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I lavoratori scioperano, l'azienda li rimpiazza: nervi tesi al porticciolo

Notte movimentata al porticciolo turistico Marina di Brindisi, dove sono dovuti intervenire i carabinieri per riportare la calma fra un gruppo di lavoratori che avevano proclamato una giornata di sciopero e altri lavoratori chiamati al loro posto dall'azienda, la Salento port service, per garantire i servizi essenziali all'interno della struttura, fra i quali quello di guardiania

BRINDISI – Notte movimentata al porticciolo turistico Marina di Brindisi, dove sono dovuti intervenire i carabinieri per riportare la calma fra un gruppo di lavoratori che avevano proclamato una giornata di sciopero e altri lavoratori chiamati al loro posto dall’azienda, la Salento port service, per garantire i servizi essenziali all’interno della struttura, fra i quali quello di guardiania.

La situazione, per fortuna, non è mai sfuggita di mano, ma la rabbia per quanto accaduto è ancora forte fra i circa 10 manifestanti che stamani, coordinati dal sindacato Cobas, presidiavano i cancelli del porticciolo. La condotta del datore di lavoro viene definita dal segretario provinciale dell’organizzazione sindacale, Roberto Aprile, “una gravissima provocazione antisindacale”.

“La Salento Port Service – scrive Aprile in una nota stampa diramata la scorsa notte - ha sostituito i lavoratori in sciopero con gente venuta dalla provincia di Lecce. Un’azione - prosegue il sindacalista -  assolutamente vietata dalla legge 300/70, meglio conosciuta come Statuto dei lavoratori, che prevede anche sanzioni legali”. A detta di Aprile, inoltre, “una cosa del genere a Brindisi non si era mai vista, neanche nelle fabbriche con migliaiai di lavoratori che hanno visto nel corso degli anni scontri anche duri”.

Da quanto riferito da Aprile, sarebbero stati gli stessi manifestanti a chiamare i carabinieri, dopo aver inutilmente chiesto ai lavoratori chiamati al loro posto di uscire. Spetterà ai poliziotti della Digos, intervenuti stamani per far luce sulla vicenda, chiarire l’eventuale sussistenza di condotte penalmente rilevanti. Il sindacato, ad ogni modo, si riserva di sporgere denuncia nei confronti delle persone chiamate dalla ditta: due per turno.  

Sempre i Cobas, in un precedente comunicato diramato da Aprile, avevano riassunto in cinque punti le ragioni dello sciopero: “Il mancato pagamento dello stipendio di Luglio e ormai anche di Agosto”; “Il pagamento delle ore di straordinario (sono anni che in busta paga mancano sempre le tante ore di straordinario svolte)”; “Il mancato inserimento nella busta paga, a partire dal mese di Maggio, le 80 euro di Renzi”; “L'illegale diminuzione delle ore lavorative comunicata ai lavoratori, attraverso la consegna del turni di lavoro  per il mese di settembre”; “La società inoltre ha previsto un taglio del personale con l’avvio della nuova gara riguardante la gestione degli stessi servizi  al porticciolo”. 

Il sindacato ha messo al corrente della vertenza anche la società “Bocche di Puglia”, proprietaria della struttura, invitandola a garantire il rispetto del capitolato d’appalto. E le istanze dei lavoratori sono state accolte dal presidente della società, Dario Montanaro, il quale avrebbe chiesto alla Port Service di attenersi al contratto, ripristinando il numero di ore lavorative previsto dallo stesso. Il fuori programma della scorsa notte, però, complica ulteriormente le cose. 
 

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