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Cronaca

Guerra di mala a Brindisi, inchiesta bis: nuovi indagati

Accertamenti su sei sparatorie avvenute in città: ferimenti di Stefano Borromeo, Christian Ferri e Loriano Marrazza. E sull’esplosione di 19 colpi contro il garage di Antimo Libardo

BRINDISI – Nuovi indagati sulla guerra di mala iniziata a Brindisi lo scorso mese di settembre: l’inchiesta sui ferimenti alle gambe a colpi di pistola e sulla sventagliata di kalashnikov non è affatto chiusa. Tutt’altro. Dopo i sette brindisini finiti in carcere la scorsa settimana, in Procura è stato aperto un secondo fascicolo che si presenta come prosecuzione di quello che ha portato ai fermi di Antonio Borromeo, Antonio Lagatta, Michael Maggi e alle successive ordinanze di arresto per Claudio Rillo, Diego Pupino e Antonio Ferrari, con contestuale arresto in flagranza di Alessio Giglio per favoreggiamento.

Gambizzazione Christian Ferri 2-2-3-2

L’inchiesta bis, dopo l’Alto Impatto con i blitz delegati ai carabinieri, attiene a sei episodi rispetto ai quali sono in fase di identificazione i responsabili, in stretta collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile di Brindisi. Più di qualche nome è stato già iscritto nel registro degli indagati con le accuse di lesioni personali e porto e detenzione abusiva di armi da fuoco. In nessun caso gli investigatori hanno potuto contare su dichiarazioni dei sette finiti in carcere, né su testimoni. Sono stati acquisiti alcuni filmati registrati dalle telecamere di esercizi commerciali e stazioni di servizio. Non è escluso, di conseguenza, che nelle prossime settimane ci siano sviluppi.

Le indagini riguardano il ferimento a colpi di pistola di Stefano Borromeo, cugino di Antonio Borromeo, considerato a capo del gruppo antagonista rispetto a quello guidato da Antonio Lagatta. Il ragazzo, incensurato, venne ferito a entrambe le gambe la sera di domenica primo ottobre all’incrocio tra via Sant’Angelo e via Oberdan. Venticinque giorni di prognosi e nessuna dichiarazione utile all’inchiesta. Se non che i colpi sarebbero stati esplosi da un’auto. Zero testimoni.

Gambizzazione via Sant'Angelo-2-2-3

Due giorni dopo, altra gambizzazione: nella notte fra il 3 e il 4 ottobre, Christian Ferri, 29 anni, nome già noto alle forze dell’ordine, finì al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino con una ferita da arma da fuoco alla gamba destra. Dieci giorni di prognosi. Anche in questo caso, il gruppo di fuoco avrebbe agito in auto: Ferri stava percorrendo a piedi il tratto di strada che collega il rondò della statale 7 per Taranto al quartiere Sant'Elia, sotto al cavalcavia della circonvallazione per Lecce. Nessuna indicazione sul modello dell’auto.

L’inchiesta bis riguarda anche il ferimento di Damiano Truppi, 22 anni, avvenuto la sera del 2 novembre: due colpi di arma da fuoco, uno per piede, prognosi di 15 giorni. Nessuna indicazione utile. Testimoni inesistenti.
Il giorno successivo due episodi considerati collegati: la mattina attorno alle 10,30 l’incendio di origine dolosa che distrusse due auto, entrambe in uso ad Antimo Libardo. Un’Alfa Romeo Giulietta e una Fiat Bravo, parcheggiate in piazza Spadini, quartiere Sant’Elia. La sera 19 colpi di kalashnikov contro la saracinesca del garage dello stesso Libardo. Anche in questo caso, nessuna dichiarazione.

L’ultimo ferimento in ordine di tempo, ad essere oggetto di accertamenti, è quello avvenuto il 3 novembre, quando colpi di pistola raggiunsero alle gambe Loriano Marrazza, 26 anni: il ragazzo era in via don Guanella, nel rione Cappuccini. Nel frattempo continuano le perquisizioni alla ricerca di armi.

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