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Dopo la guerriglia, ripartono i treni

BARI - Fine della guerriglia, dopo una giornata ad altissima tensione, cominciata di prima mattina come una manifestazione di protesta per chiedere tempi brevi per il permesso di soggiorno. Si è trasformata in una rivolta violenta con sassaiole contro le forze di polizia che hanno risposto con lanci di lacrimogeni.

BARI - Fine della guerriglia, dopo una giornata ad altissima tensione, cominciata di prima mattina come una manifestazione di protesta per chiedere tempi brevi per il permesso di soggiorno. Si è trasformata in una rivolta violenta con sassaiole contro le forze di polizia che hanno risposto con lanci di lacrimogeni.

È stata una mattinata di violenza quella che si è sviluppata oggi dentro e fuori il Cara di Bari, il centro di accoglienza per i richiedenti asilo che si trova nell'area dell'aeroporto militare di Bari-Palese. Gli immigrati, africani che lavoravano in Libia e che sono fuggiti quando è scoppiata la guerra civile, attendono da mesi una risposta alla loro richiesta di asilo.

Oltre un centinaio di loro è uscito dal recinto e ha invaso e bloccato i binari delle Ferrovie dello Stato e della Bari Nord che corrono a ridosso del perimetro del Cara, invadendo anche la statale 16 bis su cui si concentra gran parte del traffico automobilistico in entrata e uscita da Bari.

Gli immigrati hanno bloccato la circolazione prendendo a sassate le automobili. Un autobus di linea è stato bersaglio di una violenta sassaiola e i passeggeri sono stati bloccati a lungo all'interno. A più riprese, manifestanti armati con spranghe di ferro e grosse pietre e forze di polizia in assetto antisommossa si sono fronteggiati nelle campagne attorno al Cara. Polizia e carabinieri, in inferiorità numerica, hanno fatto ricorso anche ai lacrimogeni per respingere gli immigrati ma in più occasioni alle cariche hanno dovuto alternare la ritirata perché sopraffatti dai lanci di pietre.

In molti sono rimasti feriti, nessuno in modo grave. Alla fine, una trentina di immigrati è stata portata in questura. Il traffico ferroviario (anche quello per Brindisi e Lecce) è rimasto bloccato per ore fino a quando, nel primo pomeriggio, la protesta è rientrata grazie ad una mediazione messa in atto sul posto dal prefetto vicario, Antonella Bellomo, affiancata dall'assessore regionale pugliese alle politiche dell'Immigrazione, Nicola Fratoinanni, con funzionari della questura e rappresentanti del Comune di Bari.

Gli immigrati hanno cominciato a fare rientro al Cara togliendo i blocchi ferroviari quando hanno avuto assicurazione dal prefetto per iscritto che il 3 agosto prossimo, nel corso di un vertice in prefettura cui parteciperà anche il sottosegretario Alfredo Mantovano, arriveranno risposte alle loro richieste. Il vertice, già convocato per questioni relative alla sicurezza, affronterà anche la situazione del Cara e le richieste dei migranti.

Ottenuto l'impegno scritto, gli immigrati hanno fatto rientro al Cara liberando anche i binari dai massi. Fratoianni ha condannato le violenze dei manifestanti, ma ha anche chiesto al Governo una risposta immediata alle questioni umanitarie poste. “Ci troviamo di fronte ad una situazione straordinaria che non riguarda solo il Cara di Bari - ha detto - ci sono già state rivolte in altri centri e la situazione è esplosiva dappertutto”.

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