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Cucina, vino e musica tra i beni storici: per il sindaco questa è la strada giusta

Il sindaco Mimmo Consales risponde all'articolo di critica dello storico dell'arte Teodoro De Giorgio sull'ospitata a Palazzo Nervegna di una manifestazione gastronomica, con banchetti e palloncini attorno al capitello originale della Colonna romana

BRINDISI - Il sindaco Mimmo Consales risponde all'articolo di critica dello storico dell'arte Teodoro De Giorgio sull'ospitata a Palazzo Nervegna di una manifestazione gastronomica, con banchetti e palloncini attorno al capitello originale della Colonna romana, e ne pubblichiamo integralmente la nota in cui il sindaco rivendica anche "in maniera convinta" le autorizzazioni concesse per le serate disco al Castello Alfonsino, al foyer del Teatro Verdi e in piazza Duomo. Almeno i brindisini sanno esattamente come prendere posizione su questa strategia che Consales definisce di fruizione dei beni culturali. Sarebbe interessante conoscere anche l'opinione della soprintendenza competente, che naturalmente siamo pronti ad ospitare.

La nota del dott. De Giorgio mi consente di tornare su un argomento particolarmente delicato ma decisamente stimolante, come quello della fruizione dei beni storici della nostra città. In questi giorni, come è noto, Brindisi, all’interno del Palazzo Granafei-Nervegna, sta ospitando la mostra di Andy Warhol, il genio della Pop Art americana, a cui è stata abbinata la rassegna enogastronomica “Nervegna Art Wine”. Si tratta di un evento di straordinaria valenza che sta richiamando le attenzioni di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte della Puglia, così come della stampa nazionale.

Per il dott. De Giorgio, però, l’utilizzo del “Palazzo” e, in particolare, della Sala della Colonna, rappresenta una forma di vilipendio. Dopo aver fatto una dettagliata ricostruzione storica della Colonna, De Giorgio critica aspramente le iniziative poste in essere dall’Amministrazione Comunale. A dire il vero, le accuse dello storico brindisino non mi creano alcun imbarazzo perché si basano su una totale “non conoscenza” dei fatti e delle finalità delle iniziative poste sotto accusa.

Mimmo ConsalesSin dal mio insediamento ho chiarito che i beni storici della nostra città devono essere vissuti e non tenuti sotto chiave. E quindi rivendico in maniera convinta l’autorizzazione a suo tempo concessa per l’utilizzo del Castello Alfonsino, del Foyer del Teatro e di piazza Duomo. Così come sono convinto della necessità di realizzare eventi nella Sala della Colonna. Grazie a queste iniziative (alcune delle quali obiettivamente ‘provocatorie’), siamo riusciti ad avvicinare decine di migliaia di visitatori al nostro patrimonio artistico e culturale. Appare addirittura ridicolo, poi, affermare che i “fumi di cucina” (ma dove li ha visti?) possano rovinare una colonna che è stata esposta per secoli e secoli agli agenti atmosferici, a due passi dal mare.

Si convinca il dott. De Giorgio: il suo modo di immaginare la salvaguardia dei beni culturali è diametralmente opposto rispetto al nostro.

Altrove potranno continuare a tenere stipate negli scantinati dei musei le opere più belle, oppure esposte in sale polverose e inaccessibili. A Brindisi, invece, proseguiremo sulla strada intrapresa, anche a costo di far storcere il naso a qualcuno. E’ questo il miglior riscatto di una città che punta con decisione, in maniera intelligente ed innovativa, alla valorizzazione culturale, coinvolgendo tutta la città e non più soltanto un gruppuscolo di “eletti”, così lontani dalle reali aspettative dei brindisini.

Al dott. De Giorgio, infine, l’invito ad indignarsi per altro. Magari per il degrado in cui versano i beni che non sono di nostra competenza o che non abbiamo ancora coinvolto in un concreto piano di fruizione.

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