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Cronaca

Il nuovo anno, la crisi, le attese

Una generazione che non rinuncia a credere che qualcosa può ancora cambiare. Padri e madri di famiglia che dal 2013 sognano solo lavoro per i propri figli. Gente che ha voglia di fare ma che a volte deve decidere se andare via dalla propria terra o restare, con mille difficoltà e limitazioni. Un filo conduttore che indistintamente dall'età, unisce giovani e adulti. Studenti, operai, laureati, liberi professionisti, dipendenti, questi sono i soggetti ai quali abbiamo chiesto cosa si aspettano dal nuovo anno.

Una generazione che non rinuncia a credere che qualcosa può ancora cambiare. Padri e madri di famiglia che dal 2013 sognano solo lavoro per i propri figli. Gente che ha voglia di fare ma che a volte deve decidere se andare via dalla propria terra o restare, con mille difficoltà e limitazioni. Un filo conduttore che indistintamente dall'età, unisce giovani e adulti. Studenti, operai, laureati, liberi professionisti, dipendenti, questi sono i soggetti ai quali abbiamo chiesto cosa si aspettano dal nuovo anno.

Martina Carpani, 18enne di Ostuni, ultimo anno del Liceo Classico, responsabile provinciale della Rete della Conoscenza, in testa alle lotte dell'Uds di Brindisi.

"Per me il 2013 sarà un anno come gli altri, se il bisogno di cambiamento non prenderà forma. Far prendere forma al cambiamento dal basso, per me, non vuol dire semplicemente vedere volti nuovi candidati al Parlamento, continuare con la retorica del "rottamare i vecchi". Vuol dire continuare quanto straordinariamente è stato fatto in ogni luogo in questo 2012 senza bisogno necessariamente di una legge da combattere, di un governo da contestare, vuol dire avere una straordinaria presa di coscienza collettiva dell'ingiustizia che c'è da sempre e sempre si perpetuerà, vuol dire non aspettare un nuovo "salvatore" in senso religioso, politico o economico, ma rendersi conto di quanto c'è bisogno di partecipazione dal basso.

"Il cambiamento per me prenderà forma solo quando non partirà da Roma, ma da ogni piccolo centro di questo Paese, e io mi auguro che nel 2013 si possa dare davvero spazio ai giovani, creare forum cittadini giovanili con potere progettuale, pretendere spazio e prendercelo con le idee alternative, non le mainstream dei Soloni dell'economia. Creare eventi, occasioni e luoghi di incontro per discutere e crescere collettivamente come società.

Io non credo agli oroscopi, o ai calendari Maya, io credo che per me il 2013 potrebbe essere un anno meraviglioso non in base al 'mio' lavoro, alle mie scelte, ai miei nuovi amori, ma solo se 'tutti' insieme costruiremo un mondo migliore in cui vivere. Dovrebbero smettere di fare gli oroscopi al singolare, per me i progetti vanno intrapresi insieme, sennò si ricade nella solita insoddisfazione personale tipica dell'individualismo. Se l'insoddisfazione è collettiva, invece, non porta alla competizione per la ricerca di un lavoro per cui i posti sono la metà rispetto ai richiedenti, ma forse a qualcosa di molto più ambizioso".

Michele Masi, brindisino, due figli e nonno di due nipoti, operaio della centrale Enel Federico II di Brindisi:

"Ogni anno si dice che l'anno precedente è stato da dimenticare. No, è stato come gli altri con i suoi alti e suoi bassi. Ci aspettiamo un anno migliore, lavoro soprattutto per i giovani, poi speriamo in una classe politica onesta e capace. E poi non può mancare la speranza di una pace dove purtroppo non c'è. Per la mia città, invece, mi aspetto e auguro che sia ospitale e rifiorisca come un tempo".

Mariella Recchia, 32 anni di San Vito dei Normanni, laureata di Lingue e Letterature Straniere, disoccupata.

