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Cronaca

I periti del pm: "Fu l'influenza A a uccidere il piccolo Cosimo"

S. PANCRAZIO SALENTINO - Aveva appena due anni e mezzo, morì improvvisamente, il primo dicembre dello scorso anno. Quella morte avvenuta in piena pandemia da virus H1N1, la cosiddetta influenza A, sarebbe diventata un giallo, che oggi non è più tale. L’interrogativo sospeso sulla morte del piccolo Cosimo Brancasi, di San Pancrazio Salentino, è sciolto. Almeno secondo i medici legali Antonio Carusi e Cesare Di Bari che nei giorni scorsi hanno depositato la perizia loro affidata dal sostituto procuratore Silvia Nastasia.

S. PANCRAZIO SALENTINO - Aveva appena due anni e mezzo, morì improvvisamente, il primo dicembre dello scorso anno. Quella morte avvenuta in piena pandemia da virus H1N1, la cosiddetta influenza A, sarebbe diventata un giallo, che oggi non è più tale. L’interrogativo sospeso sulla morte del piccolo Cosimo Brancasi, di San Pancrazio Salentino, è sciolto. Almeno secondo i medici legali Antonio Carusi e Cesare Di Bari che nei giorni scorsi hanno depositato la perizia loro affidata dal sostituto procuratore Silvia Nastasia.

Nette le conclusioni dei due periti: “Le cause di morte del piccolo Cosimo non possono essere collegate alle responsabilità dei medici, che lo hanno avuto direttamente o indirettamente in cura, ma sono da mettere in relazione ad eventi fulminanti scatenati in risposta all’infezione da virus H1N1, che ha portato in pochissime ore ad una gravissima compromissione sistemica con danni irreversibili essenzialmente a carico del cervello”.

Il bimbo, in sostanza, fu intaccato nelle funzioni vitali, cervello innanzitutto, tanto rapidamente da rendere impossibile ogni tipo di intervento. Contrasse anche una polmonite fulminante che, sulle prime, si pensava potesse essere stata causa della morte, e si sarebbe rivelata invece una delle conseguenze della febbre. Ma la causa prima di quel decesso violento e prematuro fu l’influenza A, senza ormai alcun dubbio. Restano in ogni caso tutte da verificare, al di là delle conclusioni a cui giungono i due medici legali, le responsabilità vere o presunte dei medici coinvolti nell’inchiesta.

Innanzitutto la pediatra di famiglia, Marcella Tripaldi, 54 anni, di San Pancrazio. Alla dottoressa, che aveva in cura il bimbo fin dalla nascita, i genitori dicono di aver chiesto una visita a domicilio che sarebbe stata negata. Accusa risolutamente respinta dalla pediatra, che s’era detta disponibile a visitare il bimbo a qualche ora di distanza dalla chiamata.

Sulla pediatra pende l’ipotesi di reato di omissione di soccorso oltre che di omicidio colposo, accusa che grava su altri sei medici in servizio presso l’ospedale di Manduria: Gabriella Chiriatti, 43 anni di San Giorgio Jonico; Gennaro Lacaita, 59 anni di Manduria, Clelia Testa, 50 anni di Maruggio, Salvatore D’Abramo, 57 anni di Manduria, Gabriella Di Tullio, 50 anni di Manduria e Paola Palazzo, 43 anni di Taranto. Presso l’ospedale tarantino il bimbo fu ricoverato prima di essere trasferito al Vito Fazzi di Lecce, dove i medici fecero tutto quello che era nelle loro possibilità per salvargli la vita. Invano.

L’altro nodo angoscioso di questa vicenda riguarda uno dei passaggi chiave della denuncia presentata dalla famiglia. I genitori dicono di aver chiesto che al bimbo fosse somministrato il vaccino, un mese prima, sentendosi rispondere che non ce n’era bisogno, che Cosimo era sano e forte, che avrebbe saputo reagire. I genitori del piccolo Cosimo non hanno avuto dubbi, fin dal primo momento hanno sostenuto che fosse stato il virus dell’influenza H1N1 a uccidere il bambino.

Così è stato, senza più ombra di dubbio. Certezza che si rivela tanto più agghiacciante proprio a fronte a quella risposta. Il vaccino, forse, avrebbe salvato la vita al bimbo. Come forse avrebbe fatto un intervento più tempestivo dei medici nelle ultime, tragiche ore. Sono questi gli interrogativi ai quali la mamma e il papà del bimbo chiedono risposta. “Prendiamo atto della perizia dei medici legali incaricati dalla procura, e delle loro conclusioni. Dal nostro punto di vista è ancora più grave che un bimbo, perfettamente sano, possa morire di influenza senza che vengano ravvisate responsabilità di sorta”, sono le parole dell’avvocato Gianluca Schifone, al fianco della famiglia del piccolo Cosimo Brancasi fin dalle prime ore dopo la tragedia. “Se ci sono responsabilità – conclude il legale - di qualunque tipo, saranno accertate dalla magistratura, nella quale nutriamo assoluta fiducia”.

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