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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

“La politica è sporca”: Multiservizi gestita da Pietanza e governata da Luperti per esigenze elettorali

Denuncia di Sandro Trane. Avrebbero “condizionato la libertà del diritto di voto”. Il dipendente avrebbe esautorato l’amministratore Francesco Trane, già capo dell’ufficio legale del Comune: “Accompagnò Consales da Carluccio”

BRINDISI – Hanno osservato gli agenti della Digos, hanno appuntato ogni movimento tra gli uffici della Multiservizi e Palazzo di città, sino ad arrivare alla conclusione secondo cui la partecipata più importante del Comune di Brindisi sarebbe stata “del tutto fuori controllo perché priva, nella sostanza, di un amministratore capace di governare le dinamiche e il funzionamento perché gestita dal dipendente Daniele Pietanza”. Consapevole, secondo l’accusa, di quello che faceva. Anche delle minacce perché “la politica è sporca” essendo diventata la Bms "serbatoio elettorale di Pasquale Luperti".

Il ruolo del dipendente

Pasquale LupertiPietanza, stando a quanto si legge nel provvedimento di arresto, avrebbe di fatto esautorato chi era stato chiamato dall’Amministrazione cittadina a timonare la srl, l’avvocato Francesco Trane, già dirigente dell’ufficio legale interno del Comune (poi non riconfermato in seno all’organigramma comunale dal commissario Santi Giuffrè).

Non solo. Pietanza sarebbe stato a sua volta “sostenuto e soprattutto governato e controllato da un esponente politico locale, Pasquale Luperti”, con il risultato – sempre secondo questa impostazione – che Pietanza, alla fine, si sarebbe “impadronito della più importante società partecipata, amministrandola in ogni singolo momento del suo funzionamento, in aperta e conclamata violazione delle norme vigenti”. Pietanza, secondo la lettura data nel provvedimento di arresto, sarebbe stato “uomo di fiducia dell’amministratore unico” diventando una sorta di “supervisore”.

Il pm: mala gestio della Multiservizi

L’inchiesta della Digos, particolarmente complessa, parte agli inizi del mese di luglio 2016 e cioè qualche giorno dopo la vittoria al ballottaggio di Angela Carluccio, primo sindaco donna di Brindisi, a capo di una coalizione centrista. “Luperti si era seduto nuovamente in Assise, eletto con un vasto consenso elettorale, così come vasto lo era stato quello conseguito nel mese di maggio 2012”. Era stato anche assessore, titolare della delega all’Urbanistica, mai sostituito dall’allora sindaco della Giunta di centrosinistra, Mimmo Consales, nonostante le richieste del Pd, il partito di provenienza, con presa di posizione di Michele Emiliano, in quel periodo coordinatore regionale del Partito democratico. Consales, ricordano dalla Digos, “nella file della sua maggioranza annoverava tra i suoi più fedeli e convinti sostenitori proprio Luperti”.

La prima notizia di reato risale al 7 luglio di due anni fa, redatta dalla sezione Informativa divisione investigazioni generali operazioni speciali della questura di Brindisi. Ma già prima c’erano state osservazioni sulla “vicenda straordinariamente complessa quale quella della mala gestio”, come ha ricordato il pm Giuseppe De Nozza nella richiesta di arresti.

Condizionamento del diritto di voto

In questo scenario sarebbero maturati i fatti di “condizionamento della libertà del diritto di voti è quello della Multiservizi srl”, società che a un certo punto avrebbe avuto alla guida Pietanza “sebbene fosse privo di titoli professionali e abilità qualificanti”. Secondo quanto sostenuto dalla Digos, Pietanza sarebbe stato “intimamente legato a Consales e al consigliere Luperti” e “avrebbe incentrato in sé funzioni di responsabilità, controllo e gerarchia non conformi alla sua qualifica”. Come è stato possibile, si sono chiesti gli inquirenti.

Fatto sta che alle elezioni il candidato sindaco Angela Carluccio vince al ballottaggio del 19 giugno 2016 e più esattamente riesce a recuperare un “gap di oltre 3.500 voti del primo turno, svoltosi il 5 giugno, rispetto al suo antagonista”, l’imprenditore Nando Marino. La vittoria con circa 15mila voti.

La denuncia di Sandro Trane

Proprio in quel periodo, Sandro Trane, dipendente della Multiservizi, con l’incarico di capo del settore Verde pubblico che poteva contare su 28 unità, sporge denuncia riferendo un episodio che si sarebbe verificato il 17 giugno”, quindi 48 ore prima del ballottaggio. Trane lamenta che l’azienda si era arretrata con gli stipendi che avrebbero dovuto essere corrisposti entro il 10 di ogni mese e per tale motivo c’erano rimostranze. Il 17 giugno, su 28 addetti del verde, 15 avevano chiesto un giorno di ferie e Trane aveva autorizzato, assicurando comunque un’aliquota per garantire servizi pubblici essenziali. Nello stesso giorno arrivano i mandati di pagamento, ma Pietanza, “inspiegabilmente si oppone alla consegna degli assegni, limitatamente alla sola squadra di Trane”.

