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Cronaca

La Curia: "Prudenza nel giudizio e attesa". Il parroco celebra messa

Il parroco della chiesa di Santa Lucia per il momento riceve dalla Curia il beneficio della sospensione del giudizio sulle vicende per cui è indagato, e stasera ha celebrato regolarmente una Messa in suffragio, alla presenza di una trentina di persone

BRINDISI - Il parroco della chiesa di Santa Lucia per il momento riceve dalla Curia il beneficio della sospensione del giudizio sulle vicende per cui è indagato, e stasera ha celebrato regolarmente una Messa in suffragio, alla presenza di una trentina di persone. Troppo presto per dire sino a che punto i parrocchiani siano stati emotivamente coinvolti, e divisi tra innocentisti e colpevolisti, dal fatto che il sacerdote possa essere responsabile delle vicende di abusi sessuali su minori su cui indagano carabinieri e procura. I pareri raccolti all'esterno della chiesa sono sostanzialmente univoci: ci si attendeva di trovare un altro sacerdote, e la presenza del parroco indagato ha colto quasi tutti di sorpresa. L'augurio è che "tutto finisca bene".

Se la legge dello Stato laico prevede il diritto alla supposizione dell'innocenza sino a condanna definitiva, la Chiesa brindisina si avvale di questo stesso criterio in una fase delle indagini che è senza dubbio preliminare. E' questo il tono della nota diramata questa sera da piazza Duomo, pur in un conteso in cui si esprime dolore per la notizia e si anticipa, qualora le circostanze riportate si rivelassero fondate, quale sarebbe il comportanento della Chiesa stessa. Intanto i fedeli più legati alla parrocchia si irrigidiscono di fronte alle domande del cronista: "E perchè la chiesa non dovrebbe restare aperta", dicono. E si allontanano in fretta

"L’Arcivescovo di Brindisi ha appreso con sincero dolore la notizia che un parroco della città è indagato per reati particolarmente gravi. Se i fatti fossero accertati,  il primo pensiero sarebbe per chi ha sofferto a causa di comportamenti  tanto riprovevoli. Tutto ciò che lede il bene spirituale delle persone è contrario alla missione della Chiesa.  Allo stato attuale - fa sapere l'arcivescovo Domenico Caliandro - tuttavia,  il procedimento in corso intende appurare come stanno realmente i fatti e  non  vi è ancora nulla di certo".

"Pertanto l’Arcivescovo, mentre dichiara la sua  fiducia nella magistratura e attende l’esito delle indagini, esprime vicinanza anche al sacerdote coinvolto, sapendo che  in questa situazione si trova a vivere  un  momento umanamente assai difficile.  Rivolge, infine, a tutti un  invito alla preghiera e all’impegno perché il male non prevalga e  le comunità cristiane,  in cui vi sono tanti sacerdoti generosi e ammirevoli, proseguano con perseveranza il loro cammino".

Il parroco indagato e sottoposto stamani alle attività di perquisizione ed acquisizione di elementi probatori da parte dei carabinieri del reparto operativo provinciale di Brindisi, su delega del pm Giuseppe De Nozza, è difeso dall'avvocato Roberto Cavalera. Il materiale sequestrato ed il contenuto del personal computer del sacerdote sono all'esame degli investigatori. Vale la pena ricordare che Papa Francesco il 23 settembre scorso ha consentito alla magistratura vaticana l'arresto di monsignor Jozef Wesolowski, 66 anni, polacco, già nunzio apostolico a Santo Domingo, che il Pontefice aveva richiamato a Roma nel 2013 proprio in seguito alle accuse di violenze su minori emerse nella capitale della Repubblica Dominicana. Per Wesolowski è stata sufficiente la condanna di primo grado.

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