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Cronaca

Estorsione ad artigiano, dure condanne

BRINDISI - Pene esemplari per una vicenda grave, un incubo per un piccolo imprenditore che, perseguitato dai suoi aguzzini, fu costretto a fare i bagagli e lasciare Brindisi e ricominciare a vivere altrove, in Calabria. Prima di andarsene lasciò un biglietto in questura, c’erano scritti i nomi degli estorsori che sono stati poi processati e condannati oggi a pene comprese tra i 5 e i 9 anni di reclusione.

BRINDISI - Pene esemplari per una vicenda grave, un incubo per un piccolo imprenditore che, perseguitato dai suoi aguzzini, fu costretto a fare i bagagli e lasciare Brindisi e ricominciare a vivere altrove, in Calabria. Prima di andarsene lasciò un biglietto in questura, c’erano scritti i nomi degli estorsori che sono stati poi processati e condannati oggi a pene comprese tra i 5 e i 9 anni di reclusione.

Si tratta di Teodoro Valenti, Cosimo Muoio e Dario D’Aversa, tutti brindisini. Del gruppo secondo l’accusa faceva parte anche Francesco Soliberto che, però, è stato assolto. I fatti risalgono a un periodo di tempo della durata di almeno tre anni. Il racconto della vittima, titolare di una ditta di impianti elettrici, ricomprendeva una lunga serie di episodi.

Minacce, ritorsioni, furti di automobili a scopo “compensativo”. Ma anche pestaggi, botte e intimidazioni dal contenuto irripetibile. Tutto ebbe inizio, stando a quanto è stato appurato dai poliziotti della Squadra mobile di Brindisi, per alcuni lavori non pagati. Da quel momento in poi il gruppetto aveva iniziato a rendere impossibile la vita del piccolo imprenditore brindisino che aveva preso carta e penna e aveva voluto che la propria esasperazione restasse impressa nell’inchiostro, su un foglio bianco.

Oggi, dopo l’esame degli imputati, la dura requisitoria del pubblico ministero, Milto Stefano De Nozza che ha formulato richieste pesanti: 9 anni per Valenti, 6 anni e 6 mesi per Muoio, 7 anni per D’Aversa e 4 per Soliberto. Il conto del Tribunale (presidente Stefania De Angelis), si è discostato di poco: Teodoro Valenti, difeso dall’avvocato Giampiero Iaia, è stato condannato a 9 anni. Sei per Muoio, 5 per D’Aversa, assistito invece da Daniela D’Amuri. Del tutto estraneo all’attività della combriccola di estorsori è stato ritenuto Soliberto.

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