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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

“L’ultima volta la birra era cavata”. Dopo gli arresti per droga, indagati in silenzio

Solo Giuseppe Ferrero risponde al gip. Due filoni d'inchiesta: cocaina e marijuana: “Questa è spettacolare”. Imprevisto nel trasporto con il gommone: “Non trovo la chiave”

BRINDISI – In cinque su sei hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, dopo essere stati arrestati sabato scorso dai carabinieri, con l’accusa di aver spacciato grandi quantitativi di droga, tra marijuana e cocaina. Due i filoni d'inchiesta.

Gli interrogatori

FERRERO Giuseppe, classe 1980-2Gli indagati Cesare Iaia, 43 anni, di Brindisi; Maurizio La Salvia, 33 anni, nato nel Torinese e residente a Torchiarolo; Cosimo Damiano Laporta, 32 anni, di Brindisi; Pierpaolo Maiorano, 26 anni, di Torchiarolo, Mattia Pano, 20 anni, residente a Galatone, dopo tre notti trascorse in carcere hanno opposto il silenzio di fronte al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis in occasione dell'interrogatorio di garanzia.  Ad aver risposto alle domande è stato solo Giuseppe Ferrero, di 38 anni, nato a Mesagne ma residente a Brindisi (nella foto accanto): ha voluto chiarire la sua posizione, in relazione all'accusa mossa con riferimento al trasporto di marijuana nel gommone, con deodorante al gelsomino. A piede libero è rimasto  Michele Pano, 46 anni, residente a Galatone.

I difensori Daniela D’Amuri, Ladislao Massari e Vito Epifani dovranno valutare se presentare o meno ricorso al Tribunale del Riesame di Lecce.

Le intercettazioni

Emergono, intanto, nuove intercettazioni telefoniche relative all’inchiesta dei carabinieri del Norm di Brindisi, tenuta a battesimo con il nome “Off shore”, partendo dal fatto che per il rifornimento di marijuana, in arrivo dall’Albania, alcuni degli indagati preferivano procedere al largo. In tal modo credevano di non essere sottoposti a controlli. Così è stato sino a quando è stato intercettato uno scambio di Sms dal quale emergeva che il  4 luglio 2018 un carico importante sarebbe stato preso in consegna. E quel pomeriggio, i militari hanno intercettato sul litorale tra Lendinuso e Casalabate 250 chilogrammi di droga alla fragranza di gelsomino: era nascosta nei tubolari del gommone su un carrello trainato da un’auto, preceduta da un’altra. In quella occasione, come si ricorderà, furono arrestati in flagranza di reato Massimo Ferrero e Fulvio Lonero, in carcere da allora.

La chiave del gommone e la birra

LASALVIA Maurizio, classe 1985-3Lo scambio, quindi, sembrava riuscito nonostante gli indagati furono costretti a fare i conti con un inconveniente: non si riuscivano a trovare le chiavi del gommone. “Manca la chiave”, scriveva Lonero a Ferrero. “Stiamo aspettando, vorrei sapere chi l’ha levata”. E ancora: “Ho mandato un messaggio a Capellone, ma non mi ha risposto”. Tale Capellone non è ancora stato identificato.

Altro canale di rifornimento per i carichi di cocaina, aspetto sul quale sono ancora in corso indagini. Le intercettazioni, stando a quanto si legge nel provvedimento di arresto, hanno permesso di “acclarare la quotidiana attività di spaccio di Maurizio Lasalvia (nella foto al lato). Sette almeno gli acquirenti identificati, alcuni di quali in qualche occasione si sarebbero lamentati della qualità della sostanza stupefacente: “Ne vale la pena? L’altra volta la birra era cavata”.

IAIA Cesare, classe 1975-2Altri indagati si sarebbero lamentati dell’assenza di droga di qualità elevata in circolazione: “Non c’è altro in giro da nessuna parte, fidati”, scriveva via Sms Cesare Iaia (nella foto a destra) a Mattia Pano. “Fa schifo, quella dell’altra volta anche peggio”. E poi ancora: “A me i soldi servono, stai facendo chiacchiere”, sempre da Iaia a Pano. In un’occasione, invece, la droga sarebbe stata “spettacolare” stando al messaggio intercettato il 18 luglio 2018 attorno alle 20, monitorando le conversazioni tra Pano  e Iaia.

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