rotate-mobile
Cronaca

Tarsu, il Comune batte cassa anche nella zona industriale e nelle caserme

Avvisi di pagamento alle aziende per 15 milioni di euro dal 2013. Accertamenti per le sedi dei Corpi dello Stato: la Forestale versa 30mila euro. Terminate le notifiche alle chiese

BRINDISI – Planimetrie e tabelle alla mano, il Comune di Brindisi ha battuto palmo a palmo la zona industriale e le caserme per riscuotere la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani. E i conti viaggiano a otto cifre: quasi 15 milioni di euro, a far data dal 2013, comprese le sanzioni per il ritardo nel pagamento.

Gli avvisi sono stati notificati nelle scorse settimane a imprese individuali e a società di grandi dimensioni, come AgustaWestland, Cogit, Itel. In elenco anche Aeroporti di Puglia, così come tutte le sedi delle forze dell’ordine. Qualcuno ha risposto senza battere ciglio e ha già proceduto al pagamento, altri invece hanno anticipato la volontà di contestare facendo ricorso alla Commissione tributaria, altri infine non hanno ancora dato riscontri.

L’Ufficio tributi dell’Amministrazione comunale, in ogni caso, non intende “dimenticare”, tanto è vero che a giorni partiranno i solleciti di pagamento dalla società Abaco, concessionario del servizio di riscossione. L’obiettivo è fare cassa, anche in considerazione della necessità di superare senza conseguenze l’appuntamento con la verifica dei parametri per il patto di stabilità, sforato nel 2014 come conseguenza diretta del ripiano della perdita della società partecipata Multiservizi, per oltre un milione.

A sentire i consiglieri comunali della frastagliata opposizione che parte dal centrodestra per tornare al centrosinistra, ci sono fondati timori che per l’anno in corso il Comune inciampi nella stessa situazione. L’ossigeno derivante dalla Tarsu, quindi, è fondamentale. La base di partenza è pari a nove milioni di euro, con riferimento alle utenze non domestiche, quali sono appunto quelle industriali, si sale a 14milioni e 922mila con il conteggio delle maggiorazioni a titolo di sanzioni.

Al momento, gli avvisi andati a buon fine ammontano a tre milioni e mezzo, mentre quattro milioni costituiscono oggetto di contestazione e riguardano per lo più aziende di grandi dimensioni. Per la somma restante, sono pervenute richieste di dilazione ricorrendo al pagamento rateale.Sul fronte degli accertamenti indirizzati alle caserme, il Comune di Brindisi, ha ottenuto sinora solo il pagamento da parte del Corpo forestale dello Stato, a titolo di integrazione della tassa versata, per trentamila euro.

Nessun commento da parte dell’assessore al Bilancio, Carmela Lo Martire: “Stiamo lavorando nell’interesse di tutti i contribuenti”, si limita a dire. “Così come gli accertamenti riguardano persone fisiche, allo stesso modo si procede con riferimento a quelle giuridiche. Non c’è alcuna differenza”. Al censimento dei contribuenti con annesso aggiornamento della banca dati, non fanno eccezioni le chiese, tanto è vero che la scorsa settimana è stato ultimato il giro di notifiche degli avvisi di pagamento. In questo caso, la contabilità tenuta dall’Ufficio tributi, è arrivata a quota un milione e centomila euro.

Stando alle disposizioni di legge in materie, vanno esenti i luoghi di culto, ma a quanto pare non c’è stata corrispondenza tra gli spazi effettivamente occupati e quelli risultanti dalle planimetrie datate negli anni, esattamente come è accaduto per le caserme e per società che hanno sede nella zona industriale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tarsu, il Comune batte cassa anche nella zona industriale e nelle caserme

BrindisiReport è in caricamento