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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Oria

Lavori al castello, spunta un video

ORIA – Nuovi misteri affiorano all’ombra del Castello Svevo di Oria rischiando di complicare la già travagliata recente storia del maniero finito sotto sequestro il 10 ottobre 2011. I sigilli scattarono all’epoca per presunti abusi edilizi e la conseguente di tentata truffa ai danni dello Stato per i 3 milioni di richiesti, in termini di finanziamenti pubblici, per le opere di restauro. Ed ecco che mentre le indagini dell’operazione “Castle”, portata avanti dal pm Antonio Costantini, proseguono (il 16 gennaio fu richiesta una ulteriore proroga di sei mesi dell’inchiesta), spunta un video anonimo, girato con un videofonino che documenta nuovi segreti dell’antico maniero, in qualche modo venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione.

ORIA – Nuovi misteri affiorano all’ombra del Castello Svevo di Oria rischiando di complicare la già travagliata recente storia del maniero finito sotto sequestro il 10 ottobre 2011. I sigilli scattarono all’epoca per presunti abusi edilizi e la conseguente di tentata truffa ai danni dello Stato per i 3 milioni di richiesti, in termini di finanziamenti pubblici, per le opere di restauro. Ed ecco che mentre le indagini dell’operazione “Castle”, portata avanti dal pm Antonio Costantini, proseguono (il 16 gennaio fu richiesta una ulteriore proroga di sei mesi dell’inchiesta), spunta un video anonimo, girato con un videofonino che documenta nuovi segreti dell’antico maniero, in qualche modo venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione.

Nuove leggende per alimentare grane nei confronti della tormentata gestione Caliandro - Romanin? O nuovi tesori dell’archeologia rimasti nascosti nel corso dei lavori ritenuti difformi rispetto al progetto originale finiti sotto la lente della magistratura? Le immagini dell’anonimo autore del video, la cui qualità è limitata dallo strumento con cui è stato girato, documentano tombe, scheletri, cunicoli segreti e sotterranei sembrerebbero essere già finite sulla scrivania del pubblico ministero e pare siano destinati ad aprire nuovi fronti della complicata inchiesta.

Agli organi competenti spetterà l’onere di appurare la veridicità del documento che apre a nuovi interrogativi. Le immagini contenute nel filmato, evidentemente amatoriale, contribuiscono ad alimentare i dubbi già evidenziati prima dal corpo di polizia municipale di Oria e quindi dal magistrato: scale create ex novo, abbassamenti di soffitto, antiche pareti ricoperte da spessi ed inediti rivestimenti. Ma il lato più controverso del video riguarda la prima parte.

Nelle immagini si nota, innanzitutto, un cunicolo segreto che, secondo la leggenda, partirebbe da Piazza D’Armi per sfociare alle pendici di una collina. Poi, la scoperta di un antico frantoio ipogeo, e la cripta dei primi santi patroni della città: Crisante e Daria. Quindi, il ritrovamento di 3 antiche tombe con, al loro interno, i loro centenari ospiti. Scheletri ben conservati, dalla dubbia identità: quello del “gigante”, così battezzato per le dimensioni degli arti. Oppure quello che la tradizione federiciana riconduce ad un vescovo dell’antica diocesi oritana.

Si tratta, al momento, solo di ipotesi. La attendibilità del filmato dovrà essere accertata dalla magistratura, già in possesso del file. L’inedito video apre ad alcune domande. Che fine hanno fatto quelle tombe? Il loro ritrovamento fu segnalato alla Sovrintendenza? Possibile che il progetto originario non  prevedesse  la loro valorizzazione? Punti interrogativi che meritano una risposta. L’inchiesta sui lavori di restauro del maniero più discusso d’Italia si arricchiscono quindi di nuovi misteri.

A finire nel registro degli indagati, a vario titolo, furono - il 10 ottobre 2011 - otto persone: i due proprietari della Borgo Ducale Srl, Isabella Caliandro e Giuseppe Romanin, l'ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale di Oria, Pietro Incalza (attualmente al Comune di Francavilla Fontana), il direttore dei lavori di restauro Severino Orsan, il dirigente ad interim della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici Salvatore Buonomo e i funzionari della stessa Soprintendenza Antonio Bramato, Giovanna Cacudi e Attilio Maurano.

Ai quattro dirigenti venne contestato di aver fornito parere positivo ai lavori di restauro eseguiti malgrado la difformità rispetto al progetto originario. Il parere dei funzionari è parte integrante della richiesta di finanziamento presentata dai Romanin-Caliandro al ministero dei Beni Culturali,  pari a 3 milioni di euro, circa il 50 per cento del costo complessivo sostenuto per lo stesso restauro. Da qui l'ipotesi di tentata truffa ai danni dello Stato. Il gip che, tra qualche settimana, dovrebbe esprimersi su una vicenda che tiene col fiato sospeso l’intera comunità federiciana, ma mentre l’inchiesta avanza e nuovi misteri spuntano dai recessi del maniero, il Castello, nonostante i sigilli è in cerca di nuovi proprietari.

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