questo è il frutto della improvvisazione e di scelte poco oculate compiute da chi, nel tempo, si è trovato ai vertici della società. Ovviamente, da primo cittadino, non discuto questioni che nulla hanno a che fare con l’attività amministrativa, ma è evidente che quando si chiede l’intervento della amministrazione comunale bisogna presentare sul tavolo documenti contabili chiari ed indiscutibili”.

“Facciamo il caso attuale: siamo vicini al collasso, ma in queste condizioni nessun imprenditore si avvicina alla squadra. Ed allora, alla presenza dei tifosi e di alcuni dirigenti del ‘Città di Brindisi’, ho dichiarato ufficialmente che mi farò carico di coinvolgere possibili nuovi investitori solo nel momento in cui tutti i soci attuali rinunceranno gratuitamente alle proprie quote e ad ogni anticipazione effettuata durante l’attuale gestione. In tal modo, la situazione sarà azzerata ed il calcio a Brindisi potrà ripartire su basi solide e senza debiti. Nei prossimi giorni l’assessore Giunta contatterà i proprietari del pacchetto azionario del Città di Brindisi e successivamente si darà vita ad una nuova assemblea con i tifosi”.

Nella tarda mattinata, il sindaco contattato da BrindisiReport.it, oltre a smentire di aver ricevuto informazioni di garanzia, ha detto di aver parlato della questione solo in pubblico e di non aver mai avuto colloqui privati né con Annino De Finis, né tantomeno con Giuseppe Roma che incontrò casualmente solo una volta in un corridoio del municipio. Anche l’assessore Giunta, affermando a sua volta di non essere stato destinatario di alcun avviso partito dalla procura di Brindisi, sostiene di non aver esercitato alcuna pressione su De Finis o Roma. Anche il capo ultras sentito da un altro collega ha negato di aver ricevuto avvisi di garanzia (le voci dicono che i tifosi coinvolti nell’indagine sarebbero almeno una decina).

Il sindaco, tuttavia, pare che oggi sia in montagna per una breve vacanza. Quindi, se ci fosse stata la presunta notifica dell'avviso non sarebbe avvenuta certo stamani, peraltro giorno festivo, ma nei giorni scorsi.

 

 

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