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Il pentito Penna fa l'elenco dei politici "amici", e il sindaco chiama il prefetto

MESAGNE - La resistenza delle istituzioni ai tentativi di infiltrazione criminale, sono una storia forte e parallela a quella delle bombe, del sangue, in una parola della Scu in terra mesagnese. Le porte del Comune sono sempre state sbarrate a ogni insidia, fino a ieri. Secondo le rivelazioni dell'ultimo pentito della Scu, Ercole Penna, il fronte di resistenza sarebbe stato sfondato da un consigliere comunale di centrosinistra, eletto in una lista civica alle ultime amministrative. Il signore in questione sarebbe assurto al rango di membro delle assise cittadine grazie ai voti del clan, non solo. Per ricambiare il favore, il consigliere si sarebbe prestato a operazioni di riciclaggio, pulendo il denaro incassato dalle cosche per mezzo di attività lecite, almeno sulla carta. Non è ancora tutto. Lo stesso consigliere comunale avrebbe favorito l'accesso della mala in alcuni appalti pubblici, ma non nel comune mesagnese.

MESAGNE - La resistenza delle istituzioni ai tentativi di infiltrazione criminale, sono una storia forte e parallela a quella delle bombe, del sangue, in una parola della Scu in terra mesagnese. Le porte del Comune sono sempre state sbarrate a ogni insidia, fino a ieri. Secondo le rivelazioni dell'ultimo pentito della Scu, Ercole Penna, il fronte di resistenza sarebbe stato sfondato da un consigliere comunale di centrosinistra, eletto in una lista civica alle ultime amministrative. Il signore in questione sarebbe assurto al rango di membro delle assise cittadine grazie ai voti del clan, non solo. Per ricambiare il favore, il consigliere si sarebbe prestato a operazioni di riciclaggio, pulendo il denaro incassato dalle cosche per mezzo di attività lecite, almeno sulla carta. Non è ancora tutto. Lo stesso consigliere comunale avrebbe favorito l'accesso della mala in alcuni appalti pubblici, ma non nel comune mesagnese.

Il capitolo scottante delle rivelazioni del pentito che ha permesso, il 28 dicembre scorso, l'ordine di custodia cautelare per 416 bis di una trentina di indagati - “siamo solo agli inizi”, chiosò l'operazione il procuratore capo della Dda Cataldo Motta – ha provocato un autentico terremoto nell'amministrazione mesagnese. Il sindaco della città, Francesco Scoditti, a una voce con il resto della giunta, ha chiesto un incontro con il prefetto di Brindisi Nicola Prete, che si terrà verosimilmente lunedì.

Sebbene il consigliere in questione non sia ancora stato raggiunto da provvedimenti di sorta da parte della magistratura, il primo cittadino della città messapica, al fianco del presidente del consiglio Fernando Orsini, e dell'assessore ai percorsi della legalità Cosimo Faggiano, icona dell'antimafia in terra messapica, ha reagito senza porre tempo in mezzo.  Anche la sola ipotesi del coinvolgimento nella inchiesta, per il sindaco, è sufficiente a rendere opportune le dimissioni immediate del consigliere in questione.  “In ogni caso e prima ancora di qualsiasi comunicazione ufficiale da parte degli organi competenti, il sindaco e l’amministrazione comunale nella sua interezza, confidando nel senso di responsabilità di ogni singolo consigliere comunale, auspicano che chi potrebbe essere chiamato a chiarire la propria posizione, a qualsiasi forza e schieramento politico appartenga, lo possa fare liberato da ogni responsabilità amministrativa, nell’esclusivo interesse della città”.

Parole che non lasciano spazio a tentennamenti di sorta. La città di Mesagne, e una storia che è anche un monito e un esempio, non possono permetterlo: “Chiediamo l'attivazione di tutte le procedure utili a giungere con celerità a fare chiarezza e che siano eliminati ombre e sospetti, anche a tutela dell’onorabilità dei consiglieri comunali”, sarà questa la richiesta da inoltrare senza indugio al prefetto. “Sia chiaro a tutti che l’amministrazione comunale di Mesagne – incalza il sindaco Scoditti - non consentirà a nessuno di poter arrestare i percorsi di legalità che l’intero consiglio comunale ha intrapreso e per i quali esistono ormai riconoscimenti ufficiali anche da parte di altre istituzioni.

Il sindaco ed il presidente del consiglio, nell’ambito delle specifiche competenze, dichiarano che continueranno ad onorare gli impegni assunti dalle assise a difesa di ogni principio di legalità e continueranno a percorrere, senza alcun tentennamento, la strada intrapresa, impegnandosi ancor più a moltiplicare gli sforzi e gli impegni perché la città tutta sappia di essere amministrata da donne ed uomini di notevole spessore morale”.

Una presa di distanza chiara e netta, già dal primo trapelare delle indiscrezioni. Il punto è che, Penna dixit, le infiltrazioni della mala nel mondo politico-istituzionale, non si fermano al solo consigliere comunale mesagnese (a patto che sia vero ciò che il pentito dice). I nomi sciorinati da Lino lu biondu sono più di uno, e c'entrano coi colletti bianchi di una fetta assai più ampia della politica provinciale.

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