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Cronaca Francavilla Fontana

Droga & chat: tradito da Facebook

FRANCAVILLA FONTANA - In casa la droga. E lui, comodamente seduto al computer, chattava su Facebook con il compare d’affari. A margine del blitz, il corso della Giustizia. Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed inosservanza degli obblighi degli arresti domiciliari: con queste accuse è finito nuovamente in cella Alfonso Leo (23 anni, francavillese), figlio del boss Gaetano, attualmente ristretto alla custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di tipo mafioso e ritenuto personaggio appartenente alla frangia mesagnese della Scu.

FRANCAVILLA FONTANA - In casa la droga. E lui, comodamente seduto al computer, chattava su Facebook con il compare d’affari.  A margine del blitz, il corso della Giustizia. Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed inosservanza degli obblighi degli arresti domiciliari: con queste accuse è finito nuovamente in cella Alfonso Leo (23 anni, francavillese), figlio del boss Gaetano,  attualmente ristretto alla custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di tipo mafioso e ritenuto personaggio appartenente alla frangia mesagnese della Scu.

I militari della Compagnia di Francavilla Fontana, hanno tratto in arresto il ventitreenne in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura brindisina.

Alfonso Leo era già detenuto agli arresti domiciliari. Il 18 marzo 2011, infatti, venne tratto in arresto in flagranza di reato insieme a Cosimo Tafuri (francavillese, di 19 anni) e ad altre tre persone, poiché trovato in possesso di circa un chilo di droga, tra hashish e marijuana.

In quella circostanza i quattro furono beccati con un carico di “fumo” nel bagagliaio di un paio di autovetture a bordo delle quali viaggiavano. L’operazione culminò alla periferia di Latiano. I carabinieri del Nor della Compagnia di Francavilla  Fontana, unitamente al personale della Compagnia di San Vito dei Normanni,  bloccarono la “mini colonna” (una monovolume e una berlina), dopo averla tenuta sott’occhio e sotto controllo per un po’, avendo fiutato del marcio nei movimenti e negli spostamenti del gruppetto.

A fare scalpore, evidentemente, fu proprio la presenza all’interno della comitiva del figlio del boss della nuova Scu. Gaetano Leo - 46enne di Francavilla Fontana, finito in carcere a Bergamo l’11 febbraio 2011, nell’ambito dell’operazione Last Minute che il 28 dicembre 2010 portò al fermo di 28 presunti affiliati alla Sacra Corona Unita dopo le dichiarazioni rese dal neo pentito Ercole Penna - ha alle spalle una fitta serie di precedenti penali tra cui 416 bis, associazione mafiosa e detenzioni di armi clandestina.

Dedito allo spaccio, invece, il figlio. Dopo circa due settimane di carcere, ad Alfonso Leo ed a Cosimo Tafuri venne concessa la misura alternativa degli arresti domiciliari. Dopo pochi giorni, il 15 aprile 2011, nell´ambito dell´attività di sorveglianza delle persone sottoposte a misure limitative della libertà personale, i militari della stazione dei carabinieri di Francavilla Fontana effettuarono un controllo presso le abitazioni dei due giovani.

Durante tali operazioni il personale dell’Arma appurò che Tafuri  era in possesso di alcune dosi di marijuana e intento a chattare su Facebook con Alfonso Leo. Attraverso  il social network i due pare si scambiassero informazioni inerenti il contesto criminale locale. La verifica di quanto emerso veniva eseguita immediatamente presso l´abitazione del Leo, accertando che questi era in contatto telematico proprio con Tafuri.

Successivamente i due sono stati quindi deferiti alla Procura della Repubblica di Brindisi in violazione del divieto di comunicare con ogni mezzo con persone diverse dai conviventi e, a seguito di ciò è stato immediatamente richiesto l´aggravamento della misura cautelare in carcere. Istanza accolta dal Gip, per quanto riguarda Leo, ed eseguita in nottata dai carabinieri.

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