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Cronaca

Materdomini, ecco il suo futuro tra interessi pubblici e privati

Comune condannato dal Tar a tipizzare la zona Fontanelle come chiesto dalla Edilstevi. L’amministrazione civica non si costituisce nel processo, sentenza definitiva e nomina di un commissario ad acta. Mentre il progetto della Cala incassa l’ok definitivo dalla Regione Puglia

BRINDISI – La ferita aperta in località Materdomini, sulla litoranea nord di Brindisi, sarà rimarginata a breve con progetti anche privati, in aggiunta a quello della “Cala” di interesse pubblico, che promettono una nuova vita appena sarà demolito l’ex Estoril: la svolta arriva dopo la pronuncia del Tar, complice l’inerzia del Comune in materia urbanistica. Perché  non ha completato la “tipizzazione” della zona Fontanelle, la società Edilstevi ha fatto ricorso ai giudici e ha vinto, ottenendo la nomina di un commissario ad acta, visto che l’amministrazione civica non solo non si è costituita in giudizio, ma non ha neppure eseguito la sentenza.

Le due aree interessate dall'intervento privato e da quello pubblico-2La zona. E’ il riassunto di una storia amministrativa che va avanti da oltre due anni e che avrebbe dovuto trovare nella pronuncia del consiglio comunale dello scorso 17 settembre, interrotto per mancanza del numero legale, il sigillo finale con il via libera all’intervento edilizio dell’impresa brindisina per la costruzione di palazzine alte sette metri (pian terreno e primo piano) su circa 10mila metri quadrati (9.564) , sul suolo di proprietà tra via Materdomini e via Perseo, nei pressi del complesso Le Fontanelle, “compreso in un ambito urbano individuato come zona bianca, circondato da un lato da una zona di completamento residenziale di tipo B3 e per il resto da zone ex demaniali”.

L’intervento sarà realizzato “nelle immediate vicinanze del molo Cantieri Navali – Porticciolo turistico e del seno portuale Bocche di Puglia”, con una previsione di “dieci metri di distanza dalle palazzine già edificate, quattro metri almeno dal filo stradale e venti metri quadrati per abitante da destinare preferenzialmente a parcheggi pubblici in fregio della viabilità”. In quest’area “insiste un fabbricato rurale in stato di abbandono per uno sviluppo di circa 150 mc”.

Il Tar. Sarà possibile per effetto di una sentenza dei giudici del Tar, sezione di Lecce, ai quali ha fatto ricorso l’avvocato Andrea Violante in nome e per conto della società Edilstevi Srl “contro l’amministrazione comunale di Brindisi” nonché “contro la Regione Puglia” di fronte all’assenza di pianificazione dell’area rimasta “bianca”, vale a dire “senza retinatura grafica”.

Sono zone “bianche” quelle che “nella rappresentazione dello strumento urbanistico indicano spazi aeroportuali e militari a cui non corrisponde una specifica disciplina normativa nel testo delle norme di attuazione del Piano regolatore”. La diffida della Edilstevi risale al primo febbraio 2013, diffida alla “tipizzazione urbanistica” recapitata al servizio competente della Regione. Da Bari il 9 aprile successivo sono state chieste “notizie in merito alle procedure adottate dal Comune”. Dalla ripartizione Urbanistica di Palazzo di città la risposta è arrivata il 18 aprile: “E’ stato dato mandato di redigere la riqualificazione urbanistica in variante al Piano regolatore”.

La storia. Il 2 dicembre 2013, lo “studio legale associato Violante ha richiamato l’amministrazione comunale agli obblighi derivanti dalla mancata pianificazione, chiedendo l’adozione di un provvedimento d’urgenza preannunciando anche una richiesta danni”. Ad anno nuovo, il legale ha fatto ricorso al Tar per chiedere di “ordinare al Comune o in via sostitutiva alla Regione di provvedere alla pianificazione, qualificazione e tipizzazione del proprio suolo nel rispetto della vocazione edificatoria dello stesso, al pari di quella già riconosciuta ad aree di altri proprietari, pure ricomprese nella zona bianca”. I giudici il 4 aprile 2014 hanno “dichiarato l’obbligo dell’Ente di provvedere entro 120 giorni dalla notifica della sentenza”.

