Droga, un ex spacciatore si racconta: "Fuori dal tunnel grazie alla famiglia"
"La carenza di luoghi di svago e intrattenimento che affligge questa città incide tantissimo sul fenomeno della droga. Molti ragazzi si spostano da Brindisi a Lecce per fare le serate, ma chi non se lo può permettere, si rifugia negli angoli per fumarsi una canna. E poi c'è chi, non trovando nulla da fare in città, va a ballare nelle discoteche, dove la droga scorre a fiumi"
BRINDISI – “La carenza di luoghi di svago e intrattenimento che affligge questa città incide tantissimo sul fenomeno della droga. Molti ragazzi si spostano da Brindisi a Lecce per fare le serate, ma chi non se lo può permettere, si rifugia negli angoli per fumarsi una canna. E poi c’è chi, non trovando nulla da fare in città, va a ballare nelle discoteche, dove la droga scorre a fiumi”. Alessandro, 25 anni, racconta a BrindisiReport la sua breve parentesi da spacciatore di metanfetamine nelle discoteche salentine. La continua pressione subìta dai controlli da parte degli uomini della Sezione Antidroga della Squadra Mobile della questura di Brindisi ha rappresentato un punto di svolta nella sua vita.
Da lì coglieva immediatamente l’opportunità offertagli in un momento terribile della sua vita: quella di interrompere la sua attività illecita, comportamento che gli ha permesso di tornare sulla retta via, riscoprendo i valori trasmessi dai genitori: due persone oneste, che hanno scoperto in modo traumatico di avere un pusher in casa. “Erano le 9,25 del mattino. Ero rientrato da circa un’ora e mezza – racconta Alessandro – dopo una notte in discoteca. Mia madre è entrata nella cameretta dicendomi: ‘Svegliati, c’è la polizia’”. Pensavo di sognare. Lì per lì non mi stavo rendendo conto di cosa stesse accadendo”.
Alcuni poliziotti dell’Antidroga, che avevano da tempo nutrito dei sospetti sul conto di Alessandro, si erano presentati per perquisizione. L’appartamento era pulito. Alessandro, uscito indenne da quel controllo, poteva far finta di nulla e proseguire sulla via dello spaccio. Ma grazie alle parole degli agenti capì che gli si era appena presentata un straordinaria opportunità. “Quella mattina – afferma Alessandro – non sono entrati dei poliziotti: sono entrate delle persone di grande spessore umano. Mia madre era sotto choc. Ho capito che dovevo aprirmi con lei, con mio padre ed i miei due fratelli maggiori (dipendenti di un azienda nella zona industriale, ndr) con i quali non vi era più dialogo da mesi. Con grande pazienza ho dovuto accantonare il mio passato prima da consumatore e poi da spacciatore”.
Alessandro è un ragazzo dalla faccia pulita. Parla con proprietà di linguaggio. Non ha mai avuto problemi dalla giustizia. Per quale motivo un giovane cresciuto in una famiglia dai sani valori, si fa calamitare dal mondo della droga? “Avevo perso il mio posto di lavoro – racconta ancora Alessandro – da operaio. Poi ci fu la traumatica interruzione della relazione con la mia ex fidanzata. A partire da quel momento ho cominciato a spacciare nelle discoteche, dove prima ci andavo solo per ballare”.
Alessandro inizia a spacciare cristalli di Md: famigerata sostanza sintetica che nell’ultimo anno è stata al centro di un vero e proprio boom. “Sono delle pietre – spiega Alessandro – quando le schiacci diventano polvere. La si può assumere in parecchi modi: prevalentemente la si fa sciogliere nell’acqua o la si ingerisce. Non ha un prezzo fisso. La tariffa media è di 20 euro al pezzo (0,3 grammi). Piace ai giovani perché provoca l’effetto di un distaccamento dalla realtà, in maniera positiva. Quando si assume la Md si ha la sensazione di sentirsi bene. Passato l’effetto, rimane un senso di libertà e felicità”. “Il motivetto di una canzone rap in voga nel mondo della droga – afferma ancora Alessandro – recita: ‘Credevo fosse amore, invece era Mdma’. Questa droga, tagliata con varie sostanze chimiche, ti fa vedere le cose in maniera diversa”.
Già, ma la Mdma può avere conseguenze devastanti per l’organismo. “Nelle ore successive all’assunzione della sostanza – si legge sul sito del Nida (l'Ente Federale americano che si occupa di droghe e sostanze stupefacenti) - si verifica nell’individuo una significativa riduzione delle capacità mentali”. “Questi effetti, in particolare quelli che interessano la memoria – spiegano ancora gli esperti del Nida - possono durare anche più di una settimana in chi ne fa un uso regolare. La riduzione in modo rilevante della capacità di elaborare le informazioni mette in evidenza i potenziali pericoli legati all’ esecuzione di attività complesse o che richiedono abilità particolari, quali la guida di un’automobile, sotto l’effetto di questa sostanza”. “Nel corso della settimana successiva a un uso moderato di ecstasy – si apprende ancora dal Nida - molti consumatori riferiscono una serie di sensazioni che vanno dall’ansia, all’incapacità di stare fermi, all’irritabilità, alla tristezza, che in alcuni individui può portare a gravi forme di depressione”.
Rifornirsi di Mdma è relativamente semplice, anche per i novizi. “Non è difficile – spiega Alessandro – entrare nel mondo dello spaccio. Basta andare a ballare. Perché purtroppo ormai nelle discoteche circola droga in quantità industriale”. Alessandro non aveva problemi economici. Non spacciava per necessità. “Lo facevo per pagarmi la nottata in discoteca e avere un po’ di denaro – prosegue l’ex pusher – in tasca. Il guadagno era abbastanza minimo”. Tutto questo è andato avanti per quasi un anno.
La svolta positiva è arrivata qualche settimana fa. “L’incontro con gli agenti della Polizia di Stato – conclude Alessandro – è stato per me un occasione che la vita mi ha dato. Ciò ha permesso di iniziare a stare bene con me stesso e soprattutto perché ho avuto una forza tale che mi sta permettendo di dare un aiuto a miei coetanei ad uscire anche loro da questa trappola infernale. Fondamentale, alla base di tutto, è il supporto della famiglia. Bisogna trovare la forza di aprirsi ai genitori e ai fratelli. Solo così si può uscire dal tunnel”.