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Brindisi-Macedonia: un asse secolare ripercorso dalla Società di Storia Patria

Macedonia e Brindisi, due luoghi distanti e differenti, ma uniti da un rapporto che ha travalicato i secoli; si è cercato di narrarne la storia, quest'oggi (3 marzo), negli spazi di Palazzo Nervegna

BRINDISI - Macedonia e Brindisi, due luoghi distanti e differenti, ma uniti da un rapporto che ha travalicato i secoli; si è cercato di narrarne la storia, quest’oggi (3 marzo), negli spazi di Palazzo Nervegna, al quarantatreesimo colloquio di studi e ricerca storica, organizzato dalla sezione brindisina della Società di storia patria per la Puglia e GranaferArt, progetto culturale con al centro Palazzo Granafei Nervegna appunto.

A prendere la parola il professor Antonio Mario Caputo che ha introdotto la serata presentando gli oratori: il presidente dell’Istituto culturale internazionale Real Casa di Macedonia, Cosimo Cannone e il professor Giacomo Carito della Società storia patria per la Puglia. Da sinistra: professor Giacomo Carito, professor Antonio Mario Caputo, presidente Cosimo Cannone-2

Quest’ultimo ha abilmente presentato alcuni passi di questo storico rapporto tra Brindisi, futuro crocevia di rotte commerciali e di conquiste romane, e l’antica Macedonia, patria di Filippo II e Alessandro Magno. 

Di seguito un piccolo appunto tratto proprio dagli scritti del professor Giacomo Carito:

“Da Brindisi, navigando verso oriente, i Romani mossero per la conquista dei Balcani. Per raggiungere lo scopo non bastava un punto di partenza, era necessario che questo luogo fosse facilmente raggiungibile ed è probabile che il prolungamento dell’Appia sino a Brindisi sia stato dovuto a tale circostanza. 

Gli stati o gli imperi in ascesa o all’apice della loro potenza costruiscono strade e ponti, mentre quelli in declino o in pericolo innalzano mura e barriere.  

Naturalmente diveniva inevitabile, per giungere a una nuova sintesi, il confronto con la potenza egemone in quell’area: il regno di Macedonia. L’obiettivo militare della guerra era quello di impedire a quella potenza di minacciare Roma e alterare gli equilibri geopolitici; le offensive lanciate prima contro Filippo V e poi contro Perseo, sono motivate dall’accusa di agire da fiancheggiatori dei nemici di Roma. Di fronte ad una minaccia con queste caratteristiche le tradizionali strategie della politica estera romana, ovvero il contenimento e la deterrenza, si rivelano inadatte. La deterrenza, ovvero la promessa di una rappresaglia massiccia contro un aggressore, rischia di essere un’arma spuntata in quanto basata su assunti non applicabili a governi assoluti.

storia patria 2-2Essa presuppone, infatti, che un eventuale confronto militare coinvolga comunque attori dotati di razionalità, in grado di soppesare i rischi connessi alle diverse ipotesi strategiche, di scendere a patti e tra i quali, quindi, possa alla fine nascere una - sia pure forzosa - fiducia.  Il contenzioso con la Macedonia fu risolto in ultimo con la guerra preventiva; l’intervento armato è giustificato da una diversa percezione della minaccia, che in questo caso è stimata come imminente e di entità crescente, quasi prossima ad essere attivata. Non esistono quindi, alla luce di questi presupposti di necessità ed urgenza, altre alternative se non quella dell’azione militare. Nella visione dei più influenti pensatori neoconservatives, la preemptive war viene definita come “anticipatory self-defence”, nella quale si mira addirittura a colpire anche le intenzioni dell’avversario, e non solo gli atti preparatori a un eventuale attacco.

Quando si adotta una strategia basata sulla guerra preventiva si ritiene che l’attacco immediato sia meno costoso di quello futuro, perché nel frattempo il nemico si rinforzerebbe, rendendo così più difficile e sanguinoso il successo. In tutto il lungo conflitto grande fu il ruolo di Brindisi e dei cittadini di Brindisi uno dei quali fornì il pretesto per l’ultima e decisiva campagna militare ai danni della Macedonia”.

Al termine del convegno presso Palazzo Nervegna i lavori sono proseguiti in un vicino locale dove il presidente della Comunità ellenica del grande salento e referente regionale dei Greci di Puglia, Ioannis Davilis si è soffermato sulla controversia tra Repubblica di Macedonia e Grecia, due nazioni accomunate dal recente caso dei migranti.

Giancarlo Cafiero, Società storia patria per la Puglia, ha infine dato lettura di diversi brani relativi al porto di Brindisi.

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