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Cronaca

Lo operano di appendicite e resta paralizzato. Ieri la denuncia alla polizia

PEZZE DI GRECO – Un banalissimo intervento di appendicite. Eppure Vincenzo Costantino, 51 anni, di Pezze di Greco ha perso l’uso delle gambe e sta lottando, secondo la denuncia presentata all’autorità giudiziaria, contro tutto e contro un sistema sanitario che spesso fa acqua, per cercare di recuperare l’uso degli arti. Tanto da dover emigrare in Germania per poter essere sottoposto ad una particolare terapia. Al momento si trova ricoverato nell’ospedale di Monopoli.

PEZZE DI GRECO – Un banalissimo intervento di appendicite. Eppure Vincenzo Costantino, 51 anni, di Pezze di Greco ha perso l’uso delle gambe e sta lottando, secondo la denuncia presentata all’autorità giudiziaria, contro tutto e contro un sistema sanitario che spesso fa acqua, per cercare di recuperare l’uso degli arti. Tanto da dover emigrare in Germania per poter essere sottoposto ad una particolare terapia. Al momento si trova ricoverato nell’ospedale di Monopoli.

Dove ieri mattina si sono recati gli agenti del commissariato della cittadina del Barese per raccogliere la sua denuncia contro coloro i quali lo hanno sottoposto, nell’ospedale di Martina, all’intervento. Presente il suo avvocato Antonello Anglani, al quale la famiglia Costantino si è rivolta per chiedere giustizia. Vincenzo Costantino, sposato, due figli, sino al 17 febbraio scorso posteggiatore. La mattina del 17 febbraio viene colpo da dolori all’addome e si reca in ospedale a Martina Franca.

Ha il cosiddetto addome chirurgico, per cui viene immediatamente sottoposto a intervento per la rimozione dell’appendice. Gli viene praticata l’anestesia peridurale mediante introduzione di catetere. Il giorno dopo, al momento della rimozione del catetere peridurale, il paziente comincia ad avvertire dolori agli arti inferiori e subito dopo incapacità di muovere le gambe e assenza di riflessi.

Il quadro clinico non migliora e il 19 febbraio viene trasferito al Policlinico di Bari dove gli riscontrano un ematoma perdurale. Gli viene praticata una decompressione, ma senza risultati apprezzabili. Lo  trasferiscono in Rianimazione. Le sue condizioni si complicano e i medici sono costretti a praticargli una tracheotomia ipercutanea. A marzo il paziente, che non ha nessun miglioramento, viene trasferito nel reparto di Neurochirurgia del Policlinico e poi nuovamente in Rianimazione perché è sopravvenuta una instabilità emodinamica. E per completare il quadro disastroso gli compare un focolaio bronchiale.

Il calvario del poveretto continua. Il 9 aprile lo trasferiscono nell’ospedale di Monopoli per proseguire la terapia rianimatoria poiché a Bari non c’è più posto. Qui accertano una denervizzazione acuta causata dalla compressione del sacco epidurale che ha provocato la paraplegia. Occorre una particolare riabilitazione. Ma, stando alla denuncia presentata, in Italia le porte sono tutte chiuse. Tanto da doversi rivolgere in Germania, dove nei prossimi giorni sarà trasportato a bordo di un elicottero della stessa clinica che l’ospiterà.

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