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Cronaca

Gambizzazione, pistola mai trovata e movente da chiarire

Facoltà di non rispondere davanti al gip per Burim Tatani, ritenuto l'esecutore materiale della sparatoria, e per i complici Gianluca Volpe e Mario Salvatore Volpe. Ricorso al Tar per il ragazzo albanese: dubbi sul riconoscimento fotografico

BRINDISI – Ci sono almeno due aspetti da chiarire sulla gambizzazione in via Cellini, avvenuta il  31 maggio scorso. Interrogativi che restano anche dopo gli arresti di Burim Tatani, 30 anni, e dei fratelli brindisini Gianluca Volpe, 19, e Mario Salvatore Volpe, 21, con l’accusa di lesioni personali ai danni di Giuseppe Caputo, macellaio del rione Perrino, e Cosimo Iurlaro, poi indagato per gli assalti ai bancomat con la tecnica dell’esplosione.

TATANI Burim, classe 1986-2Il primo: dov’è stata nascosta la pistola calibro 9x 19 usata per sparare quel pomeriggio di fronte alla palazzina del civico 29? Non è mai stata trovata. Secondo l’accusa era nella disponibilità del giovane di origine albanese, ma residente da tempo a Brindisi, ma non è stato accertato chi abbia fornito l’arma. Secondo l’accusa Tatani l’avrebbe impugnata per far fuoco prima a Caputo e poi a Iurlaro, mentre i due fratelli Volpe sono ritenuti complici avendo fornito supporto all’azione: Gianluca Volpe avrebbe sferrato un pugno al volto di Iurlaro, mentre Salvatore Mario Volpe sarebbe stato alla guida dello scooter T-Max.

Per i tre, ieri mattina, era stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Maurizio Saso che ha firmato il provvedimento di arresto, in carcere, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Pierpaolo Montinaro, sulla base di “gravi indizi di colpevolezza” ed esigenze cautelari attuali. Nessuno ha voluto rispondere alle domande, tutti si sono avvalsi del silenzio che non preclude la possibilità per i difensori di presentare ricorso al Tribunale del Riesame di Lecce.

La strada del ricorso, infatti, è stata già anticipata dall’avvocato Mauro Durante per la posizione di Burim Tatani, partendo dagli aspetti che attengono al riconoscimento fotografico del giovane. Riconoscimento smentito da Cosimo Iurlaro, il quale tramite il suo difensore di fiducia, Daniela d’Amuri, sempre ieri ha chiesto di essere ascoltato dal pm o dal gip per chiarire alcuni passaggi degli interrogatori resi ai carabinieri, nei giorni in cui è stato ricoverato in ospedale, dopo essere stato sottoposto a intervento chirurgico. Era e resta persona informata sui fatti, motivo per il quale in quelle occasioni i militari lo hanno sentito senza la presenza del difensore. Iurlaro è indagato nell’inchiesta della Procura marchigiana sugli assalti alle postazioni bancomat con la tecnica dell’esplosione.

Iurlaro ha smentito di aver riconosciuto il ragazzo albanese e sempre tramite il suo avvocato precisa di non aver mai avuto contatti né con lui, né tanto meno con i fratelli Volpe, difesi dall’avvocato Cinzia Cavallo. Quanto a questi ultimi, non li ha mai conosciuti.

VOLPE Salvatore Mario, classe 1995-2VOLPE Gianluca, classe 1997-2L’altro aspetto che presenta contorni ancora fumosi è legato al movente della sparatoria: nelle intercettazioni ambientali, rese possibili con cimici nascoste nelle stanze del reparto di Chirurgia vascolare del Perrino, dove Iurlaro è stato ricoverato, si fa riferimento a “litigi tra le figlie di Caputo e i fidanzati con ragazzi del rione Sant’Elia”. Non è chiaro il motivo del diverbio, né tanto meno chi fossero questi giovani del quartiere in cui è avvenuta la sparatoria. Non è neppure chiaro se la gambizzazione è collegata o meno con l’aggressione a colpi di mazza da baseball avvenuta 15 giorni prima, di cui gli stessi carabinieri hanno appreso dalle conversazioni intercettate.

C’è poi un terzo aspetto ed è quello che riguarda la presenza al momento della sparatoria di un altro uomo nell’auto a bordo della quale si trovano Caputo e Iurlaro, persona della quale entrambi hanno riferito nel corso degli interrogatori resi ai carabinieri sostenendo di esserla andata a prendere, ma di cui poi sembrano si siano perse le tracce: era davvero in auto? Ha visto qualcosa e per quale motivo era lì? Il terzo uomo, in ogni caso, non è indagato, ma il suo contributo potrebbe essere d’aiuto nella ricostruzione dei fatti. 

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