La “posta” proveniente dal Tar è stata recapitata a palazzo di città il 26 aprile, ma nonostante il decorrere del tempo “persisteva l’inadempimento del Comune”, di conseguenza Edilstevi ha chiesto la nomina di un commissario ad acta. Anche perché quella pronuncia non è mai stata impugnata al Consiglio di Stato, di conseguenza è passata in giudicato diventando definitiva. L’amministrazione comunale non si è costituita, stando a quanto risulta dal fascicolo conservato nella sede degli uffici dell’Urbanistica.

Il municipio di Brindisi-4Il commissario. Si arriva così ai giorni nostri, con la nomina del “dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Lecce come commissario”: la sentenza è del 16 aprile scorso, i giudici hanno assegnato “il termine di 60 giorni per dare esecuzione alla tipizzazione” e hanno condannato l’amministrazione di Brindisi al “pagamento in favore di Edilstevi delle spese di giudizio, liquidate in 300 euro oltre Iva e Cap”. La decisione è stata notificata il 3 giugno.

E il Comune non ha potuto fare altro che prenderne atto, ricordando che nel “vigente programma di fabbricazione il suolo era ricompreso nell’ambito di una zona destinata a villini” e rilevando “la necessità che la giunta dia mandato con proprio provvedimento al dirigente del settore Urbanistica di elaborare la ricognizione e la ritipizzazione delle restanti aree bianche presenti nel territorio comunale, con finalità deflattiva di possibili e futuri contenziosi da parte dei proprietari dei lotti accumunati dalla stessa situazione di assenza di pianificazione”.

E’ tutto scritto nella proposta di delibera che l’assessore Pasquale Luperti avrebbe dovuto presentare in consiglio comunale. Ed è sulla stessa linea che arriva l’emendamento proposto dal consigliere di Idea Brindisi, Ferruccio Di Noi, 24 ore prima di ottenere dal sindaco Mimmo Consales la delega speciale per l’attuazione di interventi di urbanizzazione e della definizione delle sanatorie edilizie per ambiti assoggettati a variante di recupero urbanistico e degli affari legali e contenzioso nella stessa materia ed in ciò che interessa il settore patrimonio e casa.

Cala Materdomini di giorno 3-2La spiaggia. Nel frattempo è arrivato a conclusione l’iter per Cala Materdomini, la spiaggia tutta nuova – e pubblica – che cancellerà il vecchio stabilimento balneare della Marina Militare, a fronte di un investimento pari a un milione e 300mila euro, finanziati dal Comune con fondi e propri e in parte dalla Regione: in sede di conferenza di servizi a Bari, lo scorso 31 luglio, è stata decisa l’eliminazione delle barriere in mare e di muri di contenimento a protezione della falesia, optando per il rinascimento dell’arenile. Ed è stata esclusa l’assoggettabilità alla procedura di Via, la valutazione di impatto ambientale.

Gli interventi autorizzati sono i seguenti: demolizione di tutte le opere in calcestruzzo, della pavimentazione, delle cabine ubicate sul terrazzamento esistente, dell’ex Estoril e degli immobili limitrofi, smaltimento e recupero del materiale previa autorizzazione con apposito impianto mobile per la frantumazione e il riciclaggio di inerti, posa in opera di vegetazione autoctona con funzione di schermatura visiva dall’esterno verso l’interno della baia e di protezione del vento.

Il cuore del progetto è costituito dalla realizzazione di due punti ristoro, con annessi servizi, costruiti con struttura in legno lamellare completamente amovibile, scogliera di protezione, piazzole, camminamenti e scale. Tutto a un passo dalla città.

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