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Cronaca

Tifosi arrabbiati: no calcio? no Palaeventi

BRINDISI - Irriducibili.I supporters del calcio brindisino lo sono a prescindere dai nomi con cui ci si identifica nel mondo del tifo organizzato. Alle 15.30 si sono dati appuntamento nel piazzale della Stazione Centrale per dare vita all’ennesima manifestazione di protesta (e speranza nello stesso tempo), nonostante i 32 gradi all’ombra.

BRINDISI - Irriducibili.I supporters del calcio brindisino lo sono a prescindere dai nomi con cui ci si identifica nel mondo del tifo organizzato. Alle 15.30 si sono dati appuntamento nel piazzale della Stazione Centrale per dare vita all’ennesima manifestazione di protesta (e speranza nello stesso tempo), nonostante i 32 gradi all’ombra.

Irriducibile è la loro fede e l’attaccamento ai colori di una maglia che per molti, negli anni d’oro, ha voluto dire soprattutto rispetto e orgoglio d’appartenenza. Gli appassionati di calcio ci sono, gli ultras anche, ma c’è anche tanta delusione per la scarsa adesione della gente comune.

In tutto si tratta di un corteo che conta non più di duecento partecipanti, con molte forze dell’ordine a vigilare. In Argentina, riflessione da farsi con le debite proporzioni, alla retrocessione del River Plate è seguita la guerriglia urbana, a Brindisi, per l’ennesimo tracollo c’è stata una manifestazione non violenta, anzi autorizzata dalla Questura.

Qualcuno tra i tifosi pensa pure che sia arrivato il momento di dare vita ad azioni plateali, ma il livello più alto della contestazione che si vuole raggiungere riguarderà l’astensione da qualsiasi prossima tornata elettorale in città. S’è creata un’anomala e unicamente brindisina spaccatura d’interesse sulle sorti dello sport cittadino: da una parte il basket, ricco e fortunato, dall’altra il calcio, povero e disgraziato.

Da una parte il basket in serie A, con imprenditori disposti ad investire denaro, dall’altra il calcio che, molto probabilmente, dovrà ripartire dall’ultimo gradino, vale a dire il campionato di Eccellenza. Il basket è spalleggiato, per ovvie ragioni ma non giustificabili, dalla Provincia, mentre il calcio è nelle mani di un giovane, volenteroso ed appassionato vice-sindaco, Mauro D’Attis, che le sta provando davvero tutte per ottenere almeno la ripartenza dalla serie D.

Così, quando il corteo arriva in Piazza Vittoria, viene esposto lo striscione “Niente calcio, niente Palaeventi”, con chiaro riferimento polemico alla delibera che prevede la costruzione di un nuovo palasport. Alla fine Mauro D’Attis riceve una folta delegazione di tifosi: “Il commercialista napoletano De Vita ci da una mano e supervisiona il comitato che abbiamo messo in piedi - dice il vicesindaco -, ma possiamo solo sperare”, è il sunto di tutto lo scambio.

Quasi un muro contro muro istituzionale, tra Provincia e Comune, che ha portato il calcio sull’orlo della scomparsa: inspiegabile e vergognoso, ripetono quasi tutti i tifosi presenti alla manifestazione. “Purtroppo ripartiremo dall’Eccellenza - dice malinconicamente Andrea Guerra -, non mi faccio illusioni: la storia del calcio a Brindisi, per l’ennesima volta, è stata una messinscena di cui tutti già sapevano. Questi imprenditori brindisini messi insieme da D’Attis spero che almeno mantengano la promessa fatta: non vorrei si dovesse scomparire completamente”.

“Solo a Brindisi gli enti preposti al governo del territorio non operano sinergicamente - sbotta Gianfranco Campus -, la qual cosa non solo è ridicola ma anche vergognosa. La Provincia pensa al basket mentre il Comune prova a salvare il calcio, con disgustose recriminazioni sul passato che servono solo a distogliere l’attenzione dalla triste realtà”.

“Siamo stati abbandonati da tutti - ammette Amedeo Palma, ultras storico della Curva Sud -: hanno fatto credere che noi appassionati di calcio siamo contro le sorti del basket, ma si tratta di una montatura indegna. Il signor Ferrarese poteva evitare di dire che non conosceva la situazione. Avesse voluto, poteva fare davvero qualcosa, ma non l’ha voluto sin dal primo giorno: ha fatto i suoi interessi, continua a farli, ha il proprio seguito elettorale e pseudo-sportivo e, dunque, i problemi del calcio non lo interessano. Se un normale cittadino non paga una bolletta - continua Palma -, gli staccano la luce, se gente come Galigani e Pupino, al contrario, imbrogliano un’intera comunità, non subiscono nessun tipo di conseguenza”.

Tra i partecipanti al corteo c’è anche un ex giocatore, Piero Caputo, centrocampista dai piedi raffinati. “Sono qui per dare manforte e solidarietà a questi ragazzi - dice Caputo -, ma i presupposti perché le cose andassero male c’erano tutti sin dall’inizio dell’era Galigani. Ci si muove quando oramai è troppo tardi, come consuetudine del resto, in questa città totalmente disinteressata”. Nel corteo ci sono anche molti tifosi di vecchia data che non hanno voluto far mancare il proprio apporto.

“Ora che tutto è compromesso le istituzioni locali fanno finta di mettersi insieme? - si chiede Mimino Andriani, storico tifoso brindisino -, perché credono che qui abbiamo l’anello al naso. Siamo in pochi, con la gente di Brindisi che va al mare mentre appassionati da Trepuzzi e Cellino sono qui a manifestare. Dico al signor Ferrarese che tutti noi ci ricorderemo del suo operato alle elezioni, quando vorrà l’appoggio per la rielezione o per il Parlamento. Ce ne ricorderemo, ne sia certo”.

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