Migranti, falsa ospitalità per i permessi: cinque condanne, un’assoluzione
Estraneo ai fatti Alessandro De Jaco, Alba Turi e Marcello Coletta colpevoli. Patteggiamento per Luigia Verga e Sak Jan
BRINDISI – Sino a 900 euro per rilasciare false dichiarazioni di ospitalità per i permessi di soggiorno: l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mossa inizialmente nei confronti di quattro brindisini e uno straniero arrestati dalla Digos, è stata confermata per quattro imputati.
L’assoluzione
L’unico ad essere stato assolto è Alessandro De Jaco, 42 anni, di Brindisi, difeso dall’avvocato Giacomo Serio. Per De Jaco il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto la condanna alla pena di un anno e sei mesi di reclusione, nel corso della requisitoria del processo con rito abbreviato celebrato davanti al gup Alessandra Ferraro del Tribunale di Brindisi.
Le condanne
Il giudizio “allo stato degli atti”, con il riconoscimento della riduzione di un terzo della pena, è stato ottenuto da altri due imputati, per i quali c’è stata affermazione della responsabilità penale: Alba Turi, 48 anni, con condanna a dieci mesi di reclusione, e Marcello Coletta, 49 anni, otto mesi (entrambi difesi dall’avvocato Cinzia Cavallo). Le motivazioni alla base della sentenza di condanna saranno depositate nel termine di 90 giorni.
Il patteggiamento
Lo stesso gup ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata, dopo il parere favorevole del pubblico ministero, da altri due imputati: Sahak Ahmad Shah, alias Sak Jan, 30 anni, a due anni e sei mesi di reclusione (come proposto dall’avvocato Gianvito Lillo) e Luigia Verga, 52, a un anno, un mese e dieci giorni (come proposto dall’avvocato Giuseppe Guastella).
Gli arresti
Gli imputati furono arrestati dagli agenti della Digos di Brindisi, diretti dal vice questore aggiunto Antonio Caliò, all’alba del 12 aprile 2017, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare ottenuta dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sulla regolarizzazione di migrati, con condotte qualificate come illecite.
L’accusa
Secondo l’accusa, gli imputati rilasciano “false dichiarazioni di ospitalità da esibire presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Brindisi per ottenere rilasci e/o rinnovi di permessi di soggiorno nonché ricongiungimenti familiari”. In cambio ottenevano denaro, somme comprese fra 350 e 900 euro. Da qui la contestazione di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Fonti di prova sono le riprese video, le intercettazioni ambientali e le relazioni allegate ai servizi di osservazione e pedinamento. Le indagini sono state eseguite dal personale della Digos, con la collaborazione dell’Ufficio Immigrazioni.