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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Mensa, Ladisa: "Con noi il servizio costava di meno e lavoravano tutti"

In attesa che il servizio mensa venga ripristinato (la Markas dovrebbe iniziare a distribuire pasti caldi a partire da lunedì, 19 gennaio) non si placa lo scontro fra il Comune di Brindisi e la ditta che fino a dicembre ha servito i pasti nelle scuole d'infanzia e primarie, la Ladisa, che avanza una serie di rilievi sulle condizioni economiche del contratto sottoscritto con Markas

BRINDISI – In attesa che il servizio mensa venga ripristinato (la Markas dovrebbe iniziare a distribuire pasti caldi a partire da lunedì, 19 gennaio) non si placa lo scontro fra il Comune di Brindisi e la ditta che fino a dicembre ha servito i pasti nelle scuole d’infanzia e primarie, la Ladisa. Attraverso una nota diramata nel pomeriggio, la ditta barese avanza una serie di rilievi sulle condizioni economiche del contratto sottoscritto con Markas e sul trattamento che questa sta riservando ai 95 lavoratori interessati dal cambio di gestione.

Ladisa in particolare afferma che il servizio di refezione, a partire dal prossimo 19 gennaio (ammesso che il centro cottura provvisorio individuato in provincia davvero entri a regime nel giro di 4 giorni), costerà al comune 1,39 euro in più a pasto (5,49 euro), rispetto alla tariffa che veniva corrisposta a Ladisa (4,10 euro a pasto più Iva).  E nonostante l’aumento del costo del servizio, Markas ha preannunciato ieri, nel corso di un incontro svoltosi nell’ufficio del lavoro della Provincia, che il monte di ore lavorative subirà un taglio del 25 per cento, poiché il personale è in esubero rispetto alle esigenze operative. 

Nella nota cui prima si faceva Cenno, Ladisa parte proprio dalla questione occupazionale. "Le disposizioni di legge e di contratto applicabili alla particolare circostanza dei ‘cambi di appalto’- si legge nella nota - prevedono, a tutela dei lavoratori, che l’azienda subentrante assuma i lavoratori occupati nell’appalto da almeno tre mesi, alle stesse condizioni contrattuali (così detta clausola sociale)”. 

“Nello specifico – si legge ancora nella nota - laddove fossero in esubero rispetto alle proprie esigenze organizzative, come la Markas nella fattispecie sostiene, la legge prevede che gli esuberi vengano ricollocati in altre sedi di lavoro e, in estrema ratio, prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali, da concordare con le organizzazioni sindacali sempre e comunque in un momento successivo al cambio di appalto. 

A detta di Ladisa, “quanto affermato ieri dalla Markas nell’incontro tenutosi alla Provincia di Brindisi (ufficio del lavoro), ovvero che i lavoratori verranno da assunti con una riduzione oraria del 25 per cento (unilaterale e non concordata con lavoratori e sindacati) è una evidente violazione delle norme previste dalla legge, dal contratto collettivo nazionale, e dalla normativa speciale della gara d’appalto”.
 

Ladisa si chiede dunque per quale motivo il Comune non abbia nulla da dire su questa “evidente inadempienza”, in considerazione anche del fatto che l’amministrazione comunale “sa perfettamente che i 95 lavoratori utilizzati negli ultimi tre mesi da Ladisa, sono quelli rilevati dal precedente gestore (la Gemeaz) nel pieno rispetto della normativa e sono frutto degli elenchi che l’amministrazione stessa ha fornito nella gara di affidamento temporaneo (corrispondenti a quelli della gara del 2012)”. “E se non bastasse – fa sapere ancora la ditta barese - il Comune non solo lo sa ma li ha anche verificati in occasione del cambio di appalto da Gemeaz all’ati Ladisa/Cascina”.

Nella seconda parte della nota, Ladisa si sofferma sulla questione prezzi, difendendosi dall’accusa di comportamento ricattatorio mossa dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Gioacchino Margarito. “Ebbene – afferma Ladisa - con due pec del 15 e 16 dicembre scorso ( che alleghiamo) indirizzate a Comune e sindaco di Brindisi la Ladisa faceva una istanza di revoca in autotutela dell’intera procedura della gara pluriennale conclusasi, come tutti sanno, a favore della Markas con la sentenza del consiglio di stato del 17 novembre.”

Per quale motivo? “Tra le motivazioni la Ladisa evidenziava come a fronte del prezzo-pasto più elevato (5,49 più iva), la Markas già nel 2012 dichiarava di voler utilizzare un monte ore lavorativo inferiore di ben 372 ore settimanali rispetto a quello dichiarato ed utilizzato dalla Gemeaz, società che all’epoca gestiva il servizio e che lo ha fatto fino al 30 maggio”. Ma anche su questa anomalia “è calato il silenzio”.

L’Ati Ladisa/Cascina per la gestione temporanea del servizio da ottobre a dicembre garantì l’occupazione di tutti e 95 lavoratori, con un prezzo pasto di 4,10  più iva.  “Dunque, se la matematica non è un’opinione – attacca Ladisa -  da lunedì 19 dicembre 2015 per fornire 2600 pasti giornalieri alle scuole di Brindisi, alle condizioni di aggiudicazione della gara del 2012 la Markas dovrebbe percepire 1,39 euro in più per ogni singolo pasto, con un aggravio per le casse comunali di 3mila 600 euro al giorno”. 

A quel 1,39 euro, fra l’altro,  “si aggiungano poi gli ulteriori profitti che la Markas intende ottenere con la riduzione delle ore di lavoro al personale: si consideri che, da dati ministeriali, un’ora di lavoro di un addetto alla distribuzione di pasti ‘vale’ mediamente 17 euro….fate voi i conti, per le 372 ore settimanali che la Markas intende ‘tagliare’ ai lavoratori”.

In questo conteso si innestano anche le parole del sindaco Consales, che sulla base di quanto riportato da Ladisa “si dice intenzionato a verificare ‘se possiamo dare qualcosa in più all’azienda’ per superare un’impasse dovuto ad una evidente inadempienza della gestione subentrante”.  

“Se non abbiamo capito male – conclude Ladisa - il sindaco vorrebbe dare altro denaro pubblico alla Markas oltre quello stabilito dall’appalto. Siamo alla commedia dell’assurdo”. 
 

Ladisa, infine, pone cinque domande al Comune: “Dov’e’ il vero ricatto?; chi specula in realtà su utenti e lavoratori?; chi sta sprecando denaro pubblico?; perché?; ma soprattutto a favore di chi?”.

Aggiornamento - Da quanto si apprende dal sindaco Consales, la Gemeaz ha raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali grazie alla mediazione dall'amministrazione comunale.

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