L’assegno strappato e lo schiaffo

Nella denuncia, Trane riferisce anche che “Pietanza senza alcun titolo e con forza, strappava dalle mani di un dipendente, l’assegno”. Da qui una “violenta discussione con Pietanza al quale sferra uno schiaffo”. Una discriminazione che, secondo Trane, sarebbe stata da inserire “in un contesto più ampio non strettamente inerente il rapporto di lavoro” perché durante la campagna elettorale “sui cellulari di servizio distribuiti ad almeno il 50 per cento degli addetti, erano pervenuti audio di propaganda elettorale in favore di Luperti e Carluccio”.

La diffida

Trane racconta anche di aver “espressamente diffidato Pietanza a reiterare simile condotte, idonee a suo avviso ad alterare il processo di libera scelta dell’elettorale, peraltro in un’azienda partecipata dell’ente locale”. Trane sosteneva Marino. Le dichiarazioni rese sull’iniziale mancato pagamento della retribuzione veniva confermata da tre dipendenti della Multiservizi. Un riscontro che gli investigatori hanno considerato importante sarebbe arrivato anche dal dirigente settore Affari legali della partecipata perché non solo ci sarebbe stata la conferma di “messaggi, audio e video” dal contenuto elettorale essendo diretti “esplicitamente a sostenere tanto Luperti quanto Carluccio”, ma ci sarebbe stata una minaccia di carattere personale.

La politica è sporca

In un’occasione, Pietanza “forse per scherno, ma in modo non opportuno, le aveva detto che qualora un suo congiunto non avesse conseguito il risultato elettorale sperato, lei avrebbe corso il rischio di essere allontanata dalla sede di lavoro, aggiungendo che questa è società politica e che la politica è sporca”. Il padre della dirigente era candidato consigliere comunale nella lista civica di Marino. Ed era stato dirigente del Comune.

Il senso di veicolare il messaggio con utenza di Pietanza e voce di Zuccaro per il pm ha il seguente significato: “Colorare tale prescrizione di voto di una marcata ulteriore sfumatura e cioè che Pietanza avrebbe potuto far scattare una ritorsione a tutto tondo, non limitata al solo profilo relativo alla dinamica quotidiana dello svolgimento del rapporto di lavoro”. In altri termini, non un caso, ma quella modalità “era stata studiata per accreditare la posizione di voto di Pietanza il quale, in tal modo, dimostrava di poter far leva e forza sulla persuasività con accanto Zuccaro, pregiudicato per reati contro il patrimonio, facendo applicazione del famoso brocardo latino intelligenti pauca”.

I rapporti con Consales: la festa per Carluccio

Gli agenti della Digos, inoltre, hanno anche osservato Pietanza e lo hanno fotografato alla “guida dell’auto in uso a Mimmo Consales, ex sindaco, la notte della vittoria elettorale di Angela Carluccio quando accompagnava Consales nella sede del comitato elettorale, per consentire di partecipare ai festeggiamenti”. Per quale motivo? “Non è mai emerso che in quell’occasione Consales fosse impedito a condurre la sua auto”. Ma secondo gli agenti proprio “a Consales Pietanza doveva il ripristino della sua posizione in seno alla Multiservizi”, dopo essere stato licenziato. “Così come a Consales, doveva più di qualcosa Francesco Trane”. Consales è estraneo a questa inchiesta, come anche Francesco Trane.

Le nomine di Consales e le presunte anomalie

Le indagini hanno portato a sostenere che “Trane aveva consegnato nelle mani di Pietanza il governo della società, ben sapendo che tanto avrebbe fatto piacere al personale politico che gli aveva conferito l’incarico di prestigio”. Di fatto diventando il supervisore da semplice impiegato di quarto livello, nel settore del personale. Sempre seguendo questa impostazione, “era da reputarsi del tutto normale che Luperti, tra i fedelissimi di Consales, divenisse nella fase iniziale della consiliatura 2016, un sostenitore di Carluccio e con lui, lo stato maggiore della Bms”.

La partecipata  - sostiene il pm – sarebbe stata “messa al servizio delle esigenze elettorali di Luperti e Carluccio”, circostanza che non era rimasta “all’interno dei confini della Bms”. Non nel momento in cui Francesco Cannalire, già assessore, scriveva una lettera denuncia “circa l’esistenza di pressioni elettorali, esercitate all’interno dell’azienda partecipata in sostegno di Luperti Pasquale”. Affermazioni smentite da Francesco Trane. Le une e le altre riportate su BrindisiReport. Articoli confluiti nel fascicolo d’inchiesta.

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