"Ovviamente la situazione è davvero molto critica. Io come tanti altri giovani, rischio di dover rinunciare a sperare in una situazione soddisfacente a livello lavorativo, o che quantomeno rispecchi ciò che avevamo sognato o sperato dopo gli studi. Mi auguro che possa crescere la fiducia in noi tutti, e che si crei qualche possibilità per un futuro fatto di famiglia,valori e lavoro. Se un uomo è costretto a perdere la propria dignità per mancanza di un lavoro e di un tetto vuol dire che un brutto male si sta diffondendo sempre più rapidamente. Ma ancora ci sono speranze. Quindi ripartiamo da questo lato positivo".

Alessio Capobianco, 34enne di Brindisi, laurea specialistica in scienze motorie e sportive, laurea in fisioterapia, libero professionista e collaboratore col settore giovanile dell'Enel Basket.

"Dal 2013 cosa vorrei? Parlo giusto della mia città: vorrei non vedere tanti giovani in gamba esser costretti ad andar via per sopravvivere, e rivedere chi è stato fuori per studiare o specializzarsi rientrare, ed avere la possibilità di mettere a frutto le proprie competenze; vedere la nostra città popolata e frizzante come in questi giorni, seppur di magra, e vorrei che gli eterni giovani della mia generazione non abbiano il timore di creare famiglie, generare figli, diventare uomini, madri e padri, senza dipendere ancora dai propri genitori. Vorrei vedere meno auto e più biciclette, una costa pulita, meno lamentele senili e più gioventù in movimento".

Margherita Bardaro di Latiano, dipendente in una caffetteria, separata e madre di due figli.

"Ahimè, a differenza degli altri anni non riesco nemmeno a sperare nell'anno nuovo, e questo è ancor più grave: ci stanno togliendo la voglia di avere nuove speranze nel nostro Paese nonostante i grossi sacrifici cui ci stanno sottoponendo. Nel 2013, credo, si toccherà il fondo con tutti i posti di lavoro che si stanno perdendo, si creerà troppo scompenso nelle casse dell’Inps e forse sarà l'anno che ci farà sfiorare le sorti della Grecia, quindi l'unica speranza è che ci sia la forza per affrontare tutto, e forse anche l’andare via dove la vita è ancora degna di essere chiamata tale, perché senza un lavoro equo non possiamo sostenere un cuneo fiscale così pesante".

Marco Faggiano, brindisino e dipendente della Società Trasporti Pubblici di Brindisi.

"Troppo facile aspettarsi qualcosa da un nuovo anno che viene, lo si responsabilizza quasi come fosse l'elemento che può decidere il bello e il cattivo tempo per ognuno di noi. Pertanto più che aspettarmi qualcosa dal 2013 provo a desiderare, a sognare, ed augurare: sono tre delle pochissime cose rimaste ormai sulle quali non ci sono imposte da pagare. Personalmente per il 2013 sogno che chi ci governa inizi a desiderare il bene di tutti, desidero vedere i sorrisi moltiplicarsi tra la mia gente, mi auguro di poter vedere la mia città regalare a me e a tutti gli altri soddisfazioni immense da ogni punto di vista, dalla cultura allo sport, dal lavoro alla salute.

Ed a proposito di sport auguro alla mia amica Flavia Pennetta (proprio la tennista brindisina due giorni fa ha comunicato ai suoi fan attraverso Twitter che ricomincerà a giocare da febbraio prossimo, ndr) di tornare al più presto a farci sognare con le sue imprese ed a portare il nome di Brindisi con orgoglio in tutto il mondo, più di quanto abbia già fatto. Se dovesse accadere tutto ciò, tra un anno non mi resterà che ringraziare il 2013 ed accogliere con gli stessi propositi l'anno successivo. Dipende solo da noi quello che ci aspetta. Siamo noi a dettare tutto".

Michele D'Anna 52enne, mesagnese d'adozione perchè presidente dell'associazione Cicloamici Fiab che ha sede a Mesagne.

"So che potrà apparire banale, ma il 2013 sarà un anno 'da pedalare'. Da pedalare non sulla solita consueta strada di cui conosci ogni curva e l'andamento, ma una via nuova mai battuta di cui non si conosce né il fondo né la destinazione. Ma non è forse questo il gusto della vita? Scoprire nuovi orizzonti".

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