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Cronaca

“Mino, un corpo estraneo all’interno di una società sorda, opulenta e edonistica”

OSTUNI - “La morte di Mino? Il dito del Signore puntato contro ognuno di noi, sordi di fronte alla sua sensibilità e incapaci di reagire a un modello di società fondato sull’apparenza, sull’edonismo e sulle frivolezze”. Dal pulpito il messaggio più duro. Parole severe ma intrise di dolcezza ogni qualvolta lo sguardo di don Guido Galassi, religioso dei Servi del Cuore Immacolato dei Maria (Opera Nostra Signora di Fatima) si volge con tristezza verso la bara, per ricordare il sacrificio di Cosimo Damiano Nardelli: Il trentottenne ostunese che nella mattinata di ieri (attorno alle 10.20) si è tolto la vita, lanciandosi dal finestrino del treno in corsa, alle porte della Stazione della Città bianca.

OSTUNI - “La morte di Mino? Il dito del Signore puntato contro tutti noi, sordi di fronte alla sua sensibilità e incapaci di reagire a un modello di società fondato sull’apparenza, sull’edonismo e sulle frivolezze”. Dal pulpito il messaggio più duro. Parole severe ma intrise di dolcezza ogni qualvolta lo sguardo di don Guido Galassi, religioso dei Servi del Cuore Immacolato di Maria (Opera Nostra Signora di Fatima) si volge con tristezza verso la bara, per ricordare il sacrificio di Cosimo Damiano Nardelli: Il trentottenne ostunese che nella mattinata di ieri (attorno alle 10.20) si è tolto la vita, lanciandosi dal finestrino del treno in corsa, alle porte della Stazione della Città bianca.

Sgombrato ogni dubbio, ormai, sulla dinamica della disgrazia: Cosimo Damiano Nardelli, laureato in economia e commercio e da anni alla ricerca di un impiego stabile, sopraffatto dallo sconforto e dalla depressione, si sarebbe gettato dal treno sul quale viaggiava, nonostante il disperato tentativo di un passeggero di trattenerlo per la cintola dei pantaloni. Nel pomeriggio di oggi, all’interno della Cattedrale di Ostuni, l’estremo saluto.

“Quale fiducia – ha attaccato Padre Guido - può trasmettere ai tanti giovani come Mino una classe politica e di governo incapace di offrire prospettive? In mancanza di idee illudono le coscienze con i “gratta e vinci”. Quali valori riesce a trasmettere la Tv? Farabutti sono coloro che vogliono farci credere che nella vita conta il sapersi misurare con il regime della concorrenza ad ogni costo e con ogni mezzo. E chi, come Mino, non sa sgomitare? Non tutti sono belli e dotati di sorrisi ammiccanti per farsi strada nel mondo del lavoro. Non tutti riescono con facilità a trasmettere i propri sentimenti, ricevendo in cambio  amore e attenzioni. A costoro che diciamo? Qual è il messaggio che i mass media promuovono?"

Padre Guido lancia l'affondo: "Nella società di oggi conti se vali, se sei ricco, fornito di bella presenza, sei hai un’auto di gran lusso e soldi da spendere. Ma uno come Mino, bravo e umile, preparato, cosciente dei propri mezzi e delle proprie qualità eppure messo nelle condizioni di covare rabbia in silenzio,  come può stare al passo di questi stereotipi? Ecco perché la sua morte non può essere archiviata come un nudo fatto di cronaca. Tutti dovremmo avvertire un pesante senso di colpa collettivo. Un giorno ci troveremo innanzi al Giudizio universale, chiamati a rispondere anche della sua tragica scomparsa. E a quel punto nessuno potrà ritenersi esente da colpe”.

L’ultimo pensiero, tenero e commosso, è per i familiari: “Prego affinché possiate trovare nella fede l’unica consolazione e la forza di guardare avanti”. Commovente, sempre dal pulpito, il ricordo di un’amica: “Per tutti noi, resterai il Nardelli di sempre”. Presente alla cerimonia religiosa, il sindaco della Città bianca, Domenico Tanzarella, ha sottolineato a margine del rito funebre come sia alto il prezzo pagato quotidianamente dalle nuove generazioni, “verso le quali ognuno, per quanto di propria competenza, ha il dovere di concentrare le attenzioni e gli sforzi, promuovendo politiche sociali e di sviluppo atte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro”.

Parole di solidarietà e cordoglio sono state espresse anche dal senatore Salvatore Tomaselli:  “Ciò che con tristezza abbiamo letto con sempre maggiore frequenza negli ultimi mesi, nelle scorse ore si è materializzato troppo vicino a noi per non aggiungere alla tristezza e al dolore un grande senso di impotenza. Il suicidio di Mino Nardelli a pochi chilometri dalla stazione ferroviaria della sua città è uno schiaffo che ci giunge troppo forte per poter anche solo immaginare che si tratti, per quanto grande, di una tragedia lontana. Che un giovane della nostra terra, giunto a 38 anni dopo aver a lungo studiato, conquistato con sacrifici una laurea a pieni voti, sopportato lavori umili e non adeguati alla sua formazione culturale e professionale, scelga l'estremo gesto è il segno non solo della disperazione e dello sconforto ma, probabilmente, di una perdita di dignità che ogni uomo o donna vive nel suo intimo come un dolore insopportabile quando si perde la speranza per il futuro”.

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